Continua
senza sosta l’attività di controllo lungo l’intera filiera della pesca da parte
del personale della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Milazzo.
Nella
giornata del 25 febbraio c.a., durante un controllo della costa di
giurisdizione una pattuglia automontata della Guardia Costiera di Milazzo, ha individuato
alcuni soggetti intenti in attività di pesca con reti del tipo “Sciabica” con
velo in località Monforte Marina. I militari, pertanto, sono prontamente
intervenuti procedendo al sequestro dell’attrezzo.
In
data odierna, inoltre, il gommone GC A64 della Capitaneria di porto di Milazzo
impegnato fin dalle prime luci dell’alba in attività di pattugliamento lungo il
tratto di costa compreso tra Milazzo e Sant’Agata di Militello, ha intercettato
alcuni soggetti intenti in attività di pesca con attrezzi non consentiti del
tipo sciabica con velo, procedendo anche in questo caso al sequestro dell’attrezzo
citato.
Nei
giorni precedenti sempre il gommone GC A64 aveva fermato un peschereccio impegnato
in attività di pesca con le sigle identificative occultate, verosimilmente, per
sfuggire ai controlli del personale della Guardia Costiera, inoltre, la stessa
unità non aveva a bordo alcuni prescritti documenti per l’esercizio della pesca
con le reti da posta. Il comandante e l’armatore del peschereccio sono stati,
pertanto, sanzionati ai sensi della vigente normativa che prevede, altresì,
l’assegnazione di punti alla licenza di pesca.
Al
termine dell’attività di controllo i militari operanti hanno provveduto ad
elevare complessivamente n. 8 verbali di illecito amministrativo per un totale
di Euro 9.100, a sequestrare mt. 1.000 circa di reti illegali, ed un c.d.
“siluro”, ovvero una fonte luminosa illecitamente impiegata da diportisti per
la pesca del totano.
Le
citate reti da pesca sono vietate dalla vigente normativa comunitaria e
nazionale sia per la pesca professionale che per la pesca dilettantistica in
quanto, per caratteristiche tecniche di costruzione e di impiego sono rivolti
alle catture di specie ittiche di piccolissima taglia, in particolare il
novellame di sarda.
Più
precisamente tale tipo di attrezzo è definito dal Regolamento Ce 1967/2006
quale “rete trainata”; lo stesso provvedimento disciplina il corretto uso di
tale attrezzo stabilendone l’ampiezza minima delle maglie, nonché l’espresso
divieto di utilizzo da parte di unità da diporto. L’uso di questo attrezzo è
considerato dalla normativa comunitaria quale “infrazione grave” e, pertanto, comporta
l’adozione di sanzioni particolarmente onerose con l’attribuzione di punti
sulla licenza di pesca.
A
tutela dell’ambiente marino e della risorsa ittica, proseguiranno nei prossimi
giorni i controlli nell’ambito dei sorgitori di propria giurisdizione al fine
di accertare e reprimere ogni genere di comportamento illecito, con particolare attenzione al
fenomeno della pesca e della commercializzazione illecita del novellame di
sarda che, proprio in questo periodo, tende ad intensificarsi notevolmente.
Milazzo lì 26 febbraio 2014
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