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sabato 1 ottobre 2016

Workshop "Futurelights...sulla riqualificazione delle cave di pomice": Le idee progetto 4/5/6 e il video dell'intervento di Mastelloni

Il tema dominante del Workshop di Architettura, Luce e Paesaggio “Future Lights on a volcanic landscape” organizzato dal Comune di Lipari con la collaborazione del Consulente Volontario Dott. Angelo Sidoti, con il coordinamento dell’Arch. Claudio Lucchesi (rappresentante della Urban Future Organization) e la sponsorizzazione tecnica di iGUZZINI, la prima azienda italiana del settore illuminotecnico e una delle più importanti d'Europa, era costituito dalla realizzazione di un Parco Geominerario con una serie di variabili tendenti alla tutela del paesaggio e del patrimonio naturale- storico culturale e scientifico, oltre che al recupero dei fabbricati esistenti con diverse destinazioni.
Il risultato del lavoro prodotto da giovani architetti provenienti da Atenei del Territorio Siciliano e Calabrese è racchiuso in sei idee progettuali.

Qui di seguito analizziamo le idee progetto 4) 5) e 6).

La quarta idea progetto redatta dal gruppo di architetti, Gabriele De Giovanni, Claudia Gervasi, Simone Grande, Ambra Poidomani, Jessica Taig e Antonino Trapani, dal titolo “Campus di ricerca sulla cava di Pomice”, prevede la realizzazione di un Polo di Ricerca oltre che un Parco Geominerario.
L’ipotesi di progetto affronta il problema dell'accessibilità all'isola e dei collegamenti tra la costa e l'entroterra, sfruttando le risorse del luogo affinché queste siano strumento propulsivo di uno sviluppo sostenibile.
Lo studio preliminare ha previsto una riflessione sulle modalità di spostamento tra Lipari, le principali città italiane e le altre isole dell'arcipelago. Inoltre, è stata condotta una riflessione sulla mobilità interna all'isola, evidenziando la viabilità carrabile, il sistema di circolazione interna legato alle antiche attività produttive e la modalità di concentrazione degli insediamenti.
Pertanto, si è prevista una riorganizzazione degli spostamenti con la preferenza verso gli spostamenti diretti e l'utilizzo di trasporti alternativi all'aliscafo e la valorizzazione dei preesistenti attraversamenti interni, aumentando la possibilità di fruire non solo delle risorse balneari e subacquee ma anche archeologiche, escursionistiche ed enogastronomiche.
L’idea progettuale prevede l'istituzione di un complesso destinato alla ricerca, articolato lungo la costa e che nel suo insieme costituisca un punto nevralgico all'interno di una rete territoriale esterna all'isola. Il centro potrà accogliere diversi tipi di studi, tra i quali sono stati ipotizzati i dipartimenti di biologia marina, scienze naturali, scienze agroalimentari, insieme ad una struttura centrale di riunione e coordinamento. I dipartimenti sono distribuiti lungo la località di Porticello (come il centro di biologia marina), presso la Strada Provinciale (dipartimento di scienze agroalimentari) o ai piedi del sito delle ex cave di pomice (centro per le scienze naturali).
In quest'ambito sono previsti, in luogo di fatiscenti strutture industriali, delle strutture puntuali di accoglienza al parco geominerario che verrà istituito presso il precedente sito dell'estrazione. Il parco geominerario è fruibile attraverso il recupero dei tracciati utilizzati per le attività lavorative minerarie che si snodano tra le depressioni delle cave e creano dei percorsi naturalistici e sportivi. Lungo i percorsi sono stati previsti, inoltre, dei luoghi di sosta e di attraversamento all'ombra lungo i quali verranno ricavati degli spazi semi-ipogei destinati all'esposizione, creando uno spazio museale diffuso ed esperienziale. Il sistema dei percorsi termina in prossimità del cratere del vulcano e si raccorda al sistema viario che, distribuendosi nell'entroterra, permette il collegamento con gli insediamenti circostanti.

La quinta idea progetto redatta dal gruppo di architetti, Olga Cannizzaro, Marina Giordano, Giuseppe Ipsale, Giuseppe Milia, Angelo Nasello e Giorgia Patane, dal titolo “Cultural Tourism Attraction”, nasce da un attento studio mineralogico della Pomice, dalla struttura alla composizione chimica, attraverso un complesso algoritmo è stata realizzata una griglia esaedrica irregolare che si modifica in accordo alle curve di livello del terreno e che quindi è da supporto ed aiuto per un’eventuale modificazione del suole e messa in sicurezza dell’intera area, sempre in accordo con la natura orografica del sito; è, inoltre,  spunto per la composizione degli edifici suggerendo fondamentali assi visuali.
Il progetto va dal microscopico al meta-paesaggio che idealmente abbraccia, come fosse una rete, tutto l’arcipelago fino ad arrivare alla Sicilia, rendendo, di fatto, Lipari polo attrattivo per le sue caratteristiche uniche.
Il progetto si compone di tre parti principali, per uno sviluppo culturale unico in tutte le isole eoliane: parco termale, centro studi e ricerca vulcanologico e astrologico, parco musicale.
Il primo, sito all’interna della cava si propone: il riutilizzo della pomice, non più in maniera usurpativa ma curativa, è risaputo che la pomice sia impiegata anche per numerosi trattamenti estetici; e l’utilizzo delle acque termali di cui l’isola è ricca e che raggiungono una temperatura di 45 C°. Nell’area di Porticello è stato pensato un idroscalo (valutando sbarchi o stazioni alternative sull’isola), il posto è ottimale per la sua realizzazione, pensato lì grazie al supporto di 40 anni di studi sui venti, inoltre, è stato accertato che questo tipo di struttura è a bassissimo impatto ambientale e paesaggistico; essendo questo un nuovo ingresso all’isola la zona si compone di un edificio contente servizi ricettivi, informativi e turistici.
Il centro studi e ricerca vulcanologico e astrologico è posizionato all’interno del cratere dove è stato pensato anche un ripristino dell’antica coltivazione della vite isolana, il corinto nero, che oltre a ripristinare l’antica economia del luogo è anche testimonianza storica, essendo stata introdotta dai greci, che non può e non deve andar perduta.
Il parco musicale invece è posizionato ad Acquacalda, posto isolato e silenzioso che già per sua natura regala una fortissima suggestione musicale, il progetto si compone di una scuola musicale, un teatro e un’area dedicata a meeting e workshop con maestri nel campo mondiale che già furono ospitati dall’isola.
La sesta idea progetto redatta dal gruppo di architetti, Agrippino Trigilia, Alida D'Ambra, Concetto Ficara, Denise Santaera, Giuseppe Ammendola, Maria Teresa Porrello, Michael Marturano, dal titolo “Build Aeolian Architecture for New Generation”, prende spunto dal Big Bang, un'esplosione che genera particelle, dei satelliti raggiungibili attraverso una rete.
Quest'ultima infatti permea tutto il progetto in quanto si è pensato ad una rete di collegamenti e una di attività connesse tra loro. 
Le principali attività previste sono: un orto e una cantina sociale che consentano alla gente del luogo di riappropriarsi del territorio e di antiche tradizioni; un campus universitario in cui sia possibile studiare le biodiversità delle isole e una rete di musei per approfondire le peculiarità di ognuna; un teatro a cielo aperto che affacci sul mare ed un centro di arti performative. 
Lo studio dei trasporti, interni all'isola e non solo, e dell'affluenza turistica ha condotto alla stesura di un ipotetico calendario che offra servizi fruibili anche durante la stagione invernale ed infrastrutture pensate per diversi target, che consentano di raggiungere più facilmente l'area d'intervento. 
L'obiettivo è stato quello di inserire le cave in un progetto che riguardasse l'interno arcipelago, un contesto che si presta ad accogliere un'architettura che ha come fine la simultaneità di visioni. 



Proseguiamo, grazie a Matteo Salin di Eolnet, nella pubblicazione degli interventi al workshop sulla riqualificazione delle cave di pomice. L'intervento di Mastelloni

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