COMUNICATO
“È mancata qualsiasi
forma di concertazione con le realtà locali che sono direttamente coinvolte
dall’oggetto del disegno di legge”, dichiara il consigliere comunale de La
Sinistra Pietro Lo Cascio a proposito del via libera da parte della commissione
dell’ARS al ddl sulle isole minori, “e se questo già appare francamente
incomprensibile, mi sembra ancora più grave che tale risultato venga
rivendicato come obiettivo fortemente voluto da un sindaco isolano – Lo Schiavo
– che se ne è occupato in qualità di coordinatore ANCIM Sicilia”. Il punto
dolente è il mancato coinvolgimento dei consigli comunali delle isole
siciliane, “che forti della loro lunga e diretta sperimentazione dei problemi,
ma anche come rappresentanti delle comunità insulari, avrebbero potuto
apportare notevoli contributi a una bozza che circolava da mesi, alla quale
però – come il segreto di Pulcinella – nessuno aveva accesso in forma
ufficiale”. “L’ANCIM, pur rappresentandoli, non può sostituire gli enti locali
nei processi di partecipazione e di valutazione preliminare di quella che
potrebbe essere la prima legge ad hoc per le isole minori, che questi territori
attendono da anni”, continua Lo Cascio, evidenziando come la sintesi del testo
diffuso a mezzo stampa contenga “certamente spunti interessanti e
oggettivamente attinenti a molti problemi che quotidianamente vessano le isole,
ma anche alcuni aspetti poco chiari, che rischiano di aprire scenari
preoccupanti e riproporre forme di speculazione alle quali le stesse hanno già
pagato in passato pesanti tributi”. Tra questi, il consigliere de La Sinistra
evidenzia la deroga agli strumenti urbanistici vigenti per mutare la destinazione
d’uso di immobili esistenti per potenziare i servizi alberghieri. “Per quale
motivo dovremmo dotarci di strumenti urbanistici e poi prevedere per legge la
possibilità di derogarli?” si chiede Lo Cascio. “C’è da sperare che, nell’iter
del ddl, intervengano sostanziali misure correttive in questo senso.
Altrimenti, sarebbe facile immaginare che non improbabili speculatori stiano
sfregandosi già le mani, vedendosi spianata la strada per interventi che –
invece – devono essere frutto di opportune pianificazioni urbanistiche”. Un
esempio per tutti? “Gli stabilimenti industriali delle cave di pomice,
d’incanto, potrebbero essere trasformati in altrettanti alberghi, creando un
polo turistico che sbaraglierebbe facilmente la concorrenza già esistente. E immagino
che gli eventuali protagonisti di una simile operazione, che certamente
richiede grandi disponibilità finanziarie, non abitino nel nostro territorio,
già saturo di strutture alberghiere – grazie alle leggerezze del passato – e
spesso costrette a farsi la guerra in casa pur di sopravvivere”.
COORDINAMENTO DE LA
SINISTRA EOLIANA
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