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martedì 1 marzo 2011

Il depuratore e le emergenze (di Pietro Lo Cascio)

Circolo delle Isole Eolie
Sinistra Ecologia Libertà


Lipari, 28 febbraio 2011


Le verità del commissario e le bugie dell’emergenza.

La recente lettera del Commissario Pelaggi inviata al segretario del PD di Lipari contiene alcuni passaggi che, pur avendo la stessa altro destinatario, non possono essere lasciati senza commento. Per l’ennesima volta, Pelaggi ripropone un’impeccabile “rilettura” dell’iter che ha portato alla (tragica) scelta di realizzare il depuratore a Canneto Dentro: il sito è stato individuato dopo attenta analisi e tenendo conto dei rischi di natura geologica che precludevano quello individuato dal Piano Regolatore Generale, i consiglieri comunali sono sempre stati informati “per il  tramite del sindaco” e, infine, ci sono state proficue interlocuzioni con il Consorzio degli Artigiani di Lipari; per cui, nessuna scelta verticistica e, anzi, appaiono incomprensibili e immotivate le tensioni sociali che il progetto sta producendo a livello locale. Tutto a posto, si procede come prima.
 Non si comprende – a questo punto – se l’appuntamento di venerdì 4 febbraio sia una interlocuzione con la comunità, o soltanto la prosecuzione dei festeggiamenti per il Carnevale. Di solito, nelle interlocuzioni si discute, si media, si giunge a soluzioni accettabili da entrambe le parti; ma le premesse di Pelaggi sono chiarissime: non ci sarà alcuna modifica al progetto della Sogesid e tutto ciò che si realizzerà è assolutamente necessario alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Però, sembra sfuggire al Commissario un aspetto non trascurabile: IL CONSIGLIO COMUNALE HA VOTATO ALL’UNANIMITÀ CONTRO LA PREVISTA LOCALIZZAZIONE DEL DEPURATORE. Come si fa, dunque, a sostenere che tutti i passaggi riguardo alla concertazione con la comunità locale sono stati ottemperati? Lipari ha detto a chiare lettere NO ALLA LOCALIZZAZIONE A CANNETO DENTRO. Tuttavia, per continuare a sostenere una posizione indifendibile, basta ignorare questo dato; è questa, negli ultimi anni, la strategia di successo che si è affermata con la berlusconizzazione della politica: sei di fronte a un fatto evidente? Lo ignori, e il fatto automaticamente non esiste più. Il Commissario non può affermare di avere informato delle sue scelte il consiglio comunale, perché questo si è espresso in chiara contrapposizione al progetto della Sogesid, ma lo fa egualmente e disinvoltamente, in un esercizio che non richiede una notevole dose di onestà intellettuale.
 E dirò di più, il consiglio comunale si è espresso anche contro la logica dell’emergenza ad ogni costo, ed è un fatto coraggioso e importante, il fatto più importante. Il problema del potere di deroga dalle procedure ordinarie che viene attribuito all’emergenza, infatti, è il medesimo per cui un Commissario procede nella realizzazione di un depuratore là dove il consiglio comunale non lo vuole. Non esiste alcun rischio di infrazioni – Lipari non rientra tra i comuni che devono dotarsi obbligatoriamente ed entro tempi ristretti di un impianto di tali dimensioni, lo sappiamo già – però questo argomento è la “carota” della storia (il “bastone” lo ha brandito il sindaco di Lipari, in un’intervista di qualche settimana fa, minacciando non meglio specificate conseguenze a carico di chi ostacola il procedimento).
 Questi anni di amministrazione sono stati colpiti dal virus italico dell’EMERGENZA. Abbiamo emergenze di ogni genere e sorta: un’emergenza “turistica”, le cui ragioni sfuggono a ogni logica – avere dei turisti in una località turistica, per la Presidenza del Consiglio e per il Commissario delegato, è un’emergenza? – ma che alimenta un perverso sfruttamento di risorse economiche (il ticket di accesso) destinate alle opere più balzane (ricordate i 75000 euro annunciati per la tabellonistica di Vulcano?), quando non direttamente a una gestione dal sapore clientelare (i “controllori” del ticket, assunti senza tenere conto delle liste che esistono negli uffici di collocamento e per chiamata diretta, come in un sistema feudale). Abbiamo l’emergenza “vulcanica” – come mai hanno scoperto che i vulcani sono un’emergenza solo alla fine del XX secolo? – e anche lì, proventi economici destinati a iniziative che vengono sottratte al controllo dei cittadini, che dovrebbe essere esercitato tramite i loro rappresentanti in consiglio comunale. Abbiamo, naturalmente, l’emergenza “idrica”, e quella sarebbe vera, tranne che appare inspiegabile come si possa rigettare un progetto di un depuratore che prevedeva di riutilizzare l’acqua depurata per scopi agricoli ecc., e sostenere la realizzazione di un impianto – a un maggior costo per la collettività – che la stessa acqua la prende e la butta in mare. Ma allora, quale è il concetto di emergenza “idrica” per i commissari che si sono avvicendati nella sua gestione, sindaco in primis?
 Per chi non avesse ancora compreso la natura fortemente “politica” di questo problema, e delle tragiche conseguenze che stanno per abbattersi sul nostro territorio, ripeto e ripeterò fino alla nausea che il nodo fondamentale di tutta questa vicenda è l’EMERGENZA. La tesi che grazie a questo trucco si dispone di maggiori risorse è un falso ideologico, perché se le normative vigenti imponessero di dotarsi di impianti costosi, è chiaro come – al tempo stesso – dovrebbero comunque garantire adeguate dotazioni finanziarie per la loro realizzazione; o vogliono farci credere che dovremmo fare la colletta tra cittadini, il mercoledì davanti al mercato, per pagarle? Invece, chi pagherà i costi di gestione del modernissimo depuratore progettato dalla Sogesid, le cui previsioni sono allarmanti? Ha il nostro Comune la possibilità di fare fronte alla manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte queste vasche sparse sul territorio, una a Unci, l’altra davanti allo sbarco degli aliscafi (sì, sembra incredibile, ma è così), l’altra tra le colline dell’isola, e degli impianti annessi?
 Il costo dell’acqua delle Eolie a carico dello Stato, 13 euro a tonnellata, è la vera emergenza. Intere contrade prive di approvvigionamento idrico con la rete realizzata e pagata già da anni (con gli oneri di urbanizzazione), e costrette invece a pagare fino a 8 euro una tonnellata d’acqua trasportata dall’autobotte, è la vera emergenza. E non mi pare che la progettualità finora discussa, o l’intera gestione dell’emergenza “idrica”, apportino una reale e definitiva soluzione a questi problemi. Questa EMERGENZA è il massacro della democrazia e del territorio; è arrivato il momento di dire basta, di rifiutare le logiche (o illogiche) emergenziali, di rinunciare ai piccoli privilegi che ne possono derivare (per i pochi ammessi alle briciole, ovviamente) e di dire coraggiosamente che si deve ritornare ad affrontare problemi e soluzioni in maniera ordinaria, con i confronti, con i procedimenti trasparenti e verificabili da parte del cittadino, senza trovarsi le “sorprese” come il depuratore di Canneto Dentro e, in più, sentirsi presi in giro dalle affermazioni di un commissario che continua artatamente a ignorare i fatti, ovvero il voto espresso dal consiglio comunale, ovvero la voce di Lipari che dice NO AL DEPURATORE A CANNETO DENTRO.
 Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà

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