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mercoledì 29 agosto 2012
Fino a quando avremo l’acqua con le navi? (di Michele Giacomantonio)
Non so se gli eoliani hanno la consapevolezza che per loro la cosiddetta “spending review” - manifestatasi con la messa in discussione dell’ospedale, della pretura e in parte dei collegamenti marittimi - potrebbe essere solo agli inizi e riguardare sacrifici più pesanti e drammatici. Penso in particolare al rifornimento idrico, quello che avviene col trasporto per navi, che costa allo Stato un occhio della testa: se non vado errato circa 20 milioni di euro per tutte le isole minori. Ma ciò che mi preoccupa di più è il vedere che nessuno ci pensa e che anche quei pochi passi fatti in questa direzione dal Comune di Lipari più di dieci anni fa – mi riferisco al recupero dei reflui all’interno del progetto del ciclo dell’acqua e la creazione della seconda rete per i bisogni delle campagne e dei giardini – sono stati sconsideratamente cancellati da quel flagello che è stata l’Amministrazione Bruno..
Ed invece l’impegno per l’autosufficienza idrica – come anche l’autosufficienza energetica e l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti solidi – dovrebbe essere una delle priorità.
Concentriamoci un istante sull’autosufficienza idrica. Che cosa bisognerebbe fare? Penso soprattutto a tre cose essenziali: riproporre con urgenza la depurazione dei reflui per le esigenze dell’agricoltura e dell’arredo urbano; puntare sul recupero quanto più è possibile delle acque piovane che scorrono, quando piove, sulle nostre strade cementate e nessuno pensa a recuperarle; penso alla dissalazione – visto la grande risorsa del mare – non solo attraverso strutture pubbliche che vanno potenziate ma anche attraverso dissalatori privati come quelli previsti dal progetto “Zeus” e sollecitati dall’Unesco. Dissalatori privati, per i quali esistono tutte le tecnologie necessarie, e che potrebbero riguardare, in un progetto pilota, tutti gli alberghi delle isole.
Mi rendo conto però che affrontare questo problema, come quelli dei rifiuti e dell’energia, pretende una rivoluzione culturale che porti ogni cittadino a responsabilizzarsi e pretende un intreccio di iniziative convergenti fra amministrazioni pubbliche e privati. E’ opportuno che con urgenza la nuova amministrazione cerchi di attivare quei finanziamenti UE che riguardano azioni di “awareness” fra i cittadini cioè di presa di coscienza, di consapevolezza dei problemi, di condivisione delle soluzioni mirate all’autosufficienza in questi settori.
Michele Giacomantonio
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