“A questa nazione, giovane di ieri e vecchia di trenta
secoli, manca del tutto l’idealità. Religione non può esserci dove uomini e
partiti non hanno idee o per idee si spacciano affocamenti di piccole passioni,
urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi: dove si baratta per
genio l’abilità, e per abilità qualche cosa di peggio;” Giosuè Carducci.
Curioso il comunicato della consulta giovanile – “Giovani in movimento”
apparso in questi giorni nei nostri blog di informazione on line, poco
azzeccato, forse, il riferimento a Enrico Berlinguer , ultimamente citato da
tutti, poiché grande figura e
soprattutto “portatore sano” della politica buona dello scorso secolo.
“I
Giovani devo avvicinarsi alla politica”. Giustissimo, sacrosanto, impeccabile…
e la citazione di Berlinguer, è eloquente. Ma chi ne ha preso in prestito, sa
anche, che avvicinarsi per stare in silenzio non è il modo migliore.
Avvicinarsi per subire passivamente le chiacchiere di chi la politica la fa da
molti anni con la consapevolezza di avere delle dirigenze “incompetenti”
piuttosto che eccellenti, potrebbe essere sconveniente ai fini della crescita e
dell’autonomia di pensiero. Silenzio, spogliarello delle libertà civili
delegandole in bianco a chi sia abbastanza rapace da appropriarsene, disagio…
quello della libertà, che preferisce i comodi del cortigiano alle libertà del
cittadino che possono essere faticose, richiedono costante vigilanza e impegno.
Questi i tristi contenuti percepiti dalla “pericolosa” compagnia di Sara
Basile, lo scorso 8 Novembre nella riunione/dibattito tenutasi con il sindaco e
i pochi giovani che hanno preso la parola. Una pubblicità di prodotti
congelati, esordiva così: “Ci sono due modi per fare i nodi, quello giusto e
quello sbagliato” e dunque, ci sono due modi per avvicinarsi alla politica,
quello giusto e quello sbagliato. Sicuramente il silenzio e la servitù
volontaria non sono quelli giusti.
I giovani devono FARE politica, non
ascoltare i politici e prendere passivamente dalle loro bocche. ATTIVIAMOCI,
ALZIAMO IL VOLUME. Se le voci degli “altri” sono il vento, noi non dobbiamo
essere le canne di bambù, ma querce con radici forti ben radicate. Non dobbiamo
fare la figura dei daltonici a cui vengono spiegati i colori, dobbiamo saper
riconoscere il giallo dal rosa, il buono dal cattivo. Il silenzio fa troppo
rumore in questo posto, i timpani sanguinano dal rimbombo.
“Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo
consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita
ad una politica, beh tutti qui a “Lipari” siamo in grado di giudicarla”. Basta auto
complimentarsi per essere riusciti in
qualcosina di poco e legittimo! Sprechiamo le calorie dei bei piatti di pasta
per non rimanere in SILENZIO.
La “Compagnia” di Sara Basile.
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