Lipari
Roberto Cannistrà, il 35enne presunto assassino della povera Eufemia Biviano di Quattropani, ha corso il serio rischio di essere linciato da una parte della folla presente nel porto di Sottomonastero al momento del suo arrivo nell'area portuale prima di essere trasferito sulla motovedetta dell'Arma che lo ha trasportato sino a Milazzo da dove poi ha proseguito per il carcere messinese di Gazzi.
C'è voluto tutto l'impegno dei carabinieri presenti affinchè il presunto omicida potesse raggiungere illeso il mezzo in partenza. Ma sono stati attimi di grande tensione con un'altra parte della folla impegnata ad inveire contro il 35enne che, stando alle risultanze degli investigatori, è l'autore di un crimine non certo abituale da queste parti se si considera che l'ultimo omicidio risaliva ad oltre 55 anni fa. «Ammazzatelo, devi morire» gli hanno gridato.
Tra le persone presenti sul porto anche una parente della donna barbaramente trucidata che, dopo essere scoppiata in lacrime, è stata anche colta da un lieve malessere. Con l'arresto di Cannistrà, giunto a conclusione di certosine indagini ed in attesa di sapere se ha agito da solo e per quale motivo, Lipari si è finalmente liberata da un incubo. Il senso della liberazione lo si è avvertito chiaramente ieri mattina nel porto di Sottomonastero con il lungo applauso che i circa 200 presenti hanno tributato ai carabinieri, proprio mentre la motovedetta dell'Arma salpava verso Milazzo. Un applauso giusto, meritato nei confronti degli inquirenti che hanno lavorato in silenzio, seguendo piste su piste, non tralasciando nulla, effettuando prelievi di Dna ed indagini anche nei giorni di Natale e Capodanno. Di liberazione da un incubo, con un plauso ai carabinieri, ha parlato anche il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, anch'egli sul porto liparese al momento del trasferimento. «Lipari e tutti coloro che guardano a queste isole – ha detto – tirano un sospiro di sollievo. Certo spiace che sia un figlio di questa terra il presunto omicida. Un grazie sentito va ai carabinieri per il certosino lavoro svolto e deve spingere questa collettività ad essere più fiduciosa, più vicina a loro».
Al lavoro degli inquirenti ha plaudito anche il parroco di Quattropani, Don Giuseppe Mirabito che proprio durante l'omelia dei funerali aveva invitato chi sapeva a parlare. «Certo – ha commentato – accanto al grande dolore per la tragica fine della sorella Eufemia, non si può che restare costernati davanti al fatto che l'omicidio possa essere maturato all'interno stesso di una comunità piccola come quella di Quattropani dove l'amore e la solidarietà sono le caratteristiche che l'hanno sempre contraddistinta».
Intanto le indagini non si fermano. Anche se non vi sono conferme ufficiali i carabinieri – in attesa di una confessione piena del Cannistrà – si stanno muovendo per chiarire se ha agito da solo (vi sarebbero dubbi in tal senso) e quali sono i reali motivi che avrebbero spinto il presunto assassino a togliere la vita alla povera donna. Novità in tal senso si potrebbero registrare già nei prossimi giorni.
Il Dna lo incastra, l'assassino è un vicino Oscuro il movente, ma è probabile che abbia ucciso perché sorpreso dalla donna a rubare. Un complice?
Mauro CucèMessina
Quelle tracce ematiche, invisibili a occhio nudo, lasciate sul lavabo e su un asciugamano lo inchiodano. Gli inquirenti non hanno dubbi. Roberto Cannistrà, 35 anni di Lipari, sarebbe l'autore dell'efferato omicidio della sessantaduenne Eufemia Biviano, uccisa con un fendente alla gola nel pomeriggio del 24 dicembre. A nove giorni dal delitto, i carabinieri della locale stazione, della Compagnia di Milazzo, del Nucleo investigativo del Comando provinciale e del Ris di Messina hanno quindi chiuso il cerchio, al culmine di indagini serrate. Sono state 140 le persone, tra gli abitanti della zona, i parenti della sessantaduenne, parte dei residenti della prospiciente isola di Santa Marina Salina, ad essere stati monitorati. Alla fine la svolta è arrivata nella tarda serata di lunedì, quando dal Reparto investigativo scientifico è stata comunicata alla Procura di Barcellona la notizia che il dna estratto dalle tracce ematiche rinvenute nel bagno della casa della donna corrispondeva a quello di uno dei sospettati (una sessantina quelli a cui è stato eseguito il tampone per prelevare i campioni salivari).
E così intorno alle 4.30 di ieri mattina – a seguito del decreto emesso dai sostituti procuratori di Barcellona, Francesco Massara e Mirko Piloni – i carabinieri hanno fermato Roberto Cannistrà, nella sua casa di Quattropani, non lontano dalla villetta circondata da limoni e ulivi di Eufemia Biviano. L'uomo in mattinata è stato trasferito nel carcere di Gazzi, non senza momenti di tensione vissuti al porto.
Sarebbe quindi questo 35enne, secondo gli inquirenti, il "mostro" che per nove giorni ha terrorizzato l'arcipelago: due figli, sbarcava il lunario facendo saltuariamente il manovale o il netturbino e pochi giorni prima del delitto aveva pianto la scomparsa del padre, morto a 59 anni. L'uomo aveva a suo carico anche una condanna a due anni e sei mesi di reclusione, per una estorsione, di 450 mila euro, in danno di una minorenne di Lipari, commessa nel 1999. A raccontare alcuni particolari della vicenda sono stati ieri mattina, in conferenza stampa, il comandante provinciale Claudio Domizi, il sostituto procuratore Francesco Massara e il maggiore Sergio Schiavone, comandante del Ris di Messina.
Ancora oscuro il movente, ma una delle ipotesi investigative è che l'uomo, in gravi difficoltà economiche, sia stato sorpreso dalla vittima, rientrata dal supermercato, mentre rubava in casa. A quel punto avrebbe colpito la donna, uccidendola con un fendente alla gola. Quindi avrebbe chiuso con un lucchetto il garage, dove la donna versava in una pozza di sangue e si sarebbe diretto nell'abitazione della Bivona, dove si sarebbe lavato. Lasciando appunto tracce ematiche. Non si hanno ancora tracce del coltello, così come non è chiaro se dalla casa della vittima manchi qualcosa. Quella del furto non è l'unica pista battuta e peraltro in queste ore gli investigatori sarebbero sulle tracce di un complice.
I carabinieri – che però ieri mattina in conferenza stampa non l'hanno voluto confermare – ipotizzano anche che l'uomo si sia ferito nel corso di una possibile colluttazione. E, infatti, ieri sera nel carcere di Gazzi, Cannistrà – difeso dagli avvocati Luca Frontino e Gaetano Orto – è stato sottoposto a ispezione corporale, proprio per verificare se abbia lesioni sul corpo. Escluso il movente sessuale definito «molto remoto» dal procuratore Francesco Massara.
«Sui motivi che hanno spinto l'uomo a uccidere Eufemia Biviano le indagini sono in corso – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Domizi –. Nei prossimi giorni faremo piena luce anche sul movente dell'omicidio, in questo momento l'importante è aver assicurato l'assassino alla giustizia. Ma il risultato raggiunto oggi è frutto del grandissimo lavoro svolto in questi giorni da tutti. Sono state indagini complicate, abbiamo sentite 140 persone e abbiamo fatto diverse ipotesi investigative – ha proseguito Domizi – ma poi attraverso il Dna abbiamo stretto il cerchio e siamo arrivati all'identità dell'uomo. Durante le indagini tutte le persone che partivano dall'isola sono state controllate per evitare fughe. Abbiamo fatto anche decine di perquisizioni per monitorare incessantemente le persone sospette. Il delitto è stato messo in atto con un arma da taglio ma ancora non è chiaro di cosa si tratti».
«Voglio fare i complimenti ai carabinieri – ha proseguito Massara – che in breve tempo sono riusciti a risalire all'uomo. E poi lasciatemi sottolineare l'ennesimo successo della Procura di Barcellona che in pochi mesi ha fatto luce su tre casi molto importanti, nonostante un vuoto di organico del 20%».
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