Circolo
Legambiente Lipari – Eolie
Soltanto oggi ho
letto le interessanti prese di posizione sia dell’avvocato Angelo Pajno sia del
segretario del PD Eoliano, Saverio Merlino, discussione in qualche modo
attivata “dal rinnovato attivismo di talune associazioni ambientaliste”
come scrive l’avvocato Pajno, probabilmente a seguito della mia nota relativa
alla recente concessione per la collocazione in mare di un pontile galleggiante
nella rada di Filicudi Porto; decisione fortemente osteggiata dalla comunità
locale, come dimostra la nota inviata al Presidente della Regione Siciliana.
Le tematiche
relative alla istituzione del Parco Nazionale terrestre e marino delle Isole
Eolie sono tante e complesse, anche in relazione al territorio che interessano,
come sono tante le domande e le preoccupazioni che vengono poste dalle nostre
comunità, ed a tali questioni va data una compiuta risposta che non può
esaurirsi in una replica di qualche paginetta sui siti web delle Eolie, ma
potrebbero alimentare dei seri confronti nelle sedi opportune quali le
commissioni ed il consiglio comunale; certamente nel prossimo autunno ci faremo
promotori di una specifica iniziativa in tal senso.
La discussione
odierna, tuttavia, richiede alcune puntualizzazioni:
area marina protetta: la istituzione
dell’area marina protetta delle Isole Eolie è stata disposta da una legge, la
n. 979 del 1982, che all’art. 31 stabiliva un gruppo di 20 aree da sottoporre a
tutela, tra le quali le Isole Eolie. L’area marina protetta, pertanto, non è una
richiesta velleitaria di questa o di quella associazione ambientalista ma una
precisa destinazione voluta dal Parlamento Nazionale, lo stesso dicasi per il
Parco Nazionale. Possiamo far finta di nulla ma come l’esperienza insegna, se
non decidiamo noi, prima o poi qualcuno deciderà per noi.
Voglio ricordare
a tal proposito un caso: nel 2002 sia il Governo Nazionale (sottosegretario
Bono) sia quello Regionale (assessore Granata) hanno chiesto alla nostra
comunità, su invito dell’Unesco, di predisporre un piano di riconversione
delle cave di pomice al fine di riqualificare le attività connesse
all’escavazione e consentire un passaggio indolore dalla fase produttiva ad
altre attività; per oltre cinque anni la nostra amministrazione del tempo
ha ignorato tale richieste, ha fatto finta di nulla, nascondendo la testa sotto
la sabbia o utilizzando le preoccupazione dei dipendenti dell’industria
pomicifera per fare campagna elettorale, con il risultato che ben conosciamo.
Il sequestro delle cave e degli impianti ad opera della magistratura per
l’assenza di concessioni minerarie scadute nel corso del 2002; gli operai, gli
impiegati, le famiglie coinvolte, che ancora oggi attendono una risposta che
non sia un’elemosina da parte delle istituzioni regionale da rincorrere anno
per anno; un territorio abbandonato che rischia di diventare un gravissimo
pericolo per la nostra comunità. Bastava avere il coraggio di agire, fare,
realizzare il Piano, ottenere i finanziamenti dagli organi nazionale e
regionale e procedere ad un riorganizzazione del territorio senza traumi per
tutti; né avevamo avuto l’esempio con i Patti Territoriali finanziari dal
governo Prodi, non era certo una chimera.
Il recente
convegno organizzato da PD eoliano con la presenza di un rappresentante del Governo
Nazionale, in estrema sintesi, può diventare l’avvio di quel “piano di
riconversione verso il turismo eco-sostenibile” che ci consenta di fare un
salto di qualità che alla nostra comunità manca.
Voglio portare,
inoltre, alcuni esempi:
Le attuali regolamentazioni: le attuali
regolamentazioni sono nell’interesse delle nostre comunità?
Gli enti che
assumono decisioni le concordano con i nostri rappresentanti (sindaco,
consiglio comunale, consigli circoscrizionali)?
Prendiamo a
semplice esempio l’ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, n.
24 del 2014, la stessa all’articolo 3 recita: “la zona di mare per una
distanza di 200 metri dalle spiagge e/o dalle scogliere basse 3 100 metri dalle
coste a picco, è riservata alla balneazione” all’articolo 4 leggiamo: “nelle
zone di mare riservate alla balneazione sono vietati la navigazione di
qualsiasi unità navale, a vela o a motore, compresi i surf, wind-surf,
kite-surf, scooter d’acqua, propulsori acquatici e mezzi similari, ad eccezione
dei natanti tipo jole, canoe, pattini, mosconi, lance a remi, pedalò e simili.
Qualora n on vi sia nei pressi un corridoio di lancio o un approdo e le zone
siano frequentate da bagnanti, le predette unità potranno atterrare/ripartire
solo se condotte a remi o a nuoto, sempre seguendo rotte perpendicolari alla
costa e con adeguato servizio di vedetta a prua”.
L’articolo 4
prosegue prevedendo il divieto nelle zone riservate alla balneazione “a
tutte le unità navali, la sosta o l’ancoraggio, l’ormeggio a gavitello,
all’ancora o con qualsiasi altro mezzo di ritenuta, lo stazionamento permanente
e/o temporaneo”
Il secondo comma
dell’articolo quattro prescrive: “a tutte le unità, in special modo in
prossimità di altri mezzi navali, è vietato, compiere evoluzioni o navigare a
velocità tale da creare moto ondoso, pericoloso per la salvaguardia delle
persone e la sicurezza della navigazione e/o delle altre imbarcazioni”
l’ulteriore comma prevede che: “tutte le unità a motore ed a vela che
navigano a distanza inferiore ai 1000 dalla costa, dovranno procedere con lo
scafo in dislocamento ed a una velocità non superiore ai 10 nodi” Mi fermo qui perché l’ordinanza è di 20
pagine.
L’ordinanza è
stata discussa con le amministrazioni locali?
L’ordinanza è
rispettata da chi frequenta i nostri mari, sia per lavoro sia per diporto?
Quanti sanno che
gli isolotti intorno alle isole di Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli sono
tutelati e regolamentati?
La Regione
Siciliana, ormai da quasi un ventennio, ha regolamentato buona parte del
territorio delle Isole Eolie e degli isolotti adiacenti alle isole,
individuando, soprattutto negli isolotti della Canna, Montenassari, Basiluzzo,
Dattilo, Lisca Bianca, Bottaro, Lisca Nera (per quanto ne rimane),
Strombolicchio, le zone A di riserva ed affidando il tutto all’Azienda
Demaniale Forestale.
In tutti e due i
casi sinteticamente riportati sia gli enti che le decisioni relative al nostro
territorio sono state prese in assenza di qualsiasi confronto con le nostre
comunità. È uno stato di cose che ci soddisfa?
Riteniamo che
questi Enti, soprattutto l’azienda Demaniale Forestale, stia concretizzando
progetti tali da consentire uno sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio,
creando opportunità di lavoro per le nuove generazioni, favorendo la
destagionalizzazione del nostro turismo?
Anche se la
nostra proposta sarà approfondita la sintesi del nostro pensiero è questa:
a)
Pensiamo
che la perimetrazione del futuro Parco Nazionale e dell’area marina
protetta delle Isole Eolie debba partire da quelle attuali delle riserve
naturali orientale, senza ulteriore incremento di aree da sottoposte a tutela,
con la possibilità di prevedere modifiche e rettifiche da parte dei consigli
comunali eoliani;
b)
Pensiamo
la regolamentazione del futuro Parco Nazionale e dell’area marina
protetta delle Isole Eolie debba partire da quelle già in vigore all’interno
del nostro territorio con la possibilità di prevedere modifiche e rettifiche da
parte dei consigli comunali eoliani;
c)
Pensiamo
che all’Ente Gestore del Parco (costituito tra le amministrazioni comunali
eoliane), attraverso una norma di legge votata dal Parlamento Italiano, devono
essere demandate le decisioni politiche relative al parco;
d)
che
l’Ente Gestore, per evitare che diventi un “poltronificio”, sia formato dai
consiglieri comunali in carica dei quattro comuni isolani (con rappresentanze
proporzionali), senza ulteriori figure intermedie;
in sintesi con la nostra proposta non aggiungiamo nulla a quello che già
esiste, riportiamo, tuttavia, le decisioni nelle mani della nostra
comunità, provando a trasformare i divieti in opportunità per il nostro
territorio.
Io personalmente
ritengo che sia meglio che l’iniziativa parta da noi e non che ci arrivi
“calata” dall’alto o ancor peggio, che qualcuno pensi di poter trasformare le
coste ed il mare delle isole Eolie in facili conquiste approfittando
dell’assenza di .norme precise a tutela delle nostre comunità.
Mi auguro anche
che l’odierna nota sia argomento di riflessione per un futuro, sereno, confronto
all’interno della nostra comunità, senza spirito di polemica, ma nell’interesse
generale dello sviluppo e del lavoro per i nostri figli.
Lipari 18 agosto
2014
Giuseppe
La Greca
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