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lunedì 27 dicembre 2010

LA REGIONE SICILIA LASCIA LA BIT DI MILANO (di Aldo Natoli)

Apprendo da un articolo di Maria Laura Crescimanno che l’Assessorato Regionale al Turismo non sarà presente alla prossima Borsa Internazionale del Turismo che si svolge ogni anno a Milano. La motivazione è data dalla mancanza di risorse economiche dell’Assessorato e dalle ingenti spese che in questi anni ha comportato la partecipazione alla BIT, come è stato fatto rilevare dal Presidente Lombardo nella passata edizione. Purtroppo in una Regione dove si opera con  ataviche contraddizioni, come spesso accade, si passa da un eccesso all’altro. Essere assenti nella Borsa del turismo più importante che si svolge in Italia è senz’altro un danno irreversibile che si fa al settore delle vacanze. Sarebbe stato più logico e produttivo ridurre gli inutili e sfarzosi spazi espositivi e realizzare uno stand operativo con le Provincie, i Comuni ed eventuali aziende di settore, in modo da evitare la proliferazione degli stands e la frantumazione dell’immagine turistica dell’isola. Ricordo che quando la BIT ha aperto i battenti, il Comune di Lipari è stato tra i fondatori della manifestazione, la Regione Sicilia non era presente. Dopo qualche edizione ha iniziato il suo viaggio nella Borsa grazie al lavoro del Dott. Provenza e del Dott. Pisciotta dell’A.A.S.T. di Palermo. L’area “Sicilia” garantiva la presenza a tutte le Provincie e consentiva ai vari Comuni interessati di disporre del proprio spazio espositivo con degli stands modulari. Questo sistema espositivo ed operativo che coniugava l’offerta con la commercializzazione del prodotto turistico siciliano negli anni è stato fatto proprio da diverse importanti  Regioni, quali la Lombardia, la Liguria, la Puglia etc., etc. Ma ad un tratto tutto è cambiato. Stands monumentali e grandi spazi hanno caratterizzato le ultime presenze a Milano con il risultato che le Provincie, i Comuni ed i vari Enti non riconoscendosi in questo tipo di attività promozionale hanno preferito partecipare con un proprio stand. E’ quindi evidente che i costi sono diventati rilevanti,  anche perché gira che ti gira la cassa è sempre la stessa. A tutto questo si aggiunge che ogni Assessore al Turismo, nominato quasi con cadenza annuale, ha inteso dare una propria impronta alle varie campagne promozionali modificando il logo ed il messaggio pubblicitario: “In Sicilia turismo è cultura”;  “Sicilia tutto il resto è ombra”, “ Sicilia-una terra che racconta”, etc.,etc. Oggi si abbandona la vetrina milanese per creare in loco un “Meeting Euromediterraneo del turismo”. Ma l’esperienza degli anni passati ci porta alla mente i vari tentativi per realizzare in Sicilia un grande evento promozionale con refluenza internazionale ed i relativi fallimenti. Si lascia Milano, si lasciano le Fiere europee, per andare a Pechino, a Cannes ed a Miami, alla ricerca di un turismo di “nicchia”. Ma è proprio questo che tutti gli operatori del settore vogliono? E quanto costa?

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