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lunedì 4 agosto 2008

Incendi, caccia e catasto aree percorse dal fuoco: La controreplica di Angelo Scafidi della FIDC

Angelo Scafidi della FIDC (federazione italiana della caccia) controreplica al consigliere Pietro Lo Cascio. Il testo:
"Con la presente, sempre in qualità di cittadino e di Presidente della Federazione Italiana della Caccia, Sezione di Lipari, intendo brevemente controreplicare alla nota del 26/07/2008 a firma del consigliere Lo Cascio, per chiarire alcuni aspetti: innanzitutto, la mia lettera del 24/07/2008 non è stata scritta per attaccare il consigliere Lo Cascio, ma per tutelare i diritti e l'immagine dei cacciatori facenti parte della F.I.D.C., dalla divulgazione di notizie distorte e/o tendenziose, anche se alcuni esponenti politici locali l’hanno strumentalizzata.
Tengo a precisare che io non faccio politica, non sono il difensore d'ufficio di nessuno, né demonizzo chi la pensa diversamente da me, né tantomeno voglio diffondere odio o deligittimare e intimidire chicchessia, la mia lettera è stata scritta da semplice cittadino-cacciatore e se qualcuno non lo avesse ancora capito, le vittime siamo proprio noi cacciatori che dopo aver pagato le tasse per esercitare l'attività venatoria, dobbiamo anche affrontare i processi penali, con le relative conseguenze a causa delle denunce di chi la pensa diversamente.
Semmai, è proprio chi la pensa diversamente che prima di parlare ed invitarmi a dibattiti sui problemi ambientali delle nostre isole, avrebbe dovuto pensarci prima e farsi un esame di coscienza.
Pertanto, ringrazio tutti per gli inviti rivoltimi ma non desidero prendere parte ad alcun dibattito politico sul tema degli incendi, né su altri argomenti, lasciando queste incombenze a chi frequenta i salotti, i bar e le poltrone della politica eoliana.
Il mio fine è solo ed esclusivamente quello di tutelare i diritti dei cacciatori contro chiunque tenti di calpestarli con subdole affermazioni e con scritti tendenziosi per trascinarli nel circolo vizioso della politica locale. Per quanto riguarda il problema del “Catasto delle aree percorse dal fuoco”, vista la critica mossami dal consigliere, in qualità di “geometra” reputo opportuno fare alcune precisazioni: la Legge quadro 353 del 2000, è stata introdotta soprattutto quale deterrente, per contrastare, la speculazione edilizia e gli interventi di modifica e sfruttamento del territorio dopo l'incendio che costituiscono uno dei motivi fondamentali, diretti o indiretti, posti alla base del fenomeno del fuoco. La legge in particolar modo prevede i seguenti divieti:
- divieto di caccia e di pascolo per 10 anni, in zone boscate e pascoli i cui terreni siano stati percorsi dal fuoco;
- divieto di modifica di destinazione d’uso per 15 anni su terreni percorsi dalle fiamme;
- divieto di attività edilizie per 10 anni su terreni percorsi dalle fiamme.
- divieto di attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale per i 5 anni successivi all’incendio, vincolando tali opere all’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente.
A tali divieti è attribuita una importanza assoluta tanto che sono ritenuti nulli gli atti di compravendita che non riportino in modo espresso il divieto. Anche qui ci troveremmo di fronte all'ennesimo vincolo inutile posto sul territorio ed in particolar modo sui terreni dei cittadini, infatti, chi appicca incendi sull'isola, non lo fa sicuramente con l'intento di ottenere un cambio di destinazione d'uso per edificare o per pascoli, ma lo fa con l’intento di arrecare danno e poco o nulla gli importa se ciò comporterà l’applicazione di pesanti vincoli su quei terreni ed il loro deprezzamento sul mercato.
Infatti, l'inutilità di un simile strumento, in un comune come il nostro, è dimostrata dal fatto che noi non abbiamo nel settore dell'edilizia infiltrazioni mafiose e gli incendi non vengono appiccati per finalità di speculazione edilizia né pastorale, molti comuni che si trovano nella nostra stessa situazione (stiamo parlando della maggior parte dei comuni d’Italia) hanno ritenuto opportuno non introdurre il Catasto dei terreni percorsi dal fuoco, proprio per non gravare di inutili vincoli i loro territori.
A mio avviso per frenare gli incendi sull’isola ci vogliono fatti e non carte, poiché gli incendi si combattono sul campo e non dietro le scrivanie, disegnando cartografie dell’isola e poi non vorrei che ciò innescasse una sorta di catena di S. Antonio, prolungando, in seguito ad altri incendi, tali vincoli nel tempo.
Infine, vivendo in una democrazia ed essendo anche io un cristiano “praticante ed impegnato”, con un atteggiamento fraterno, volevo ringraziare il consigliere Lo Cascio, per le attenzioni e le cure che ha dedicato ai suoi concittadini-cacciatori, poiché in una democrazia come la nostra, per spirito di fratellanza, se vi è un problema sembra sia più opportuno fare denunce e coinvolgere nel girone infernale dei processi penali persone innocenti, anzicchè discuterne per risolverlo.
Ma in una democrazia esistono anche alcuni diritti fondamentali, quali: il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, senza essere additati come “intimidatori”, il diritto di associarsi e riunirsi, (anche per le varie contrade dell'isola) senza essere additati come “fomentatori di folle”, il diritto di critica, dove neppure i politici ne sono esenti ed il diritto di esistere come persona che ricomprende in sé anche un altro fondamentale diritto che è quello di ESSERE LASCIATI IN PACE, vorrei ricordare a questa nostra classe politica che tutti questi diritti si trovano in una carta chiamata “COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA”."