Riceviamo da Saverio Merlino e pubblichiamo:
Si continua a sostenere che il ridimensionamento dell’Ospedale di Lipari rientra nel piano di riforma sanitaria regionale indispensabile per il contenimento della spesa sanitraria imposta dal Ministro dell’Economia e alla quale il Ministro della salute deve obbedire.
Noi continuiamo a sostenere che sicuramente tanti sprechi ci sono stati e ci sono stati nella sanità, anche in quella siciliana, ma siamo altrettanto convinti, e per questo protestiamo, che “uccidendo l’ospedale di Lipari” non si faranno quadare i conti della regione Sicilia e nemmeno quelli dello Stato.
Poi, però, mi guardo intorno, mi informo e noto che, per esempio, nelle isole campane, né l’Ospedale di Capri, né quello di Ischia, né quello di Procida hanno subito ridimensionamenti…anzi.
Questo va bene. Va bene perché i bisogni delle isole minori, a partire da quelli della salute, non possono paragonarsi a quelli esistenti nella terraferma e vanno affrontati diversamente garantendo alla gente che vive in queste realtà gli stessi dirtitti civili e costituzionali degli altrri cittadini itraliani.
Se la spesa sanitaria per queste realtà non può ridimensionarsi non sarà certamente un dramma che compromette il nostro PIL.
Ritornando poi alle isole campane e ai loro attuali ospedali continua a sorgermi il dubbio che forse, chi doveva far sentire “la voce” non è riuscito ad alzarla al tono giusto, forse, in questo caso, il più alto della scala, sicuramente necessario per difendere il diritto alla salute, come anche il diritto di poter nascere, in piena sicurezza, nel nostro ospedale di Lipari.
Saverio Merlino
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