Il
tema dominante del Workshop di Architettura, Luce e Paesaggio “Future Lights on
a volcanic landscape” organizzato dal Comune
di Lipari con la collaborazione del Consulente Volontario Dott. Angelo
Sidoti, con il coordinamento dell’Arch. Claudio Lucchesi (rappresentante della Urban Future Organization) e la
sponsorizzazione tecnica di iGUZZINI,
la prima azienda italiana del
settore illuminotecnico e una delle più importanti d'Europa, era costituito dalla realizzazione di un Parco Geominerario con una serie di
variabili tendenti alla tutela del paesaggio e del patrimonio naturale- storico
culturale e scientifico, oltre che al recupero dei fabbricati esistenti con
diverse destinazioni.
Il
risultato del lavoro prodotto da giovani architetti provenienti da Atenei del
Territorio Siciliano e Calabrese è racchiuso in sei idee progettuali.
Qui di seguito analizziamo le idee progetto 4) 5) e 6).
La quarta idea progetto redatta dal gruppo di architetti,
Gabriele De Giovanni, Claudia Gervasi, Simone Grande, Ambra Poidomani, Jessica
Taig e Antonino Trapani, dal titolo “Campus di ricerca sulla cava di Pomice”, prevede
la realizzazione di un Polo di Ricerca oltre che un Parco Geominerario.
L’ipotesi
di progetto affronta il problema dell'accessibilità all'isola e dei
collegamenti tra la costa e l'entroterra, sfruttando le risorse del luogo
affinché queste siano strumento propulsivo di uno sviluppo sostenibile.
Lo
studio preliminare ha previsto una riflessione sulle modalità di spostamento
tra Lipari, le principali città italiane e le altre isole dell'arcipelago.
Inoltre, è stata condotta una riflessione sulla mobilità interna all'isola,
evidenziando la viabilità carrabile, il sistema di circolazione interna legato
alle antiche attività produttive e la modalità di concentrazione degli
insediamenti.
Pertanto,
si è prevista una riorganizzazione degli spostamenti con la preferenza verso
gli spostamenti diretti e l'utilizzo di trasporti alternativi all'aliscafo e la
valorizzazione dei preesistenti attraversamenti interni, aumentando la
possibilità di fruire non solo delle risorse balneari e subacquee ma anche
archeologiche, escursionistiche ed enogastronomiche.
L’idea progettuale prevede l'istituzione di un complesso destinato alla ricerca, articolato lungo la costa e che
nel suo insieme costituisca un punto nevralgico all'interno di una rete
territoriale esterna all'isola. Il centro potrà accogliere diversi tipi di
studi, tra i quali sono stati ipotizzati i dipartimenti di biologia marina,
scienze naturali, scienze agroalimentari, insieme ad una struttura centrale di
riunione e coordinamento. I dipartimenti sono distribuiti lungo la località di
Porticello (come il centro di biologia marina), presso la Strada Provinciale
(dipartimento di scienze agroalimentari) o ai piedi del sito delle ex cave di
pomice (centro per le scienze naturali).
In
quest'ambito sono previsti, in luogo di fatiscenti strutture industriali, delle
strutture puntuali di accoglienza al parco
geominerario che verrà istituito presso il precedente sito dell'estrazione.
Il parco geominerario è fruibile attraverso il recupero dei tracciati
utilizzati per le attività lavorative minerarie che si snodano tra le
depressioni delle cave e creano dei percorsi naturalistici e sportivi. Lungo i
percorsi sono stati previsti, inoltre, dei luoghi di sosta e di attraversamento
all'ombra lungo i quali verranno ricavati degli spazi semi-ipogei destinati
all'esposizione, creando uno spazio museale diffuso ed esperienziale. Il
sistema dei percorsi termina in prossimità del cratere del vulcano e si
raccorda al sistema viario che, distribuendosi nell'entroterra, permette il
collegamento con gli insediamenti circostanti.
La quinta idea progetto redatta dal gruppo di architetti, Olga
Cannizzaro, Marina Giordano, Giuseppe Ipsale, Giuseppe Milia, Angelo Nasello e
Giorgia Patane, dal titolo “Cultural Tourism Attraction”, nasce da un attento studio mineralogico della Pomice,
dalla struttura alla composizione chimica, attraverso un complesso algoritmo è
stata realizzata una griglia esaedrica irregolare che si
modifica in accordo alle curve di livello del terreno e che quindi è da
supporto ed aiuto per un’eventuale modificazione del suole e messa in sicurezza
dell’intera area, sempre in accordo con la natura orografica del sito; è,
inoltre, spunto per la composizione
degli edifici suggerendo fondamentali assi visuali.
Il
progetto va dal microscopico al meta-paesaggio che idealmente abbraccia, come
fosse una rete, tutto l’arcipelago fino ad arrivare alla Sicilia, rendendo, di
fatto, Lipari polo attrattivo per le sue caratteristiche uniche.
Il
progetto si compone di tre parti principali, per uno sviluppo culturale unico
in tutte le isole eoliane: parco
termale, centro studi e ricerca vulcanologico e astrologico, parco musicale.
Il
primo, sito all’interna della cava si propone: il riutilizzo della pomice, non
più in maniera usurpativa ma curativa, è risaputo che la pomice sia impiegata
anche per numerosi trattamenti estetici; e l’utilizzo delle acque termali di
cui l’isola è ricca e che raggiungono una temperatura di 45 C°. Nell’area di
Porticello è stato pensato un idroscalo (valutando sbarchi o stazioni
alternative sull’isola), il posto è ottimale per la sua realizzazione, pensato
lì grazie al supporto di 40 anni di studi sui venti, inoltre, è stato accertato
che questo tipo di struttura è a bassissimo impatto ambientale e paesaggistico;
essendo questo un nuovo ingresso all’isola la zona si compone di un edificio
contente servizi ricettivi, informativi e turistici.
Il
centro studi e ricerca vulcanologico e astrologico è posizionato all’interno
del cratere dove è stato pensato anche un ripristino dell’antica coltivazione
della vite isolana, il corinto nero, che oltre a ripristinare l’antica economia
del luogo è anche testimonianza storica, essendo stata introdotta dai greci,
che non può e non deve andar perduta.
Il
parco musicale invece è posizionato ad Acquacalda, posto isolato e silenzioso che già per sua natura regala una fortissima suggestione musicale, il progetto
si compone di una scuola musicale, un teatro e un’area dedicata a meeting e
workshop con maestri nel campo mondiale che già furono ospitati dall’isola.
La sesta idea
progetto redatta dal gruppo di architetti, Agrippino Trigilia, Alida
D'Ambra, Concetto Ficara, Denise Santaera, Giuseppe Ammendola, Maria Teresa
Porrello, Michael Marturano, dal titolo “Build Aeolian Architecture for New
Generation”, prende spunto dal Big Bang, un'esplosione che
genera particelle, dei satelliti raggiungibili attraverso una rete.
Quest'ultima infatti permea tutto il progetto
in quanto si è pensato ad una rete di collegamenti e una di attività connesse
tra loro.
Le principali attività previste sono: un orto e una cantina sociale che
consentano alla gente del luogo di riappropriarsi del territorio e di antiche
tradizioni; un campus universitario
in cui sia possibile studiare le biodiversità delle isole e una rete di
musei per approfondire le peculiarità di ognuna; un teatro a cielo aperto che affacci sul mare ed un centro di arti
performative.
Lo studio dei trasporti, interni all'isola e
non solo, e dell'affluenza turistica ha condotto alla stesura di un ipotetico
calendario che offra servizi fruibili anche durante la stagione invernale ed
infrastrutture pensate per diversi target, che consentano di raggiungere
più facilmente l'area d'intervento.
L'obiettivo è stato quello di inserire le cave
in un progetto che riguardasse l'interno arcipelago, un contesto che si presta
ad accogliere un'architettura che ha come fine la simultaneità di
visioni.
Proseguiamo, grazie a Matteo Salin di Eolnet, nella pubblicazione degli interventi al workshop sulla riqualificazione delle cave di pomice. L'intervento di Mastelloni
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