“Due parossismi a distanza di 40 giorni sono stati una rarità che c’ha permesso di registrare il rigonfiamento del vulcano”, spiega Maurizio Ripepe, del dipartimento di Scienze della terra che monitora lo Stromboli 24 ore su 24. Un rigonfiamento prima dell’esplosione che ha permesso agli esperti di prevedere l'esplosione: “Siamo in grado di dire che avverrà con dieci minuti di anticipo, che possono sembrare pochi ma non lo sono”, avverte Ripepe. Sono il tempo necessario per allertare la protezione civile che a sua volta lancia l’allarme per fare risalire dalle spiagge i bagnanti evitando così il rischio tsunami. Di piccola altezza, gli tsunami ci sono stati in entrambi gli eventi parossistici, nel caso di luglio di 30 centrimetri, in questo di agosto di 60, pochi secondi dopo l’esplosione. Dimensioni che non destano preoccupazione.
Due eventi parossistici a così breve distanza di tempo sono perciò stati l’occasione per registrare la dinamica che permetterà adesso agli esperti di anticipare l’allarme. Prima di adesso era capitato soltanto nel 1930 quando due parossismi furono registrati a settembre e a fine ottobre. Niente a che vedere invece con l’evento di ieri sera che avrebbe potuto destare qualche preoccupazione solo nel caso in cui ci fossero state escursioni nella sommità del vulcano, interdette da luglio.
In ogni caso quella appena trascorsa è stata una notte per molti insonne con gli occhi rivolti a "Iddu" il vulcano di Stromboli che continua a affascinare e fare molta paura. Pioggia di cenere per molte ore sull'isola di Stromboli dopo le due nuove esplosioni avvenute nella tarda serata di ieri. L'eruzione ha provocato una colata lavica che è scesa lungo la sciara del fuoco.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.