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sabato 19 novembre 2011

Lettera aperta agli amici della sinistra (di Lino Natoli)

Cari amici della sinistra di Lipari,
dopo dieci terribili anni di amministrazione che hanno sfregiato l'immagine del nostro comune, depresso l'economia, offeso la cultura, immiserito la qualità delle relazioni sociali, delegato all'esterno ogni prospettiva di futuro, abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità di agire. Il tempo delle analisi politiche è finito, i giudizi su ciò che è avvenuto sono stati espressi. Adesso siamo tutti posti di fronte ad un bivio: impiegare ogni energia possibile per cercare di cambiare questo paese e ridargli speranza nel futuro, oppure arrenderci ad altri dieci anni di ignavia che distruggeranno per sempre ciò che sino ad oggi abbiamo conosciuto ed orgogliosamente indicato al mondo circostante come le Eolie.
Il clima di corruzione morale e civile che ha pervaso la nostra comunità ha ottenuto il peggior risultato possibile, ovvero il disimpegno di molti che invece potrebbero, anzi dovrebbero impegnarsi per la rinascita di questo comune. Non bastano gli errori del passato, la miopia politica, l'avventatezza di certe iniziative a giustificare il disinteresse, l'altezzosa presa di distanza, il rifiuto della contaminazione, la gelosa tutela di una purezza personale che invece  rischia di marcire insieme a tutto il resto. In ciò avverto anch'io le mie responsabilità che certamente non considero più lievi solo perché condivise con troppi altri che hanno rinunciato alla politica. Allo stesso tempo non esito neppure ad esprimere la mia ammirazione nei confronti di chi, in questi anni così difficili, ha continuato a lottare senza scoraggiarsi sapendo che poche sarebbero state le gratificazioni personali se non quella impagabile di sentirsi a posto con la propria coscienza.
La sinistra a Lipari non può limitarsi a svolgere un ruolo di testimonianza, non può ridursi a club di eletti che discutono, giudicano, non agiscono e si auto-assolvono. La sinistra, per quanto divisa e minoritaria, non può rinunciare ad un ruolo da protagonista nella vita sociale e politica del paese, proprio perché pretende di essere depositaria delle proposte migliori per il futuro della nostra comunità. Forse non potrà fungere da unico traino, ma non per questo può illudersi di risolvere tutto semplicemente lasciandosi trainare; e le occasioni nelle quali ha effettivamente svolto un ruolo attivo, come nel caso del famigerato mega-porto o in quello più recente della difesa dell'ospedale, dimostrano l'indispensabilità di una sinistra attiva, viva, portatrice di iniziative, di idee, di donne e di uomini desiderosi e capaci di affrontare ostinatamente ogni problema. Per questo non accetto, non posso accettare lo spettacolo quotidiano di candidature, auto-candidature, investiture che sembrano mosse dal divino o dal destino. Non posso accettare, perché ho la presunzione di dire che è inaccettabile, che un argomento così serio, in un momento così gravemente delicato, si riduca a chiacchiera da bar e si esaurisca insieme a tutte le altre chiacchiere da bar con una scrollata di spalle.
Mi rivolgo a voi, amici della sinistra delle Isole Eolie, perché non si lasci passare anche questa occasione con il dubbio che forse qualcosa in più si poteva fare, chiedo a chi è impegnato direttamente in politica, ma soprattutto a chi in questi anni ha deciso di rimanere in disparte, di dare quello che può per il bene di tutta la comunità, di rinunciare anche a qualcosa di sé, del suo interesse privato, della tutela della sua identità politica, della intangibilità dei suoi ideali, per metterla a disposizione del paese. Alla fine sono sicuro che si potranno ottenere ancora grandi risultati: cambiare questo paese, restituirgli decoro, dignità, speranza. E se anche la battaglia elettorale andasse perduta, si otterrebbe lo stesso un obbiettivo prezioso: consentire alla parte del paese che veramente vuole cambiare, ai giovani che avvertono con frustrazione il declino di una comunità che sta progressivamente uccidendo il loro entusiasmo, di potere andare a votare senza remore, senza indugi, senza avvertire senso di nausea per ciò che sta facendo. 
Lino Natoli

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