“La Costituzione Italiana garantisce il diritto allo studio ed alla formazione, garantisce (almeno sulla carta) che tutti possano avere l’opportunità di studiare, crearsi un proprio futuro, anche nel caso non sussistano le condizioni economiche. Anzi, proprio in quel caso, garantisce che vengano forniti supporti perché il diritto allo studio non venga mai meno. E allora come commentare l’innalzamento delle tasse della prima rata, nell’Università di Messina, del ben 300%?”.
E’ questo il commento di Francesco D’Uva, PortaVoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera, alle ultime notizie sull’innalzamento assurdo delle tasse universitarie.
“Ho depositato un’interrogazione perché il Ministro risponda, in modo preciso, a questo diritto allo studio negato – ha affermato D’Uva – oltre a chiarire il motivo per cui in Italia non esiste un organismo di controllo e vigilanza in questo campo”.
I dati a cui il PortaVoce fa riferimento nella sua interrogazione sono quelli del “Rapporto sullo stato dell’università e della ricerca in Italia”, presentato il 18 marzo 2014 dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca).
“Secondo le statistiche – ha continuato D’Uva – il quadro generale sulle immatricolazioni nel nostro Paese è assolutamente allarmante”. L’ANVUR, difatti, ha registrato un calo delle immatricolazioni del 10% nelle regioni del Nord Italia, del 25% nelle regioni del Centro e del 30% in quelle del Mezzogiorno. Sempre secondo l’Agenzia, le ultime riforme non avrebbero fatto altro che allargare la forbice esistente tra Nord e Sud andando ad incentivare un sistema per cui al Sud diviene sempre più insostenibile, per gli studenti, potersi iscrivere ad un corso di laurea.
“Gli atenei meridionali continuano il loro lento e progressivo allontanamento dal resto delle università italiane – ha continuato D’Uva – e questo anche a causa del nuovo diabolico sistema di finanziamento previsto dal Governo. Ricordiamo, infatti, che la premialità prevista per gli Atenei virtuosi viene garantita attraverso la sottrazione dei fondi per il finanziamento ordinario. Cosa implica questo? Che gli Atenei che non riescono ad accedere a tale quota sono costretti a far gravare i costi del loro funzionamento sugli studenti. Una situazione paradossale che costringe gli Atenei non virtuosi a far pagare una quantità di contributi che non rispecchia i servizi offerti”.
“La battaglia degli studenti di Messina e di tutta Italia – ha concluso D’Uva - è una battaglia che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da tempo. Proprio su questo tema ha depositato un progetto di legge che da mesi è bloccato in commissione. Ma non ci fermiamo e continuiamo ad urlare insieme: via le mani dal diritto allo studio!”.
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