Comunicato stampa.
Alla fine del 2011, il circolo eoliano di Sinistra Ecologia e Libertà ha promosso un sondaggio, sottoponendo un questionario intitolato “Sedici brevi domande per scoprire cosa so della differenziata” a un piccolo ma significativo campione di utenti residenti a Lipari e Canneto. I risultati preliminari, relativi alle 41 schede finora raccolte, vengono illustrati nella tabella che segue.
domande | risposta esatta | risposta sbagliata | non sa |
Piatti, posate e bicchieri “usa e getta” vanno conferiti nel cassonetto della plastica? | 32% | 68% | |
Salviette e fazzoletti usati vanno conferiti nel cassonetto della carta? | 41,5% | 58,5% | |
Le confezioni standard trasparenti delle uova vanno conferite nel cassonetto della plastica? | 90% | 10% | |
Si è rotto lo specchio; lo butti nel cassonetto del vetro? | 39% | 61% | |
Un contenitore CD va conferito nel cassonetto della plastica? | 27% | 73% | |
Per lo smaltimento di apparecchiature elettriche o elettroniche, paghi già al rivenditore un costo supplementare al momento dell’acquisto? | 46% | 51,5% | 2,5% |
Piatti, tazze e oggetti in ceramica o porcellana vanno conferiti nel cassonetto indifferenziato? | 61% | 36,5% | 2,5% |
Le lampadine fulminate vanno conferite nel cassonetto indifferenziato? | 48% | 52% | |
I giocattoli di plastica vanno conferiti nel cassonetto indifferenziato? | 36,5% | 63,5% | |
Il simbolo indica che imballaggi o prodotti sono riciclabili? | 70% | 10,5% | 19,5% |
I barattoli della marmellata vanno conferiti nel cassonetto del vetro insieme al tappo? | 85,5% | 12% | 2,5% |
Il cartone di latte in tetra pak va conferito nel cassonetto della carta? | 46,5% | 53,5% | |
La carta oleata da forno va conferita nel cassonetto della carta? | 68,5% | 31,5% | |
Il tubetto di dentifricio usato va conferito nel cassonetto della plastica? | 66% | 31,5% | 2,5% |
I contenitori di plastica che riportano le sigle T o F vanno conferiti nel cassonetto della plastica? | 46% | 30% | 24% |
Esiste una normativa che obbliga i comuni italiani a raggiungere il 65% di differenziata entro il 2012? | 80,5% | 19,5% | |
Per 8 dei 16 quesiti proposti sono risultate prevalenti le risposte errate; per quanto riguarda invece i quesiti dove prevalgono le risposte esatte, va osservato come in alcuni casi si registrino elevate percentuali di incertezza (p.e. sul simbolo che indica prodotti/imballaggi riciclabili: 19,5%; sulle sigle che indicano la conferibilità di alcuni materiali in plastica: 24%). Per quanto abbia valore preliminare, questo test fornisce interessanti indicazioni sul rapporto tra l’utente e la gestione domestica e quotidiana della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, rivelando l’esistenza di ampie lacune in merito alle conoscenze sul corretto smaltimento di questi ultimi. Tale dato, purtroppo, ribadisce la necessità di un’appropriata informazione da parte dell’utenza per conseguire i risultati previsti dalle normative vigenti, ovvero il raggiungimento del 65% di differenziata entro l’anno appena cominciato – obbligo della cui esistenza sono a conoscenza 8 utenti su 10, come confermano le risposte fornite. In mancanza della stessa, infatti, le percentuali di impurità della differenziata sono destinate a rimanere elevate, vanificando sia il raggiungimento degli obiettivi, sia eventuali riscontri economici che potrebbero derivare da una corretta pratica; i costi di conferimento resteranno invariati o – più probabilmente – subiranno incrementi, anche per l’applicazione di sanzioni che penalizzano il conferimento di rifiuti mal differenziati.
A questo punto, corre l’obbligo di chiedersi cosa abbiano fatto l’amministrazione comunale e l’ATO 5 Eolie, dal 2007 ad oggi, per coinvolgere gli utenti in un processo partecipativo e condiviso quale deve essere – necessariamente – la raccolta differenziata? Come ha perfezionato e adeguato gli strumenti di informazione e il loro livello di accessibilità ai cittadini? E, soprattutto, sarebbe questo il risultato dei 300.000 euro spesi per la famosa “campagna informativa” che ha accompagnato l’avvio della raccolta? La diffusa disinformazione rende vano qualsiasi meccanismo virtuoso, ma rivela com l’attuale sistema di raccolta e di smaltimento degli r.s.u. non abbia ricevuto l’effettiva condivisione, l’interesse e la piena fiducia dell’utenza; utenza che, nel caso del comune di Lipari, è bene ricordare, non ha ricavato neppure un minimo, simbolico beneficio economico dalla “differenziata”. È un diritto dei cittadini pretendere dai loro amministratori sia l’accesso a una corretta informazione, sia sistemi di raccolta come il “porta a porta”, che vengono effettuati con successo in tante realtà locali, e garanzie sull’efficacia dello smaltimento, anche in termini di riscontri economici e di premialità per chi ha a cuore obiettivi non soltanto sostenibili, ma previsti dalla legge. Non è solo una battaglia di civiltà, ma un’esigenza fondamentale per la nostra comunità, se non vogliamo sostenere, nell’immediato e in futuro, costi inaccettabili e sproporzionati in cambio di un servizio gestito male e con risultati insoddisfacenti.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà
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