Questi due sposi (Aquila era giudeo originario del Ponto trapiantato a Roma, mentre Prisca detta anche Priscilla era romana) convertiti al cristianesimo, erano molto legati a San Paolo apostolo e furono suoi collaboratori nella diffusione del Vangelo. Erano stati scacciati da Roma da un editto dell'imperatore Claudio che espelleva i giudei, ed erano venuti a stabilirsi a Corinto. Qui Paolo li incontrò al suo arrivo nella città, nel 50: "si stabilì nella loro casa e lavorava"; di mestiere facevano i tessitori di tende. Quando Paolo andò a Efeso, verso l'anno 54, tutti e due lo accompagnarono. Nella loro casa si riunivano i cristiano, come precisa l'Apostolo stesso: "Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca, con le comunità che si raduna nella loro casa". E sempre loro, a Efeso, completarono l'istruzione cristiana di Apollo . Verso il 57 tornarono a Roma, come attesta ancora Paolo: "Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù". Egli aggiunge, alludendo ad avvenimenti per altro sconosciuti "per salvarmi la vita, essi hanno rischiato la loro testa, ed ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le chiese dei gentili". Verso la fine della sua vita Paolo prega Timoteo di salutare "Prisca e Aquila", i quali si erano recati evidentemente di nuova a Efeso, dove risiedeva Timoteo. Le reliquie di Aquila sono a Roma, dove la tradizione sostiene sia morto; lo hanno rivendicato come patrono i fabbricanti di tele per tende, naturalmente, ma anche gli architetti.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Aquila e Prisca o Priscilla, coniugi, che, collaboratori di san Paolo, accoglievano in casa loro la Chiesa e per salvare l’Apostolo rischiarono la loro stessa vita.
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