Rivolgo un appello pubblico al sindaco di Lipari, preferendo questo mezzo alla consueta interrogazione consiliare, alla luce della gravità della situazione che riguarda l’isola di Filicudi e il suo scalo principale e all’urgenza di individuare una soluzione; come richiesto e approvato a maggioranza in consiglio comunale pochi giorni fa, del resto, a breve si dovrebbe tenere una seduta a Canneto nella quale sarà affrontato l’argomento dei gravi danni prodotti in diversi abitati del comune dall’ultima mareggiata, e dove ribadirò quanto anticipato con la presente comunicazione.
Sulla tragicomica vicenda dei lavori di messa in sicurezza è stato scritto molto, ma evidentemente non abbastanza. Si è erroneamente sottovalutato cosa può accadere a delle opere marittime “azzoppate” già alla nascita, ovvero a pochi giorni dalla loro realizzazione; dopo le piccole mareggiate di agosto e di ottobre, che hanno già rivelato la fragilità delle nuove strutture, la tempesta del 22 febbraio ha definitivamente messo la parola “fine” alla speranza che Filicudi Porto torni ad essere uno scalo funzionale entro la prossima estate. Lo spettacolo ritratto dalle foto che allego è desolante, ma ci costringe a una profonda e urgente riflessione sull’opportunità di procedere con un progetto che – evidentemente – fa acqua da tutte le parti. L’ampliamento della banchina, così come concepito, non regge; i cassoni utilizzati – che dovevano mettere “in sicurezza” il molo esistente – sono andati distrutti, mentre la struttura pre-esistente (realizzata intorno alla metà degli anni Settanta) è ancora lì, pressoché intatta.
Sindaco Bruno, non lasci questa eredità agli abitanti di Filicudi e all’amministrazione che a maggio subentrerà alla sua; sarebbe grave e lesivo della dignità e dei diritti dei nostri concittadini continuare a ignorare le gravi carenze progettuali e cantieristiche che hanno prodotto questa situazione. Non è pensabile pensare di rattoppare alla meno peggio lo sfacelo di lavori che sono evidentemente inadeguati e che, in luogo di migliorare una struttura portuale, rischiano di cancellare per anni un porto esistente e funzionante da rotte rese già precarie dalle condizioni meteo e dall’incertezza dei collegamenti marittimi. I lavori di messa in sicurezza dello scalo di Filicudi Porto vanno sospesi immediatamente; i cassoni fatiscenti vanno subito rimossi, e lo scalo ripristinato nella sua condizione originaria; il Genio Civile Opere Marittime deve rivedere drasticamente il progetto, le modalità di direzione e di esecuzione dei lavori. Se il finanziamento è a rischio, bene, che si corra pure il rischio di perderlo, ma si restituisca un porto ai filicudari.
Sindaco, lei è il rappresentante legale dell’ente, ovvero il committente di questi lavori, che oggi si sono trasformati in una vergogna pubblica: abbia il coraggio di fare luce sugli errori, e la prontezza di rimediarvi. Si assuma le sue responsabilità.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà
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