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sabato 8 dicembre 2012

ARS, DUE POLTRONE PER TRE: PDL, PD E GRILLINI. PDS E GRANDE SUD OUT

Non trova una congiuntura favorevole il gentlemen’s agreement con il Pdl in Sicilia, che ha caratterizzato il debutto della legislatura regionale in Sicilia. Avrebbe potuto costituire il primo step verso un’intesa politica a maglie larghe, non organica, ma le vicende romane hanno scavato un fossato fra il Pdl e la strana alleanza, quindi Udc e Pd. Non c’è spazio per le convenienze locali, specie alla vigilia delle politiche, ormai a stretto giro di posta.
Rosario Crocetta, fiero oppositore, di questa tendenza, trae beneficio dalla repentina svolta nazionale. Il paradosso, tuttavia, è che gli autonomisti siciliani (di Lombardo e Miccichè), attraverso un accordo con Giulio Tremonti e la Lega Nord, potrebbero trovarsi sullo stesso fronte con quel che resta del centrodestra, mentre in Sicilia, a Palazzo dei Normanni, l’asse Pd-Udc finisce privilegia i pidiellini.
La strana alleanza che ha permesso l’elezione del presidente dell’Assemblea ha scatenato furibonde polemiche nel Pd, che Ardizzone e Crocetta hanno cercato di ammorbidire senza tuttavia rinunciare alle proprie posizioni. Il segretario regionale del Pd, Lupo, ha avvertito invece l’esigenza di comunicare che gli autonomisti “No Pasarán”. Siamo tornati al futuro. Niente accordi con loro. Perché con il Pdl va bene e con Pds e Grande Sud no? La risposta non c’è ancora, ma il clima della passata legislatura c’è, in compenso.
Crocetta non vuole restare nel recinto del Pdl e Pid. Ha cercato senza successo di allargare il tavolo istituzionale alle altre forze di opposizione, ma non ce l’ha fatta perché sia Lupo quanto D’Alia hanno ottenuto assai facilmente la disponibilità di Giuseppe Castiglione e Saverio Romano,che l’avevano annunciata senza se e senza ma, mentre non si sono spesi più di tanto, o non si sono spesi affatto, nei confronti degli altri gruppi parlamentari, autonomisti e Movimento 5 Stelle.
Il secondo round potrebbe fare succedere un putiferio, quando ci sarà da completare gli organismi dell’Assemblea, eleggendo i deputati regionali che dovranno fare parte dell’ufficio di Presidenza (i due vice presidenti) e del consiglio di Presidenza (tre questori e due segretari), i presidenti delle Commissioni legislative ordinarie e delle speciali. Nonostante la buona volontà di Ardizzone (“Voglio che tutte le Commissioni lavorino con eguale “rango”) la seconda Commissione, Bilancio e Finanza, grazie al regolamento interno, conserva una ineludibile primazia.
Spetterebbe al gruppo parlamentare più folto, il M5S, una vicepresidenza, ma ci sono altre due gruppi da soddisfare, il il Pd e il Pdl nell’ordine, stando al numero dei deputati. Il Pdl avrebbe ricevuto la promessa di ottenere una delle due poltrone in cambio del voto a Ardizzone, il Pd non vuole restare fuori dalla conduzione dell’Aula. Ad Antonello Cracolici, che non fa mistero della sua scontetezza (politica e personale), potrebbe andare una vice presidenza, ma l’interessato non è affatto interessato a questa ipotesi e privilegia la guida del gruppo, come nella passata legislatura.
Verrà accontentato?
Crocetta non vorrebbe lasciare fuori il M5S, Lupo non vorrebbe dispiacere il Pdl. Ci vorrà ancora qualche giorno per trovare la quadra. Martedì 11 i giochi, però, saranno fatti.

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