Isola di Stromboli, Ginostra, piantumazione di alberi (Roverella, Pino, Bouganvillea) nell’alveo del Torrente Vestio (giugno 2016) |
Raggiungibile solo dal mare, pochissimi residenti, niente autoveicoli, qualche asino “da trasporto”, l’energia elettrica e l’acqua corrente sono arrivate solo nel 2004, un turismo colto e rispettoso dei luoghi.
L’Arcipelago delle Isole Eolie è stato dichiarato nel 2000 parte della “Lista patrimonio mondiale UNESCO”, l’intera Isola di Stromboli rientra nella Z.P.S. “Arcipelago delle Eolie” (codice ITB030044, direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali) e nella riserva naturale regionale “Isola di Stromboli e Strombolicchio” (decreto assessoriale 20 novembre 1997), mentre su tutta l’Isola vige il vincolo paesaggistico(decreto decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Eppure, ormai da qualche anno, nella parte alta di Ginostra, alla pendici del vulcano, nella località di Terra Felice – Timpone, si susseguono eradicazione e tagli della vegetazione mediterranea originaria, realizzazione di vasche, piantumazione di essenze alloctone (Mandorli, Pini, Bouganvillea, ecc.), alterazioni dell’alveo del Torrente Vestio, realizzazione di alveari per le api introdotte sull’Isola.
Tutte attività vietate o soggette a rigide autorizzazioni in base alla regolamentazione prevista per la “zona B” della riserva naturale regionale “Isola di Stromboli e Strombolicchio”.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ricevute preoccupatissime segnalazioni, ha, quindi, inoltrato (14 agosto 2016), una documentata richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti ai Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, alla Regione autonoma Siciliana (Presidenza, Servizio pianificazione paesaggistica), alla Soprintendenza regionale per i beni ambientali di Messina, alla Città metropolitana di Messina (Servizio parchi e riserve naturali), al Comune di Lipari, al Corpo forestale regionale, ai Carabinieri del N.O.E., informando per quanto di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto e la Commissione europea.
Nessuna risposta, dopo tre mesi, a parte il Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo – Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che ha chiesto (nota prot. n. 12999 del 28 settembre 2016) “notizie e chiarimenti in merito” a quanto segnalato alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina.
Per il resto, silenzio. Un silenzio assordante.
Questi interventi, che oggettivamente han modificato l’ambiente originario, sono stati autorizzati o no?
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, pertanto, inoltrato (6 novembre 2016) una nuova documentata richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti e auspica un rapido intervento finalizzato a verificare la legittimità o meno degli interventi fatti su un ambiente tanto delicato quanto unico e irripetibile.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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