Da
sabato primo dicembre il liceo Galileo Galilei di Spadafora è in autogestione.
Una scelta voluta con convinzione dagli studenti e condivisa con la scuola per
dare voce alle idee, per trasformare uno strumento di lotta in una esperienza
di crescita collettiva. L’autogestione si protrarrà fino all’otto dicembre con
laboratori di lettura e di scrittura, cineforum, laboratori musicali e di
potenziamento scolastico con il supporto dei docenti, dibattiti sui temi della
riforma ma anche sulla scuola, impoverita da una sistema politico miope. Una scelta, come affermano i rappresentanti
Antonio Sindoni e Giuseppe De Leo, della V A, non solo per protestare contro la
proposta di legge Aprea e contro i tagli al settore scolastico, ma anche per
proporre un altro modello di scuola, a misura di giovane, con una didattica
moderna, che valorizzi le idee ed il potenziale degli studenti, privilegiando
il confronto dialogico ed i dibattiti. All’ingresso
della sede centrale dell’Istituto si ritrovano ogni giorno tutti gli studenti,
anche quelli della sede staccata del Gabelli, per lavorare insieme ad un futuro
possibile, dove i libri sono il cibo della mente e le idee trovano il coraggio
di camminare sulle gambe dei ragazzi. Infatti c’è tra gli studenti anche chi,
assieme ad Agata Maria Pino responsabile della biblioteca, si occupa dei
prestiti dei libri, che già nella prima giornata sono stati 400 su una
popolazione scolastica di circa 560 studenti. Tenuto conto che la biblioteca si
trova attualmente nella sala professori e che non ci sono risorse economiche
per acquistare nuovi testi, è emersa tutta l’amarezza di dovere sopperire alla
mancanza di fondi con le sempre più sporadiche donazioni private. In questa
contestualità assumono ancora più rilievo gli studenti come Serena Buccoliero,
sesta classificata a livello nazionale nel concorso Nuova scrittura attiva 2012
con lo scritto “Volevo vedere il mare”. All’ingresso dell’Istituto gli alunni
vengono accolti e registrati dai responsabili della sicurezza, perché
autogestirsi significa anche assumersi delle responsabilità. Si respira subito
un sano entusiasmo. <<Si tratta sicuramente di una esperienza che ci farà
crescere, ha detto Francesco Anastasi, anzi abbiamo capito quanto sia difficile
insegnare e tenere l’ordine>>. <<Abbiamo sentito l’esigenza di
farci sentire e di farlo con consapevolezza tutti insieme anche per difendere il
nostro futuro lavorativo. Alla base di questa scelta ci sono dei valori,
abbiamo scelto l’autogestione proprio per rispettare la legalità>> ha
aggiunto Michael Di Perna. <<Si tratta di un urlo di protesta, che è
l‘unico modo di farci sentire, perchè la democrazia si sta trasformando in una forma
di aristocrazia gestita dai parlamentari>> ha dichiarato Domenico
Squadrito. Superata la sicurezza abbiamo intervistato il preside Cosimo
D’Agostino che condivide la protesta ed i metodi adottati dagli studenti che,
dice, hanno dimostrato di essere capaci di organizzarsi esprimendo idee e
valori nel rispetto delle regole e con un senso dell’educazione che fa loro
onore. Il preside prende atto dolorosamente dei tagli che negli ultimi tempi
hanno messo in crisi la scuola e si sente ferito dal fatto che i professori
siano stati definiti una casta, perché si tratta di persone che per amore degli
studenti e della scuola spesso lavorano molto di più di quanto preveda il
contratto senza essere retribuiti. Le recenti scelte contenute nella Spending
Review, inoltre, rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi
di programmazione, ha concluso D’Agostino, senza nascondere una punta di
soddisfazione per il coraggio e l’autodeterminazione dei suoi studenti. Anche i
professori presenti esprimono le loro opinioni. Pronta a collaborare la docente
di inglese Agata Grosso, soddisfatta per la serietà con la quale questi
studenti stanno conducendo la loro protesta, che definisce fatto importante ed
educativo. Nicola Lo Surdo, docente di disegno, prende atto che si tratta dell’espressione di un disagio
collettivo e che gli studenti nell’organizzazione sono stati bravi oltre le
aspettative. Dello stesso avviso il docente di fisica Sergio Galli che apprezza
che gli studenti abbiano voluto condividere l’autogestione con i docenti per un
percorso di crescita. Uscendo dal Galilei si ha l’impressione che questi
studenti abbiano sottoscritto una polizza assicurativa per il futuro di una
società che non si rassegna, che ha ancora il coraggio di lottare, non solo per
bloccare definitivamente la proposta di legge Aprea, ma soprattutto per
mantenere i valori della cultura che inevitabilmente si coniugano con libertà e
democrazia. Il sospetto che serpeggia è che si preferisca un popolo di
ignoranti perché più facile da gestire e che la cultura possa rappresentare una
minaccia per monopoli vecchi e nuovi.
Mariella
Di Giovanni
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