Negli ultimi tempi,
constato divertito, una sorta di contagiosa mania autocelebrativa si è
impadronita di chiunque, tramite scritti o interviste, dica qualcosa
pubblicamente.
Neanche un
"convinto" come me oserebbe tanto: nessuno vuole sentirsi dire che
sei meglio di lui, ammesso che tu lo sia.
Tornando alla
sostanza di scritti e interviste, viviamo, fortuna nostra, in un paese di
"fenomeni" che tutto sanno fare, ma ai quali il fato, incredibilmente
e ingiustamente, non concede la gloria del successo e il rispetto degli altri,
che sarebbero dovuti considerate le eroiche gesta e i nobili pensieri dei
"nostri".
Questi incompresi
sono dunque costretti, loro malgrado, a lanciarsi in una apologia di se stessi
e in un' esaltazione delle loro indiscusse e quasi metafisiche qualità, che
ingiustamente nessuno rimarca.
Qualche volta, per
solidarietà e altruismo, le "pubbliche celebrazioni" sono rivolte a
parenti, amici o compari a cui rendere giustizia per meriti non riconosciuti,
in un delirio crescente di comunicati e interviste farsa.
Lo
"spettacolo" offerto è sinceramente spassoso, ma gli attori impegnati
in questa faticosa e quotidiana commedia hanno ancora il senso del ridicolo...?
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO
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