(Comunicato) Il 7 settembre 2019 è partita la campagna scientifica AEO2019, organizzata dal gruppo del Prof. Donato Giovannelli del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” della durata di una settimana, in collaborazione con Blue Marine Foundation e Aeolian Islands Preservation Fund. Lo scopo della missione è di analizzare e valutare la diversità e l’attività dei microrganismi che popolano gli ambienti estremi, sia a terra che sott’acqua, nelle isole di Vulcano, Salina e Panarea.
L’arcipelago delle Eolie è infatti noto in tutto il mondo per l’attività vulcanica delle sue isole e per la presenza di emissioni idrotermali marine, flussi caldi ricchi di gas (principalmente anidride carbonica e idrogeno solforato) che fuoriescono dal fondale marino, luoghi spesso noti per le caratteristiche bolle che risalgono in superficie.
Queste emissioni hanno alte concentrazioni di minerali ed elementi quali zolfo, ferro, magnesio e zinco che, assieme alle alte concentrazioni di anidride carbonica, sono in grado di alimentare grandi quantità di batteri definiti ‘estremofili’ (dal greco ‘amanti delle condizione estreme’) che si “cibano” di questi elementi chimici e sostengono la rete alimentare marina. Inoltre, al pari delle piante e delle alghe, alcuni batteri svolgono un ruolo di sequestro di anidride carbonica dall’ambiente circostante, contribuendo alla rimozione dei gas serra.
Gli estremofili si sono adattati nel corso dell’evoluzione a condizioni che risultano proibitive per tutte le altre forme di vita, come ad esempio le alte temperature e la presenza di composti vulcanici potenzialmente tossici. I microrganismi estremofili presenti nelle isole Eolie sono oggetto di studio per il ruolo fondamentale che occupano nel riciclo dei nutrienti e contribuiscono all’equilibrio e mantenimento degli ecosistemi marini insulari.
Questa campagna ha quindi lo scopo di mettere in evidenza l’importanza di questi ambienti ancora poco esplorati, al fine di comprendere il loro ruolo ecologico e preservare questi ambienti geotermali marini unici nel territorio italiano.
Le potenziali implicazioni di questi studi hanno sbocchi sia nell’ecologia degli ambienti estremi (es. mappatura e identificazione dei microorganismi presenti in queste aree), sia per il potenziale biotecnologico, dato che molti organismi estremofili sono in grado di produrre molecole di elevato interesse farmacologico ed industriale.
Basti pensare che alcuni enzimi utilizzati nella ricerca biomedica sui tumori, sulla sintesi degli antibiotici e sull’indagine di malattie ereditarie, sono stati isolati da un unico batterio estremofilo ritrovato nelle sorgenti idrotermali del parco di Yellowstone, negli USA.
Mappare, studiare e preservare gli ambienti geotermali marini e le comunità microbiche delle isole Eolie risulta dunque di fondamentale importanza nella comprensione e conservazione degli ecosistemi, con potenziali ricadute in numerosi campi delle scienze e del benessere dell’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.