Vi riproponiamo un articolo pubblicato lo scorso anno, nello stesso giorno
Le proposte costruttive e “quelli del no" (di Pietro Lo Cascio)
Negli ultimi tempi si leggono con sempre maggiore frequenza inviti a esprimere proposte costruttive, inviti talvolta lanciati da autorevoli personaggi che appoggiano – o hanno appoggiato – la maggioranza politica che amministra il nostro comune. Quando il desiderio di pragmatismo agita persino l’orizzonte politico del centro-destra, del quale l’amministrazione Bruno è espressione da ormai dieci anni, bisogna prendere atto che le proposte avanzate in questo arco di tempo evidentemente non devono essere risultate soddisfacenti nemmeno per i suoi sostenitori. Ma questa singolare situazione impone un’ulteriore riflessione, che riguarda chi in questi anni si è distinto per evidenziare quanto poco congrue, poco realizzabili e dunque poco credibili siano state le proposte dell’attuale amministrazione. Questa schiera, della quale mi onoro di fare parte attiva, è stata sovente messa all’indice dal sindaco e dai suoi sodali come il “fronte del no”: nemici di qualsiasi progresso, affetti da una sindrome di impronunciabilità del “si”, e dunque estromessi da qualsiasi potenziale discussione costruttiva su qualcosa, poiché gli stessi soggetti la avverserebbe comunque per principio o, come si dice, per “partito preso”. Bisogna chiarire, preventivamente, che non sempre una proposta – in quanto tale – deve essere necessariamente costruttiva. Ci sono proposte che risultano, invece, dispersive: fanno perdere tempo, denaro, opportunità di crescita e di miglioramento della qualità della vita e, talvolta, mettono a rischio persino le proprietà immobiliari comunali. Facciamo alcuni esempi.
“Quelli del no” hanno negato la
fattibilità dell’aeroporto di Poggio dei Funghi a Lipari, evidenziandone da un
lato l’insostenibilità ambientale, dall’altro la scarsa incisività in termini di
effettivo miglioramento dei trasporti. “Quelli del si”, ovvero l’attuale
amministrazione, hanno cercato di aggirare quest’ultimo ostacolo, chiedendo
l’inserimento dell’opera nel PRG per ragioni – un po’ fumose – di protezione
civile; il risultato, ovvero lo stralcio definitivo dell’aeroporto di Lipari
nello strumento urbanistico sulla base di una valutazione ambientale negativa da
parte della Regione Siciliana, è sotto gli occhi di tutti, dando
incontrovertibilmente ragione a chi era contrario a questa inutile follia.
Insieme ad altri colleghi
dell’opposizione, abbiamo detto “no” anche al megaporto così come proposto dal
sindaco Bruno e dalla società Condotte d’Acqua: un “no” puntualmente confermato
dalla Regione Siciliana, che ha sospeso il pronunciamento di un proprio parere
perché mancano i presupposti di legittimità dell’intera operazione, che
consegnerebbe ai privati per 50 anni l’intera portualità di Lipari e non è
supportata da un piano regolatore dei porti. Averlo avuto, questo piano, ci
avrebbe consentito di accedere a finanziamenti pubblici per realizzare opere
portuali necessarie per le esigenze degli abitanti e del turismo nautico da
diporto, invece di perdere anni inseguendo chimere e – soprattutto – di esporre
al rischio di aumenti di capitale da parte di una società partecipata e
improduttiva ben due immobili di grande pregio e di proprietà comunale. Il
nostro “no”, anche in questo caso, si è rivelato assolutamente lungimirante e
sensato.
Da oltre un anno dichiaro la
mia assoluta contrarietà a quella che si profila come la grande speculazione
edilizia del XXI secolo alle Eolie, ovvero la vicenda dei 140 alloggi
(originariamente 147) da realizzare in verde agricolo, in cambio di due caserme
dei carabinieri. Continuo a dire “no” con la serena convinzione che, per avere
strutture adeguate alle ovvie esigenze dell’Arma, il comune di Lipari può
percorrere altre strade, piuttosto che avallare quello che sembra essere
diventato una sorta di ricatto immorale. In questa battaglia di civiltà, oggi
trovo conforto nelle dichiarazioni del prefetto di Messina, rilasciate alcuni
giorni fa nel corso di una videointervista al giornalista Bartolino Leone,
quando con autorevolezza sostiene che “l’Arma dei Carabinieri non si può
prestare a questa strumentalizzazione” e giudica l’intera operazione
“francamente disdicevole”. Il 25 agosto torneremo in consiglio comunale
su questo argomento, ma – alla luce delle citate dichiarazioni del prefetto
Alecci – vorrei sperare che la giunta Bruno riveda il proprio avallo a una
proposta insostenibile e la ritiri, per ripensare una strategia condivisibile –
e fattibile – se davvero vuole realizzare le necessarie caserme a Lipari e
Panarea. Spero, ma non mi illudo, e dunque attendo l’ennesima dimostrazione del
fatto che il “no”, a volte, è destinato a divenire la vera “proposta
costruttiva” in questo strano Paese.
Ed è questa la conclusione –
purtroppo, poco edificante – di queste personali riflessioni politiche sul
pragmatismo vero e su quello presunto. La negazione di proposte assurde è
l’unica difesa contro percorsi sbagliati che conducono, molto spesso, a vicoli
ciechi. Di fronte alle puntuali conferme che le bollano come proposte falsamente
costruttive, le facili accuse lanciate dai Soloni del “si” ad ogni costo fanno
sorridere, perché la capacità di negare non è mai fine a sé stessa, ma
scaturisce da una visione precisa e lucida di un diverso sviluppo esteso e
accessibile a un’intera collettività, piuttosto che a pochi “amici” privati che
trovano sempre più spesso campo libero per coltivare i propri interessi e
appropriarsi di pezzi di queste isole, in cambio dei quali vorrebbero restituire
ben poco alle comunità che le abitano.
Pietro Lo
Cascio
consigliere comunale di
Sinistra Ecologia Libertà
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