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venerdì 1 aprile 2011

Lampedusa e le isole minori della Sicilia nell’immaginario del Presidente del Consiglio. Il consigliere Lo Cascio scrive a Lo Schiavo, presidente ANCIM Sicilia


Gentile Sindaco Lo Schiavo,
 chi le scrive è consigliere comunale di una delle isole che lei, in qualità di Presidente ANCIM Sicilia, rappresenta, e lo fa per manifestarle la sensazione di sconforto e di tristezza di fronte all’ultima “sceneggiata di regime” che il Presidente Berlusconi ha messo in atto mercoledì scorso a Lampedusa.
Come isolano, non mi offendono le probabili e numerose falsità che sono state dette ieri, speculando su una situazione volutamente gestita per trasformarla nell’ennesima emergenza, né l’idea balzana del Nobel, né ancora gli acquisti immobiliari del Presidente, il quale è libero di disporre dei suoi soldi nel modo che preferisce.
Mi offende, invece, la percezione che il capo del governo mostra di avere delle isole minori e di tutti quelli che – come lei, come me – le abitiamo. L’idea dei campi da golf e del casinò, proposti come grottesca soluzione di fronte ai problemi reali di un’isola e dei suoi cittadini, può fare sorridere la stampa nazionale e internazionale, ma io la trovo profondamente, intimamente offensiva. Lampedusa ha una sua precisa identità e una sua connotazione, persegue un proprio modello di sviluppo in maniera più o meno coerente alla sua storia e alla sua economia, e dunque ha una sua dignità; non ha certamente bisogno di essere camuffata da qualcos’altro per averne una posticcia, o per sentirsi più “luogo” di quanto non sia già. Forse il capo del governo confonde la sua insularità, il suo essere isola, con uno dei paradisi fiscali d’oltre oceano dove abitualmente trascorre dorate vacanze tra palme e campi da golf, o dove le società che egli controlla effettuano massicci investimenti immobiliari senza troppe regole d’intralcio.
Non ho dubbi che Lampedusa, passata la buriana, campi da golf e casinò non ne vedrà mai. Ciò che trovo offensivo, invece, è il fatto che una delle massime autorità dello stato la tratti alla stregua di un posto di serie B, privo di questi benefit che – secondo stereotipi che rivelano una modesta capacità di immaginazione – risulterebbero necessari per adeguarla a standard opportuni per un’isola. Berlusconi va in un’isola minore della Sicilia e non parla di scuole, di ospedali e strutture sanitarie, del costo dell’acqua, della qualità della vita della gente, di trasporti marittimi, ma di campi da golf, porti franchi e casinò.
Se il capo del governo esprime in una simile occasione il meglio che questo governo è capace di delineare e proporre per il futuro delle nostre isole, diventa facile comprendere il lungo corollario di silenzi, di omissioni e di promesse puntualmente disattese che hanno caratterizzato fasi cruciali per la nostra esistenza insulare, tuttavia molto lontane – evidentemente – dall’essere state comprese da questi nostri rappresentanti; cito soltanto la vergognosa gestione della privatizzazione della Siremar e l’abbandono delle isole minori al loro destino, un destino incerto, nella totale latitanza dello Stato.
Ritengo che tacere di fronte a questo sfoggio di superficialità, di assoluta distanza dalla realtà, di fronte all’ennesimo esempio di come le comunità insulari vengano considerate tribù indigene da tenere buone con le perline colorate e le loro isole siano percepite soltanto come luogo di vacanza del nababbo di turno, sia un pericoloso errore. È raro che le nostre isole godano di attenzione mediatica durante gli undici mesi all’anno all’infuori di agosto, ed è triste che ciò avvenga a spese di migliaia di disperati in fuga dalla fame e dalla guerra; ma, signor Sindaco, ne approfitti. Risponda al capo del governo che Lampedusa, con 300 millimetri di pioggia all’anno e un costo dell’acqua trasportata con le navi che grava sul bilancio dello Stato per svariati milioni, non ha bisogno del campo da golf per sentirsi un pezzo di questo Paese. Sono altre le cose di cui ha bisogno, al pari delle altre isole che lei rappresenta, ed è possibile comprenderle solo ascoltando le istanze delle loro comunità, che non necessitano di patetiche comparsate come quelle di mercoledì scorso a Lampedusa.
La ringrazio per quanto vorrà fare e le porgo cordiali saluti.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale del Comune di Lipari
Sinistra Ecologia e Libertà

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