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venerdì 13 luglio 2018

Bagnamare. L'amara riflessione di Francesco Coscione

Un amico mi ha proposto una soluzione a costo zero e chilometri zero per il problema di Bagnamare: riempiamo la voragine con la spazzatura. Così per 500 anni siamo a posto, che è la durata della plastica. Ogni volta che passo da quella strada immagino cosa accadrebbe per un cedimento improvviso al passaggio di uno scooter o di un'auto che verrebbero inghiottiti come nei film apocalittici.
Adesso non si possono fare lavori radicali, c'è il turismo: the show must go on, lo spettacolo deve continuare. Che importa se dal primo cedimento sono passati anni e amministrazioni. Qualcuno nel Giugno del 1940 disse: “Ho bisogno soltanto di qualche migliaio di morti per potermi sedere da ex-belligerante al tavolo delle trattative”.
Noi di quante avvisaglie di disgrazie abbiamo bisogno per risolvere il problema? Finalmente abbiamo compreso che ciò che provoca il cedimento è solo in minima parte dovuto alle perdite delle condotte e, per la quasi totalità, dal mare che scava sotto. Il web è pieno di foto del muraglione in condizioni fatiscenti. E' chiaro che, chi amministra ed ha amministrato questo territorio, Comune, Provincia o altro, avrà la responsabilità morale, oltre che legale, di ciò che, prima o poi, accadrà. Ma tanto in questo Paese, come adesso abbiamo preso l'abitudine di chiamare l' Italia, nessuno è responsabile di niente. La colpa è sempre di chi c'era prima di noi ad amministrare. Sono veri uomini coloro che si prendono la responsabilità delle proprie azioni e dei propri errori. Sciascia, nel giorno della civetta, gli altri li definiva "ominicchi: sono come bambini che si credono grandi".
Ma veramente le nostre classi dirigenti, da Roma a scendere, pensano che siamo tutti cretini? Che stiamo nel nido con il becco aperto sperando che arriva mamma uccellino a farci cadere un vermetto? O forse la nostra massima aspirazione di cittadini è il vermetto quotidiano?
Francesco Coscione

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