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lunedì 19 dicembre 2011

Riflessione politico-economica (di Francesco Finocchiaro)

Consiglierei a questo punto di lasciar perdere per un momento quelli che sono i vostri abituali argomenti di discussione su temi come politica, economia, società.
Soprattutto vi consiglierei di dimenticare, per un attimo, tutto ciò che quotidianamente assorbite dai quotidiani, dai mass-media, e, se siete abbastanza giovani, dai vostri docenti a scuola.
E riflettete....
Qualcuno, o qualcosa, ci ha piano piano convinti tutti che la forte involuzione economica e sociale che sta investendo il mondo non è un problema ideologico,  e che si tratta di una delle tante crisi cicliche che periodicamente hanno investito il sistema, forse la peggiore di sempre, ma pur sempre risolvibile.
D'altronde, sinistra e destra non esistono più, ci dicono,  e siamo tutti d'accordo su che strada deve prendere il pianeta, o quanto meno su come deve percorrerla.
Le ideologie sono finite, morte, distrutte, e ciò che realmente conta è la politica economica, far quadrare i conti, si tratta tutt'al più di stabilire chi tassare più e chi meno. E' divertente osservare che la reazione piú istintiva del singolo sia operare affinchè vengano tassati gli altri, ovviamente, piuttosto che cercare di capire perchè avvengono le tassazioni ingiuste.
Assistiamo sempre più spesso ad aree politiche che sembrano quasi un mix dei vecchi blocchi del passato: i comunisti sono diventati liberisti, i cattolici strizzano l'occhio a destra e a sinistra, ( catto-comunisti, ma che significa?), ed in sostanza i programmi di governo si assomigliano tutti abbastanza.
Insomma le vecchie ideologie vengono sovente prese in prestito dai nostri spaesati politici per giustificare questo o quell'altro atteggiamento.
La differenza, alla fine, è più che altro una questione di soldi.
Non mi convince.
A me sembra invece che il principale argomento di cui si dovrebbe discutere, ed informare il piú possibile la popolazione, sia assolutamente di natura ideologica,  e riguarda l'analisi e la comprensione dei meccanismi che su larga scala stanno generando il nostro futuro, quello dell'umanità.
"Di cosa stiamo parlando?"  direte voi.
Andrò subito al nocciolo.
Intanto posso tranquillizzarvi, sinistra e destra non esistono più.
Vi sono invece adesso essenzialmente 2 diverse ideologie che lottano per la propria affermazione e, con le dovute differenze, in ogni parte del mondo si consuma la stessa identica lotta.
La prima è quella che conosciamo bene, persegue l'ideale del liberismo totale e dell'abbattimento delle frontiere, la libera circolazione del denaro, in pratica quella che sta costruendo il mondo globalizzato come oggi lo conosciamo ( sarebbe meglio dire "come oggi lo possiamo intuire" ), cioè come Mercato Globale, e che punta ovviamente a ciò che rappresenta la naturale evoluzione di questo pensiero: il mondo sotto forma di uno stato unico globale, con un unico governo mondiale. Viene definita ideologia Neo-liberista.
Siete stupiti? Non dovreste.
Vi sembra che io stia esagerando?
Da tempo abbiamo assimilato ed accettato ( o per parafrasare Monti "Metabolizzato" ) questi concetti.
In realtà sono convinto che quelli di voi che non ne capiscono un accidenti di economia ( non me ne vogliate ) sicuramente sono in grado di fare sfoggio di importanti teorie se si parla di liberalizzazioni, di privatizzazioni, etc.....
Chi , poi, è contro l'Europa?
Nessuno, direi;  e chi è contro è pazzo oppure è in mala fede.
Ormai siamo tutti straconvinti che il liberismo sia l'unico modello disponibile, liberare l'economia dai vincoli di regole troppo rigide e libera circolazione dei capitali.
Certo forse distrattamente non l'avete mai vista nei termini di un governo mondiale, d'altronde chissà quando si realizzerebbe, tra cinquanta, forse cento anni, e noi siamo stati abituati a concepire le cose piú vicine a noi.
Vi garantisco che la naturale evoluzione del sistema che stiamo tutti tacitamente accettando, e suo implicito obiettivo, è il mondo unito come unico mercato globale.
 Prima di proseguire illustrandovi il modello alternativo a quello liberista, vorrei soffermarmi un'attimo su quanto appena detto.
 Avete capito bene cosa state accettando???
 Per esemplificare meglio il concetto, e visto che siamo in Italia, vi riporto alcuni passaggi del "Rapporto al Presidente della Commissione Europea", inidrizzato a Josè Manuel Barroso, mittente il nostro Mario Monti nella qualità di Presidente della Bocconi, datato 9 Maggio 2010, e che potete scaricare da questo link:
 Vediamo come si esprime il nostro beniamino:
 "....Il rapporto propone quindi una nuova strategia per proteggere il mercato unico dai rischi dei nazionalismi economici, per estenderlo ai nuovi settori cruciali per la crescita dell'Europa e per creare attorno ad esso un adeguato livello di consenso.
Tale nuova strategia deve avere un perimetro ampio.
Molte politiche tradizionalmente ritenute estranee al mercato unico devono essere integrate per perseguire l'obiettivo strategico del mercato unico.
Questo approccio globale prevede tre grandi serie di iniziative:
1. le iniziative volte a costruire un mercato unico più forte;
2. le iniziative volte a promuovere il consenso attorno ad un mercato unico più forte e
3. le iniziative volte a garantire che il mercato unico più forte dia i risultati attesi."
 ".... Se la causa del mercato unico viene sostenuta in un'ottica moderna e non dogmatica, alcuni "critici radicali"potrebbero essere in parteportati a rivedere le proprie posizioni."
 Proteggere il mercato unico dai nazionalismi economici???
Promuovere il consenso intorno al mercato unico???
 Suona un pó di propaganda, ma andiamo avanti....
In questo bel rapporto di 118 pagine, che vi esorto a leggere, la parola "Mercato unico" compare per ben 472 volte.
Si, le ho contate, e se proprio lo volete sapere ho contato anche quante volte compare la parola "cittadino".... 
Ebbene, 7 volte, e questo grazie soprattutto al paragrafo che si intitola "il cittadino nel mercato unico" ( manco a dirlo ) in cui la parola cittadino compare 4 volte.....
In realtà ciò che tragicamente traspare ( e questo piccolo rapporto è solo un granellino nell'oceano ) è che la filosofia neo-liberista che si è andata affermando nelle nostre società "moderne" ha come fine ultimo la creazione di questo benedetto Mercato Unico, entità sovranazionale quasi metafisica...
Bene, ma con il cittadino come la mettiamo?
Ragazzi, ma che domande sono?  Dovreste averlo intuito dai contenuti delle riforme ironicamente denominate "Salva Italia" che il nostro Premier ci sta propinando in questi giorni: Il cittadino capirà che deve sacrificarsi, come spesso ribadisce, per un bene superiore ( leggi,ehm, Unione Europea ).
A me sembra che si stiano invertendo i ruoli.
Il cittadino deve sacrificarsi per salvare il Mercato Unico?
Più ci rifletto più non mi convince.
Non dovrebbe essere il benessere dei cittadini al centro dei pensieri dei politici e degli stati?
Eppure abbiamo già assistito ad applicazioni reali di tale principio, il salvataggio delle banche di Obama mentre milioni di famiglie perdevano casa e lavoro, per esempio.
Ma non dobbiamo stupirci, d'altronde è il liberismo in sè che comporta questo, il solo fatto di concepire colossi finanziari grandi economicamente quanto 10-15 stati porta implicitamente con sè questo principio: primo, salvare il sistema.
Stiamo parlando del fatto che tutti noi, piano piano, ci siamo convinti della "inevitabilità" di questo mondo globale, di questo mondo del web che oltrepassa i confini, e grazie a messaggi suggestivi di questo tipo ci siamo lasciati dolcemente abbandonare alle coccole del mercato globale, dell'europa unita,e abbiamo placidamente accettato il concetto di lasciar violentare le nostre costituzioni e le nostre identità nazionali in luogo di entità sovranazionali con una leggerezza ed un pressappochismo sconcertante.
Entità sovranazionali.
Forse non ci abbiamo mai riflettuto bene, ma questo significa, ne piú e ne meno, lasciar accadere che organismi molto grandi, a volte anche non eletti, possano decidere qualcosa che prevarichi l'autorità nazionale di uno stato.
Siete sempre sicuri che il problema non sia ideologico?
Cosí, dopo secoli di storia umana in cui si sono succedute tirannie, dittature, schiavismo, razzismo,  dopo essere giunti faticosamente e sanguinosamente all'autodeterminazione di stati democratici, che hanno improntato il loro sviluppo su carte costituzionali che hanno sancito i diritti fondamentali dell'individuo, abbiamo ben pensato, indotti certo dalle storture presenti in ogni democrazia ( inevitabile trattandosi di un sistema applicato dall'uomo ), che fosse meglio far dipendere le politiche sociali da quelle economiche, soggiogati dall' idea folle che un mercato economicamente libero si sarebbe autoregolamentato meglio di una repubblica fondata sui diritti civili e sugli obblighi dello stato verso i suoi cittadini.
Questo secondo me è successo perchè dopo solo pochi decenni di vera democrazia, i cittadini che l' hanno vissuta l' hanno troppo presto reputata una cosa scontata, dimenticandosi che la storia ci insegna che i poteri forti tendono invece sempre verso un'oligarchia, un dominio di pochi sulle masse che ha ben poco di democratico.
 I 400 cittadini piú ricchi degli stati uniti producono un reddito maggiore di 6 volte di quello nazionale della Turchia.... 
Vi stimola qualche riflessione???
Così qui giungiamo all'alternativa a questa ideologia liberista ormai imperante.
La seconda ideologia, tutt'altro che nuova ma da sempre avversata dai potenti, è l'ideologia repubblicana, basata sulla democrazia, come avrete intuito.
Le vere, moderne, democrazie sono nate, se vogliamo, in tempi recenti, e dando uno sguardo alle costituzioni di questi paesi democratici risulta evidente come gli stati ed i governi ( a sentire le costituzioni ) abbiamo giustificazione solo nella misura in cui agiscono per creare quelle condizioni ideali per il benessere dell'individuo, consentendogli di svilupparsi liberamente e di sviluppare liberamente la sua personale e legittima ricerca della felicità.
Gli stati ed i governi devono occuparsi del cittadino.
Per garantirgli una vita sempre migliore, ispirata da principi di uguaglianza, rispetto e tolleranza.
 Ma queste cose, in modi diversi, sono già scritte nelle costituzioni degli stati Europei ed in quella Americana, e si tratta di concetti di una bellezza unica.
 Se li state considerando ovvi vi vorrei far riflettere che durante il corso della storia ovvi non lo sono mai stati.
 Non riesco a credere che non riusciate ad accorgervene, non facciamoci prendere in giro: nessun Mercato Unico sarà mai più importante del benessere delle persone. La salute di uno stato non si misura dai suoi indici di borsa o dalle quotazioni dei btp triennali, ma da come esso assolve ai suoi compiti verso i cittadini, da come si preoccupa di istruzione, servizi, trasporti, dalla qualità della vita insomma.
Mi dispiace per gli europeisti convinti ma non credo che siamo di fronte ad una semplice crisi ciclica, ma credo, ed in parte spero, che si tratti di una crisi sistemica, vale a dire qualcosa che vede le sue radici già nelle storture insite nel sistema, dalla quale non si puó uscire se non cambiando il sistema stesso, cambiando le regole.
Siamo in 7 miliardi circa nel pianeta e solo il 15% beneficia del benessere di questa moderna globalizzazione, e c'è da scommettere che questa forbice non possa far altro che ampliarsi visti i presupposti che il nostro caro Mercato Unico porta con sé, dunque forse un leggero ritocco alle regole.....
Francesco Finocchiaro

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