Creare una rete tra i siti Unesco siciliani approfittando del riconoscimento di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, che è anche l’anno europeo del patrimonio culturale. È questo il messaggio lanciato dal convegno che si è svolto nei giorni scorsi a Palermo e che ha visto la partecipazione del sindaco Leoluca Orlando, degli assessori regionali ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, e alla Formazione, Roberto Lagalla, dei responsabili dei siti Unesco, e di Gianni Puglisi, presidente onorario del Cniu e della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia.
Attualmente la World Heritage List include 1.073 siti (832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti) e l’Italia è il Paese che ospita il maggior numero di siti Unesco: 53 in totale. Di questi, sette sono in Sicilia: la Valle dei Templi di Agrigento, la Villa del Casale di Piazza Armerina, l’Etna, le Isole Eolie, il Val di Noto, il cuore antico di Siracusa e il percorso arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.
Il sindaco Orlando ha chiesto agli assessori regionali presenti di creare “una rete siciliana dei siti Unesco con livelli essenziali di governance. Occorre che ci sia qualcuno che stabilisca i parametri che devono osservare i siti Unesco, altrimenti Palermo andrà per i fatti suoi insieme a Cefalù e Monreale per non fare brutta figura. Non è ammissibile – ha aggiunto – che il percorso arabo-normanno sia l’unico sito Unesco che abbia una governance e un sito Internet. I sette siti devono collaborare invece di seguire ognuno la propria strada con un individualismo che indebolisce l’attrattività della nostra regione”.
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