Noi che fummo culla di civiltà, granaio d’Europa, avanguardia artistica e culturale, sede del primo vero parlamento europeo, siamo oggi tristemente adagiati sull’assistenzialismo scriteriato e anti-competitivo di Roma (con la pretesa che pure Bruxelles si adegui) a cui non sappiamo e non vogliamo rinunciare, usando l’ampia autonomia concessaci dalla Costituzione della Repubblica solo per difendere privilegi e spesa irresponsabile. La Regione Sicilia ha 5 volte il numero dei dipendenti della Lombardia (che ha il doppio degli abitanti), una macchina burocratica elefantiaca e inefficiente e buchi di bilancio in quasi tutti i comparti. Spreco indegno di denaro pubblico senza ritorno nei servizi ai cittadini e la beffa di avere dirigenti e politici regionali tra i meglio pagati d’Italia.
Non funziona quasi niente, e perfino comprensori difficili e insulari come il nostro rischiano di vedere fortemente ridimensionati servizi essenziali e irrinunciabili come quelli ospedalieri. Soffriamo, rispetto all’Europa avanzata, un divario ‘culturale’, reddituale, infrastrutturale e tecnologico praticamente insanabile, siamo piegati alle logiche familiste e di clan e non siamo nemmeno capaci, per ignavia e incompetenza, di dare impulso al settore turistico su cui potremmo davvero far rinascere la nostra economia. Aldilà dei proclami grotteschi e ipocriti, finiamo sempre per farci rappresentare da mezze calzette e traffichini.
Io resto qui perché amo la mia terra e non mi arrendo, ma, se perdiamo altro tempo, la possibilità che la Sicilia si affranchi dalla miseria materiale e morale in cui si trova diventerà davvero una chimera.
Sveglia, cari corregionali, abbiamo bisogno di coraggio e nuova classe dirigente: dipende da noi quello che siamo e saremo, dai 5 milioni di orgogliosi abitanti di questa terra di storia antica, grandezza, passioni e miseria...
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO
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