IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA:
Avendo ricevuto, tra l’altro, da parte del Governo Nazionale la convocazione ad una riunione per il giorno 22 ottobre 2008, nella quale è coinvolta anche la Regione Siciliana, avente ad oggetto la disamina delle raccomandazioni fatte dall’UNESCO per consentire il mantenimento delle Isole Eolie, quale sito Patrimonio dell’Umanità, ci si chiede come mai la Regione Siciliana non abbia mai sollevato presso il Governo Nazionale il dramma economico, sociale e familiare che attanaglia i circa cinquanta lavoratori dell’ex comparto pomicifero eoliano che, attualmente, si trovano senza lavoro e senza nuove prospettive occupazionali, dei quali, Signori Rappresentanti del Governo Regionale, sembrerebbe che Vi siate completamente dimenticati, non tenendo fede agli impegni assunti dal precedente Governo, né da autorevoli esponenti dell’attuale Governo Regionale che, per conto dello stesso, hanno dato assicurazioni che in sede di Giunta sarebbe transitata una delibera che avrebbe consentito l’impiego degli ex lavoratori della pomice presso le strutture regionali dei Beni Culturali presenti nelle Isole.
Cosa è avvenuto di tutto ciò? Per atto di giustizia si impone una doverosa risposta.
Già nella 31ma sessione dell’UNESCO, tenutasi in Nuova Zelanda dal 23 giugno 2007 al 2 luglio 2007, nella quale veniva, ulteriormente, ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di pomice (punto 3.1) veniva, altresì, analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie, stabilendo che “un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente dalla municipalità di Lipari” (punto 3.2).
Come è noto, gli attuali strumenti finanziari e legislativi riguardanti gli Enti Locali non consentono al Comune, da noi amministrato, di potere attuare un programma di riassunzione delle maestranze licenziate dalla aziende che operavano l’estrazione della pomice dell’isola di Lipari, pertanto, in ossequio alle decisioni della sessione UNESCO, sopra menzionata, ci si è attivati presso la Regione Siciliana, che come detto, si era impegnata a seguito di numerosi incontri e riunioni a risolvere il problema occupazionale venutosi a creare, certamente non a causa di una crisi settoriale, ma in nome della salvaguardia ambientale del territorio.
Ad oggi, nulla è stato fatto per risolvere definitivamente tale drammatico problema e ci amareggia molto che nessuno discuta del problema dei lavoratori della pomice, malgrado cinquanta cittadini eoliani siano mortificati nella loro dignità di uomini e lavoratori in nome dell’ambiente che, certamente, deve essere salvaguardato ma che, sicuramente, non lo può essere affamando cinquanta famiglie eoliane.
Desideriamo brevemente, riassumere quanto, ad oggi, messo in atto dalle istituzioni, purtroppo, senza risultati soddisfacenti, chiedendo, con forza, al Presidente della Regione di risolvere, definitivamente, la vicenda degli ex lavoratori della pomice ridando agli stessi una occupazione stabile che è stata loro tolta per salvaguardare un bene collettivo come i vulcani eoliani, le Eolie Patrimonio dell’Umanità.
Ma tra i beni patrimonio dell’umanità non vi sono anche le persone? Per salvaguardare questo incommensurabile bene, al quale non intendiamo rinunciare, vanno uccise moralmente 50 famiglie? E per ora solo moralmente!!! La disperazione è dietro l’angolo.
Già nel 2007, a seguito del mancato rinnovo delle concessioni di escavazione alle società che operavano nel territorio dell’isola di Lipari l’Assessore al Lavoro pro-tempore, On.le Santi Formica, aveva predisposto, unitamente all’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione, On.le Lino Leanza, un progetto che prevedeva la richiesta da parte del Comune di Lipari di utilizzare i suddetti lavoratri in ASU attivando le procedure previste dall’art. 7, comma 2 del D: Leg.vo n. 468/97, il successivo utilizzo degli stessi presso il Museo di Lipari, delle sezioni staccate del Museo di Panarea e Filicudi e delle aree archeologiche di Lipari, Filicudi e Panarea per arrivare alla stabilizzazione mediante l’assunzione presso la Beni Culturali SpA. mentre l’Assessorato Regionale al Lavoro avrebbe erogato ai suddetti lavoratori, durante la loro utilizzazione diretta in attività socialmente utili, l’importo integrativo di cui all’art. 8, comma 2, del D: Leg.vo n. 468/97.
Il suddetto percorso venne definito e sottoscritto in una conferenza di servizi tenutasi presso l’Assessorato al Lavoro il 24 gennaio 2008.
A seguito di quanto stabilito nella suddetta riunione, l’Aministrazione Comunale di Lipari provvide, con delibera di G.M. N° 7 del 5 febbraio 2008 d attivare la procedura di utilizzo dei lavoratori ai sensi degli artt. 7 e 8 del D. Lgs n. 468/97, susseguentemente, il Centro Regionale per l’impiego di Lipari assegnò i lavoratori a codesto Comune che richiese all’Assessorato al Lavoro l’integrazione salariale prevista.
Della detta integrazione salariale, più volte promessa, ad oggi nemmeno l’ombra!
In data 8 luglio 2008 l’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione On.le Antinoro, in accordo con l’Assessore al Lavoro On.le Incardona, convocava una conferenza di servizi per definire l’iter da seguire per la definizione della problematica prevedendo l’utilizzo di tutti i lavoratori presso il proprio Assessorato garantendo, successivamente, la loro stabilizzazione attraverso un percorso che prevedeva l’approvazione di una delibera di giunta interassessoriale appositamente redatta dagli Assessori al Lavoro ed ai BB.CC.AA e Pubblica Istruzione.
Nelle more della definizione di quanto concordato nel corso della suddetta conferenza di servizi, abbiamo comunicato, in data 23 luglio 2008, con nota prot.n. 27728, la disponibilità di questo Ente al trasferimento dei suddetti lavoratori presso l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione.
Successivamente, in data 31 luglio 2008, con nota prot.n. 28872, abbiamo ribadito all’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione la necessità del mantenimento degli impegni a suo tempo e di recente assunti specificando l’importanza che l’Assessorato al Lavoro provvedesse all’erogazione delle somme relative all’integrazione salariale che non possono essere, assolutamente, poste a carico di questo Comune.
Nella stessa nota si evidenziava come il procrastinarsi di questa situazione potesse costituire notevole pregiudizio, anche di ordine pubblico, ed assumere connotazioni di ingiustizia sociale, poiché a partire dallo stesso UNESCO e dai Governi Nazionali e Regionali, si è sempre sostenuto che si sarebbe posta celere soluzione alla questione in esame, la quale, per converso, continua a registrare preoccupanti rallentamenti ingenerando nei lavoratori in parola motivo di preoccupazione, sconforto e tensione.
Non ci giunge notizia che la delibera interassessoriale, a suo tempo proposta dagli Onorevoli Assessori Antinoro ed Incardona sia stata adottata dalla Giunta Regionale disattendendo, immotivatamente, alle giuste aspettative dei lavoratori che hanno subito, ingiustamente, la mortificazione di trovarsi senza un lavoro stabile e sicuro poiché la chiusura delle Aziende non è stata frutto di difficoltà societarie ma di volontà di Enti superiori che hanno determinato la sospensione di un lavoro indispensabile al sostentamento delle loro famiglie.
Quale è la risposta a tale assunto? Qui non siamo di fronte al precariato ma siamo dinnanzi a precari creati dal Governo Regionale e Nazionale.
Alla luce di quanto su esposto si richiede una assunzione di responsabilità chiara, forte e decisa del Presidente della Regione Siciliana, di tutta la Giunta, nonché dell’Assemlea Regionale, affinché venga, inequivocabilmente e definitivamente risolto l’annoso ed insostenibile problema occupazionale che grava su di una nutrita parte della comunità eoliana, già duramente colpita dalla crisi economica che attanaglia il nostro Paese.
Vorrà il Sig. Presidente della Regione valutare l’opportunità, a breve, di una audizione al fine di affrontare in maniera definitiva la problematica che rischia di sfociare in una drammatica tensione sociale.
IL SINDACO
(Dott.Mariano Bruno)
Cosa è avvenuto di tutto ciò? Per atto di giustizia si impone una doverosa risposta.
Già nella 31ma sessione dell’UNESCO, tenutasi in Nuova Zelanda dal 23 giugno 2007 al 2 luglio 2007, nella quale veniva, ulteriormente, ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di pomice (punto 3.1) veniva, altresì, analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie, stabilendo che “un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente dalla municipalità di Lipari” (punto 3.2).
Come è noto, gli attuali strumenti finanziari e legislativi riguardanti gli Enti Locali non consentono al Comune, da noi amministrato, di potere attuare un programma di riassunzione delle maestranze licenziate dalla aziende che operavano l’estrazione della pomice dell’isola di Lipari, pertanto, in ossequio alle decisioni della sessione UNESCO, sopra menzionata, ci si è attivati presso la Regione Siciliana, che come detto, si era impegnata a seguito di numerosi incontri e riunioni a risolvere il problema occupazionale venutosi a creare, certamente non a causa di una crisi settoriale, ma in nome della salvaguardia ambientale del territorio.
Ad oggi, nulla è stato fatto per risolvere definitivamente tale drammatico problema e ci amareggia molto che nessuno discuta del problema dei lavoratori della pomice, malgrado cinquanta cittadini eoliani siano mortificati nella loro dignità di uomini e lavoratori in nome dell’ambiente che, certamente, deve essere salvaguardato ma che, sicuramente, non lo può essere affamando cinquanta famiglie eoliane.
Desideriamo brevemente, riassumere quanto, ad oggi, messo in atto dalle istituzioni, purtroppo, senza risultati soddisfacenti, chiedendo, con forza, al Presidente della Regione di risolvere, definitivamente, la vicenda degli ex lavoratori della pomice ridando agli stessi una occupazione stabile che è stata loro tolta per salvaguardare un bene collettivo come i vulcani eoliani, le Eolie Patrimonio dell’Umanità.
Ma tra i beni patrimonio dell’umanità non vi sono anche le persone? Per salvaguardare questo incommensurabile bene, al quale non intendiamo rinunciare, vanno uccise moralmente 50 famiglie? E per ora solo moralmente!!! La disperazione è dietro l’angolo.
Già nel 2007, a seguito del mancato rinnovo delle concessioni di escavazione alle società che operavano nel territorio dell’isola di Lipari l’Assessore al Lavoro pro-tempore, On.le Santi Formica, aveva predisposto, unitamente all’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione, On.le Lino Leanza, un progetto che prevedeva la richiesta da parte del Comune di Lipari di utilizzare i suddetti lavoratri in ASU attivando le procedure previste dall’art. 7, comma 2 del D: Leg.vo n. 468/97, il successivo utilizzo degli stessi presso il Museo di Lipari, delle sezioni staccate del Museo di Panarea e Filicudi e delle aree archeologiche di Lipari, Filicudi e Panarea per arrivare alla stabilizzazione mediante l’assunzione presso la Beni Culturali SpA. mentre l’Assessorato Regionale al Lavoro avrebbe erogato ai suddetti lavoratori, durante la loro utilizzazione diretta in attività socialmente utili, l’importo integrativo di cui all’art. 8, comma 2, del D: Leg.vo n. 468/97.
Il suddetto percorso venne definito e sottoscritto in una conferenza di servizi tenutasi presso l’Assessorato al Lavoro il 24 gennaio 2008.
A seguito di quanto stabilito nella suddetta riunione, l’Aministrazione Comunale di Lipari provvide, con delibera di G.M. N° 7 del 5 febbraio 2008 d attivare la procedura di utilizzo dei lavoratori ai sensi degli artt. 7 e 8 del D. Lgs n. 468/97, susseguentemente, il Centro Regionale per l’impiego di Lipari assegnò i lavoratori a codesto Comune che richiese all’Assessorato al Lavoro l’integrazione salariale prevista.
Della detta integrazione salariale, più volte promessa, ad oggi nemmeno l’ombra!
In data 8 luglio 2008 l’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione On.le Antinoro, in accordo con l’Assessore al Lavoro On.le Incardona, convocava una conferenza di servizi per definire l’iter da seguire per la definizione della problematica prevedendo l’utilizzo di tutti i lavoratori presso il proprio Assessorato garantendo, successivamente, la loro stabilizzazione attraverso un percorso che prevedeva l’approvazione di una delibera di giunta interassessoriale appositamente redatta dagli Assessori al Lavoro ed ai BB.CC.AA e Pubblica Istruzione.
Nelle more della definizione di quanto concordato nel corso della suddetta conferenza di servizi, abbiamo comunicato, in data 23 luglio 2008, con nota prot.n. 27728, la disponibilità di questo Ente al trasferimento dei suddetti lavoratori presso l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione.
Successivamente, in data 31 luglio 2008, con nota prot.n. 28872, abbiamo ribadito all’Assessore ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione la necessità del mantenimento degli impegni a suo tempo e di recente assunti specificando l’importanza che l’Assessorato al Lavoro provvedesse all’erogazione delle somme relative all’integrazione salariale che non possono essere, assolutamente, poste a carico di questo Comune.
Nella stessa nota si evidenziava come il procrastinarsi di questa situazione potesse costituire notevole pregiudizio, anche di ordine pubblico, ed assumere connotazioni di ingiustizia sociale, poiché a partire dallo stesso UNESCO e dai Governi Nazionali e Regionali, si è sempre sostenuto che si sarebbe posta celere soluzione alla questione in esame, la quale, per converso, continua a registrare preoccupanti rallentamenti ingenerando nei lavoratori in parola motivo di preoccupazione, sconforto e tensione.
Non ci giunge notizia che la delibera interassessoriale, a suo tempo proposta dagli Onorevoli Assessori Antinoro ed Incardona sia stata adottata dalla Giunta Regionale disattendendo, immotivatamente, alle giuste aspettative dei lavoratori che hanno subito, ingiustamente, la mortificazione di trovarsi senza un lavoro stabile e sicuro poiché la chiusura delle Aziende non è stata frutto di difficoltà societarie ma di volontà di Enti superiori che hanno determinato la sospensione di un lavoro indispensabile al sostentamento delle loro famiglie.
Quale è la risposta a tale assunto? Qui non siamo di fronte al precariato ma siamo dinnanzi a precari creati dal Governo Regionale e Nazionale.
Alla luce di quanto su esposto si richiede una assunzione di responsabilità chiara, forte e decisa del Presidente della Regione Siciliana, di tutta la Giunta, nonché dell’Assemlea Regionale, affinché venga, inequivocabilmente e definitivamente risolto l’annoso ed insostenibile problema occupazionale che grava su di una nutrita parte della comunità eoliana, già duramente colpita dalla crisi economica che attanaglia il nostro Paese.
Vorrà il Sig. Presidente della Regione valutare l’opportunità, a breve, di una audizione al fine di affrontare in maniera definitiva la problematica che rischia di sfociare in una drammatica tensione sociale.
IL SINDACO
(Dott.Mariano Bruno)