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lunedì 21 luglio 2008

La festa di Porto Salvo: Lettera aperta dell'assessore Maggiore

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE DI LIPARI
"Allorquando, circa un mese fa, ricevetti la lettera con la quale il Sac. Mons. Gaetano Sardella mi comunicava l’impossibilità di organizzare la tradizionale “Festa in onore della Madonna di Porto Salvo” da laico amministratore del Comune di Lipari ebbi un momento di scoramento, perché avvertivo la netta sensazione che qualcosa nella nostra realtà sociale si stava rompendo e si cominciavano, quasi inconsapevolmente, tranciare i legami con la tradizione.
Ormai da diversi anni, anche per le esperienze culturali e di vita accumulate, sono giunto alla conclusione che se un popolo estirpa le proprie radici non ha futuro ed è destinato inevitabilmente ad eclissarsi sino a scomparire del tutto.
La storia insegna che le comunità che sopravvivono alle vicissitudini ed all’erosione del tempo sono quelle che tengono fertili e vive le loro tradizioni, la loro cultura, la loro memoria.
Le nostre tradizioni e la nostra cultura hanno trovato nelle manifestazioni religiose, che hanno assunto via via negli anni le caratteristiche di festa popolare, una forte spinta propulsiva. Lasciar morire tali tradizioni significa cominciare a percorrere la strada del declino.
Le mie riflessioni non potevano però restare un vuoto esercizio intellettuale, anche se accompagnato fa una forte tensione emotiva, ma dovevano trovare un riscontro operativo e reale. La festa andava salvata !
A quel punto è comparso nella mia mente un principio che ha accompagnato nella sua vita politica Robert Kennedy: “La maggior parte degli uomini vedono le cose nella loro realtà e si chiedono: perché? Io sogno le cose impossibili e mi domando: perché no?”.
Mancavano pochi giorni all’evento, le forze umane del Comune sono quelle che sono, in mancanza di Bilancio non vi erano le risorse economiche disponibili. Sembrava un sogno impossibile. Ma mi sono detto perché non tentare?
Ho deciso quindi che il Comune di Lipari aveva l’obbligo politico e morale di farsi carico dell’organizzazione dell’evento. Devo dire, però, che tutto sarebbe stato vano se non avessi avuto, sin da subito, l’aiuto, intellettuale prima e materiale poi, di alcuni cittadini, facenti parte nel passato del Comitato per i festeggiamenti, che con il trascorrere dei giorni sono diventati sempre più numerosi ed entusiasti, che volontariamente, sacrificando molte ore della loro giornata, con impegno certosino e costante, hanno trovato tutto quanto occorreva per organizzare nel migliore dei modi tale manifestazione. Risorse economiche, apporti umani, ricerca di attrezzature.
Non potrò mai finire di ringraziare questi cittadini, che hanno dimostrato amore per la propria terra, passione per le proprie tradizioni, lucida visione del futuro.
Non si può infatti dimenticare che queste feste religiose e popolari hanno anche una valenza di carattere turistico perché suscitano una forte curiosità ed un notevole interesse nei visitatori delle nostra isole.
Il connubio tradizione-sviluppo deve costituire l’essenza della nostra azione politico-amministrativa e del nostro comportamento quotidiano.
Alla luce di tutto ciò sono rimasto estremamente amareggiato quando si sono sollevati aspetti del tutto marginali rispetto all’importanza sociale e turistica dell’evento e la mia amarezza si è amplificata dinanzi alla dimensione mediatica che si è data agli stessi. Il partito del non fare, che cercava di mettere i bastoni tra le ruote a quello del fare.
Nell’immediato ho preferito tacere al fine di evitare che tali questioni potessero divenire sterile polemica politica ed offuscare il significato vero e profondo della Festa.
Io ritengo che la festa della Madonna di Porto Salvo, oltre ad essere stata salvata, pur nelle difficoltà contingenti e nei quotidiani problemi, sia perfettamente riuscita ed ha consentito alle nostre genti di partecipare e continuare a percorrere, pur guardando al domani e vivendo appieno l’oggi, il cammino tracciato dai nostri avi.
In questa vicenda, citando Max Weber: “ il vizio ha dovuto rendere omaggio alla virtù”.
Con cordialità
Avv Giovanni Maggiore
Assessore al Turismo