Tito Cavaleri
Messina
A poche ore dall'uccisione, ha rivenduto a un negozio che compra oro di Milazzo, i gioielli rubati a casa della 62enne. Roba da non credere. Eppure è andata proprio così. Appena sceso dall'aliscafo, si sarebbe diretto al più vicino esercizio commerciale allo scopo di liberarsi dei preziosi sottratti per racimolare poco più di mille euro.
Si aggrava così ulteriormente la posizione di Roberto Cannistrà, il netturbino accusato dell'omicidio della povera Eufemia Biviano, dopo che i carabinieri hanno recuperato i gioielli spariti dall'abitazione di Quattropani a Lipari alla vigilia di Natale. Gli investigatori dell'Arma hanno rinvenuto un bracciale, due collane e due anelli con pietre per un valore complessivo che supera di poco i mille euro. Gli oggetti peraltro sono già stati riconosciuti dai familiari della vittima. Cannistrà, a quanto pare ha atteso la riapertura dell'esercizio commerciale per raggiungerlo subito dopo la pausa natalizia.
Un altro tassello importante si va a incastonare nel quadro ipotizzato dall'accusa, a ulteriore prova del coinvolgimento diretto del netturbino di 37 anni. E ci sarebbe a quanto pare dell'altro, come hanno lasciato intendere gli stessi militari dell'Arma, i quali però ieri nel corso di un incontro alla caserma Bonsignore di Messina, hanno preferito tagliare corto, a beneficio del prosieguo delle indagini. Tuttavia la pista imboccata dagli inquirenti sembra aver fatto centro e non si esclude che già nelle prossime ore, così come si è intuito ieri mattina, potrebbero esserci novità in merito al ritrovamento dell'arma del delitto. Sull'argomento, il comandante provinciale dei carabinieri, il col. Claudio Domizi, che ha presieduto il brevissimo incontro stampa di ieri, ha voluto mantenere il massimo riserbo invitando i giornalisti ad avere ancora un pizzico di pazienza. Ma, come si accennava, si è percepito un certo ottimismo sui futuri sviluppi anche alla luce della rapidità dei risultati ottenuti dalla macchina investigativa. Attività portata avanti dai militari della Compagnia di Milazzo e dai colleghi del Nucleo investigativo di Messina, sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Barcellona, Mirko Piloni.
Eufemia Biviano è stata sgozzata. A nulla sono valsi i tentativi di difesa e le giustificazioni fornite dall'indagato durante la recente udienza di convalida svoltasi nel carcere di Gazzi a Messina alla presenza del sostituto procuratore Mirko Piloni e dei legali della difesa, gli avv. Luca Frontino e Gaetano Orto. Cannistrà, al quale viene contestato l'omicidio aggravato dal tentativo di furto, aveva raccontato al gip Maria Rita Gregorio alcuni particolari per giustificare il ritrovamento delle sue tracce biologiche all'interno della casa. L'uomo ha raccontato, inoltre, che fino a qualche giorno prima aveva in più occasioni compiuto lavoretti commissionati dalla vittima sia in campagna, ma anche all'interno della stessa abitazione. E durante uno di questi lavoretti domestici, essendo l'uomo manovale edile e allo stesso tempo bracciante agricolo avventizio, ha raccontato di essersi persino ferito. Evidentemente la sua versione non è servita a evitare la custodia cautelare in carcere e ciò in attesa degli ulteriori riscontri su cui stanno lavorando i carabinieri del Comando provinciale di Messina ed i sostituti della Procura di Barcellona Francesco Massara e, appunto, Mirko Piloni.
Il 37enne è stato incastrato dall'esame del Dna: tracce del suo sangue sono state trovate insieme con quelle della vittima nell'abitazione incriminata. L'uomo, fino ad ora, si è dichiarato innocente, ma queste ultime prove inchioderebbero il presunto assassino alle sue responsabilità.
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