COMUNICATO
Ospedale di Lipari: una crisi sanitaria senza precedenti. L’Amministrazione Gullo e l’Assessore Roccella restano in silenzio
La nuova rete ospedaliera che riguarda l’Ospedale di Lipari rappresenta una delle pagine più nere della sanità eoliana. In pochi anni, il nostro presidio è stato progressivamente declassato, ridotto nelle sue funzioni e oggi privato di servizi fondamentali, nell’indifferenza dell’Amministrazione comunale e, in particolare, dell’Assessore alla Sanità Roccella.
È inaccettabile che lo stesso Assessore che, fino a pochi anni fa, organizzava cortei e proteste per difendere il diritto alla salute degli eoliani, oggi resti immobile di fronte al progressivo smantellamento del nostro ospedale. La coerenza, in politica, dovrebbe essere un valore, non un optional.
Oggi, invece, registriamo soltanto un silenzio assordante, che tradisce l’impegno preso con i cittadini e con gli stessi elettori che avevano creduto alle promesse di una sanità migliore.
La realtà è sotto gli occhi di tutti: la rete ospedaliera regionale ha sancito un drastico ridimensionamento del presidio di Lipari.
Nel 2019 i posti letto ordinari erano 32; oggi sono scesi a 22, di cui soltanto 14 per acuti — cioè quelli che determinano la dotazione di medici, infermieri e servizi essenziali.
Ecco i numeri del declino:
• Medicina: da 12 a 7 posti letto
• Chirurgia: da 6 a 5
• Pediatria: da 4 a 2
• Lungodegenza: da 6 a 4
Un impoverimento generale che compromette la capacità stessa dell’Ospedale di Lipari di garantire cure tempestive e dignitose.
E come se non bastasse, da oltre un mese e mezzo non funziona neppure il colonscopio, fondamentale strumento diagnostico per le patologie del colon.
L’apparecchio si è guastato e, a oggi, non è stato né riparato né sostituito. Un fatto gravissimo, che costringe i pazienti a spostarsi sulla terraferma — Milazzo, Messina o altrove — per eseguire un semplice esame di routine, con costi economici e disagi logistici enormi.
Una vergogna che si consuma nel silenzio di chi, per ruolo e responsabilità, dovrebbe agire con urgenza.
Il problema non riguarda soltanto la colonscopia. Mancano anche altre strumentazioni essenziali, come la colonna endoscopica e il laser chirurgico, rendendo il presidio sempre più simile a un punto di primo intervento limitato e marginale. La conseguenza è duplice: da un lato, pazienti privati del diritto alla cura; dall’altro, professionisti sanitari impossibilitati a lavorare pienamente, nonostante la loro competenza e dedizione, riconosciute da tutta la comunità eoliana.
Non si può continuare a chiedere sacrifici agli operatori e ai cittadini mentre le istituzioni restano a guardare.
E non si può invocare la “non competenza comunale” per giustificare l’inazione. La difesa della sanità del territorio è un dovere politico e morale, non un optional burocratico.
Il Sindaco, che un tempo si diceva contrario alla Casa di Comunità perché riteneva prioritario il potenziamento dell’Ospedale, ha poi cambiato rotta, accettando di fatto un baratto al ribasso: una Casa di Comunità in cambio del ridimensionamento del nostro presidio ospedaliero.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Quello che era un timore, oggi è una realtà: un ospedale sempre più spoglio di reparti, posti letto, strumenti e servizi.
Dov’è l’Assessore Roccella? Dov’è il Sindaco? Cosa aspettano a riferire in Consiglio comunale?
Cosa aspettano a scendere in piazza come facevano un tempo insieme a qualche comitato amico?
La verità è che oggi regna il silenzio, e quel silenzio pesa come una condanna.
Serve una presa di posizione chiara e immediata da parte del Sindaco, dell’Assessore Roccella e dell’intera maggioranza. Non si può più tacere di fronte a un’emergenza che riguarda la salute e la dignità di un intero territorio.
I Consiglieri Comunali
F.to Gaetano Orto
F.to Adolfo Sabatini
F.to Cristina Dante
F.to Raffaele Rifici
F.to Giorgia Santamaria
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