Lettera aperta a...
Anno scolastico 2014-2015 ennesima autogestione dei ragazzi della scuola superiore di Lipari: invito alla riflessione.
Anno scolastico 2014-2015 ennesima autogestione dei ragazzi della scuola superiore di Lipari: invito alla riflessione.
Cari ragazzi,
premetto che scrivo perchè mi state molto a cuore e quindi per amore, con molta umiltà e senza alcuna intenzione di giudicarvi.
Sono madre di tre adolescenti di cui due frequentanti l'Istituto Comprensivo di Istruzione Superiore Isabella Conti. Il mio terzo figlio studia a Milano dove abbiamo deciso di mandarlo, a costo di grandi sacrifici, principalmente perchè possa essere preparato meglio dal punto di vista della sua istruzione ad affrontare il futuro e inseguire il suo sogno di diventare calciatore.
Anch'io ho frequentato la scuola superiore di Lipari, in particolare il Liceo Scientifico, che allora era sezione staccata di quello di Milazzo. Quando iniziai, alcuni genitori lottarono perchè si potesse formare la classe e assicurare la continuità dell'indirizzo e sono loro molto grata. Non avevamo una sede fissa, il primo anno iniziammo in un appartamento, successivamente vagammo di edificio in edificio. La classe era composta da pochissimi ragazzi e negli ultimi anni del triennio si assestò su cinque elementi. La mia giornata tipo da studente si svolgeva nel seguente modo: scuola al mattino, pausa pranzo, studio tutti i giorni fino alle 19,00, pausa, cena, studio spesso anche fino a tarda sera. Questa era la vita che conducevo non solo io, ma anche altri ragazzi che come me sono ora genitori di alcuni studenti della scuola superiore di questa città. Ero interrogata tutti i giorni in tutte le materie e dovevo essere sempre preparata. Studiavo non solo perchè, vista la situazione, non potevo farne al meno, e perchè i miei genitori mi incoraggiavano a farlo, insegnandomi che siamo noi responsabili del nostro futuro con il nostro impegno in prima persona, ma studiavo anche, e forse ad alcuni di voi potrà sembrare strano, perchè mi piaceva. Ebbi insegnanti sia meravigliosi che terribilmente inadeguati (impreparati, incapaci e persino mentalmente disturbati). Cercavo di colmare le lacune create da quest'ultimi chiedendo aiuto a mio padre per alcune materie e studiando da autodidatta, per altre. Leggevo tantissimo. Quando si organizzavano scioperi con l'unico scopo di non fare lezione, io e le mie sorelle eravamo sempre presenti perchè i miei genitori non ci permettevano di essere assenti, motivando la loro decisione con il fatto che frequentare la scuola era nostro diritto e dovere. Voi penserete che io ero la classica "secchiona", tuttavia, nonostante tutto, trovavo il tempo per fare dello sport e coltivare delle amicizie. Lo studio era per me però la massima priorità, tutto il resto passava in secondo piano. Ho proseguito i miei studi al Nord dove ho riscontrato un livello molto più alto al quale ho cercato di adeguarmi il più possibile. Anche nella mia esperienza di vita all'estero mi sono resa conto che il sistema di istruzione italiano presenta molti difetti.
Mi piace essere franca e diretta, così vi dico apertamente che ritengo che per alcuni di voi l'autogestione sia "un periodo di pausa" che pensiate "vi spetti" ogni anno, tanto un motivo fondato per protestare si trova sempre. Innanzitutto mi chiedo come un soggetto, che per legge è considerato minorenne, possa decidere di aderire ad una autogestione scolastica. Inoltre, per quanto ho appreso, la gestione delle lezioni è stata deludente; d'altronde se la preparazione delle lezioni è complessa per un insegnante preparato e con anni di esperienza, figuriamoci per dei ragazzi che non hanno neppure completato il ciclo di istruzione superiore. Ciò che mi amareggia di più in questi giorni di autogestione è la grave mancanza di rispetto, espressa, a detta di alcuni ragazzi e genitori, come vera e propria aggressività verbale e bullismo, nei confronti della cosidetta minoranza che la pensa diversamente e vorrebbe fare lezione in modo regolare, ma che ne viene impedita. Mi pare che a questo proposito si leda il diritto di questi studenti ricevere un'istruzione adeguata. Non posso quindi che esprimere tutta la mia solidarietà e elogiare questi ragazzi che non hanno avuto paura di andare controcorrente e sono stati anche pesantemente attaccati, offesi, calunniati. Il mio elogio va pure a chi ha votato contro e a chi sta facendo regolarmente lezione. Tutti questi studenti, a mio avviso, hanno mostrato grande coscienziosità e maturità. Ma coloro che sono a capo della protesta perchè hanno preso tale decisione? Desiderio di far nulla, promesse elettorali tra studenti, tradizione, voglia di protagonismo e di potere? O, se agiscono in buonafede, sono davvero convinti che con qualche giorno di autogestione potranno cambiare la loro scuola, Lipari, l'Italia e addirittura il mondo? Si rendono conto che stanno giocando con le loro vite e quelle degli altri? Guardatevi ragazzi per favore dagli adulti che in malafede vogliono sfruttare la vostra protesta e strumentalizzarvi! Le soluzioni ai nostri problemi non cadono dal cielo e nulla ci è dovuto ma bisogna che ce lo conquistiamo ogni giorno con fatica e sacrifici. Una volta individuati i problemi, va considerato il fatto che i risultati si ottengono con un lungo e costante impegno in prima persona e quasi sempre bisogna appoggiarsi a chi (nel vostro caso gli adulti) ha più esperienza, più potere di voi, anche se magari meno energia, entusiasmo e tempo. Più si uniscono gli sforzi, più si può sperare di raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. A proposito di obiettivi, non dovreste forse lottare per ricevere la più alta istruzione possibile per vivere meglio, assicurarvi un futuro felice ed essere liberi? Si, perchè, come ben sapete, l'ignoranza è schiavitù. La prima vera protesta per cui per voi varebbe la pena di lottare è ricevere un'istruzione adeguata. Ciò non significa forse impegnarsi il più possibile nello studio, rispettare le norme scolastiche, adoperarsi perchè la vostra scuola funzioni al massimo delle sue possibilità e delle sue risorse umane e materiali, lavorando per migliorarle, segnalando le inefficienze e le incompetenze, anche esponendovi in prima persona, ma dando il proprio contributo concreto alla soluzione dei problemi. Chi, tra i maggiorenni, volesse partecipare attivamente alla gestione della scuola perchè non propone un piano di "un'autogestione di emergenza" per sopperire al numero insufficiente di insegnanti nei giorni di maltempo ed evitare quindi di tornare a casa? L'obiettivo principale: non perdere neppure un minuto di vera scuola e adeguarsi ai livelli dei Paesi leader a livello mondiale! Com'è noto l'Italia e ancor più la Sicilia occupano posizioni molto basse rispettivamente in ambito mondiale e nazionale. Smettete di considerare l'Italia l'ombelico del mondo! Se non vi rimboccate le maniche seriamente non avrete alcuna chance rispetto ai giovani di altri Paesi. Certo gli edifici scolastici più o meno in tutta Italia sono ormai fatiscenti o c'è carenza di strutture. Vi ricordo però che i vostri nonni e anche alcuni dei vostri genitori sono stati istruiti in condizioni molto peggiori delle vostre con risultati talvolta anche migliori. Sono tempi di grave crisi economica mondiale in cui bisogna far tesoro di quello che si ha, esserne grati, conservarlo, utilizzarlo al meglio ed essere solidali. Amate, apprezzate, ringraziate e siate riconoscenti nei confronti di tutti coloro che nella vostra scuola, soprattutto degli insegnanti che, oltre a svolgere con professionalità il proprio lavoro, anche a costo di grandi sacrifici, non si accontentano di ricevere uno stipendio, sono consci della loro grande missione e cioè di formare gli uomini e le donne del domani e hanno a cuore voi e il vostro futuro. E a guardarci meglio questi insegnanti sono proprio quelli più esigenti e che voi bistrattate di più. O forse la cultura, l'istruzione, la conoscenza non vi interessano? E se è questo il caso, ma allora perchè voi ragazzi del triennio continuate ad andare a scuola per perdere solo tempo e con il vostro disinteresse per lo studio impedite a chi vuole veramente studiare di farlo? Uscite per un attimo col pensiero dai confini del nostro Paese, guardate cosa succede nel mondo, dove bambini e ragazzi della vostra età, non vanno a scuola perchè semplicemente non ce l'hanno, non ce l'hanno mai avuta o è stata distrutta dalla guerra o pensate a quelli che percorrono a piedi parecchi chilometri al giorno per andarci e fanno lezione in condizioni molto disagiate. (Vi consiglio a questo proposito di guardare il film "Sur le chemin de l'école".) Pensate a coloro i quali devono pagare per studiare o a quelli che invece di ricevere un'istruzione viene messo in mano un fucile per combattere. Riflettete, infine, sul caso di Malala, vostra coetanea, che all'età di 11 anni ricevette un proiettile in testa dai Talebani perchè si batteva per il diritto delle bambine di ricevere un'istruzione nel suo paese in Pakistan e che per il suo impegno è stata insignita nel 2014 del premio Nobel per la Pace.
Rivolgendomi a tutti i genitori e adulti di questa comunità voglio ricordare a me e a tutti voi che noi siamo responsabili di questi ragazzi, di come sono e saranno, e abbiamo il dovere morale di guidarli con il nostro buon esempio e esorto me e voi a farlo; loro sono il futuro, dobbiamo impedire che commettano i nostri stessi errori e incoraggiarli a migliorare il mondo in cui viviamo.
Concludendo vorrei che noi tutti, ragazzi e adulti, riflettessimo sulle celebri parole del grande filosofo Socrate: "Esiste un unico bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza".
Buona scuola ragazzi!
Marcella Di Marca
premetto che scrivo perchè mi state molto a cuore e quindi per amore, con molta umiltà e senza alcuna intenzione di giudicarvi.
Sono madre di tre adolescenti di cui due frequentanti l'Istituto Comprensivo di Istruzione Superiore Isabella Conti. Il mio terzo figlio studia a Milano dove abbiamo deciso di mandarlo, a costo di grandi sacrifici, principalmente perchè possa essere preparato meglio dal punto di vista della sua istruzione ad affrontare il futuro e inseguire il suo sogno di diventare calciatore.
Anch'io ho frequentato la scuola superiore di Lipari, in particolare il Liceo Scientifico, che allora era sezione staccata di quello di Milazzo. Quando iniziai, alcuni genitori lottarono perchè si potesse formare la classe e assicurare la continuità dell'indirizzo e sono loro molto grata. Non avevamo una sede fissa, il primo anno iniziammo in un appartamento, successivamente vagammo di edificio in edificio. La classe era composta da pochissimi ragazzi e negli ultimi anni del triennio si assestò su cinque elementi. La mia giornata tipo da studente si svolgeva nel seguente modo: scuola al mattino, pausa pranzo, studio tutti i giorni fino alle 19,00, pausa, cena, studio spesso anche fino a tarda sera. Questa era la vita che conducevo non solo io, ma anche altri ragazzi che come me sono ora genitori di alcuni studenti della scuola superiore di questa città. Ero interrogata tutti i giorni in tutte le materie e dovevo essere sempre preparata. Studiavo non solo perchè, vista la situazione, non potevo farne al meno, e perchè i miei genitori mi incoraggiavano a farlo, insegnandomi che siamo noi responsabili del nostro futuro con il nostro impegno in prima persona, ma studiavo anche, e forse ad alcuni di voi potrà sembrare strano, perchè mi piaceva. Ebbi insegnanti sia meravigliosi che terribilmente inadeguati (impreparati, incapaci e persino mentalmente disturbati). Cercavo di colmare le lacune create da quest'ultimi chiedendo aiuto a mio padre per alcune materie e studiando da autodidatta, per altre. Leggevo tantissimo. Quando si organizzavano scioperi con l'unico scopo di non fare lezione, io e le mie sorelle eravamo sempre presenti perchè i miei genitori non ci permettevano di essere assenti, motivando la loro decisione con il fatto che frequentare la scuola era nostro diritto e dovere. Voi penserete che io ero la classica "secchiona", tuttavia, nonostante tutto, trovavo il tempo per fare dello sport e coltivare delle amicizie. Lo studio era per me però la massima priorità, tutto il resto passava in secondo piano. Ho proseguito i miei studi al Nord dove ho riscontrato un livello molto più alto al quale ho cercato di adeguarmi il più possibile. Anche nella mia esperienza di vita all'estero mi sono resa conto che il sistema di istruzione italiano presenta molti difetti.
Mi piace essere franca e diretta, così vi dico apertamente che ritengo che per alcuni di voi l'autogestione sia "un periodo di pausa" che pensiate "vi spetti" ogni anno, tanto un motivo fondato per protestare si trova sempre. Innanzitutto mi chiedo come un soggetto, che per legge è considerato minorenne, possa decidere di aderire ad una autogestione scolastica. Inoltre, per quanto ho appreso, la gestione delle lezioni è stata deludente; d'altronde se la preparazione delle lezioni è complessa per un insegnante preparato e con anni di esperienza, figuriamoci per dei ragazzi che non hanno neppure completato il ciclo di istruzione superiore. Ciò che mi amareggia di più in questi giorni di autogestione è la grave mancanza di rispetto, espressa, a detta di alcuni ragazzi e genitori, come vera e propria aggressività verbale e bullismo, nei confronti della cosidetta minoranza che la pensa diversamente e vorrebbe fare lezione in modo regolare, ma che ne viene impedita. Mi pare che a questo proposito si leda il diritto di questi studenti ricevere un'istruzione adeguata. Non posso quindi che esprimere tutta la mia solidarietà e elogiare questi ragazzi che non hanno avuto paura di andare controcorrente e sono stati anche pesantemente attaccati, offesi, calunniati. Il mio elogio va pure a chi ha votato contro e a chi sta facendo regolarmente lezione. Tutti questi studenti, a mio avviso, hanno mostrato grande coscienziosità e maturità. Ma coloro che sono a capo della protesta perchè hanno preso tale decisione? Desiderio di far nulla, promesse elettorali tra studenti, tradizione, voglia di protagonismo e di potere? O, se agiscono in buonafede, sono davvero convinti che con qualche giorno di autogestione potranno cambiare la loro scuola, Lipari, l'Italia e addirittura il mondo? Si rendono conto che stanno giocando con le loro vite e quelle degli altri? Guardatevi ragazzi per favore dagli adulti che in malafede vogliono sfruttare la vostra protesta e strumentalizzarvi! Le soluzioni ai nostri problemi non cadono dal cielo e nulla ci è dovuto ma bisogna che ce lo conquistiamo ogni giorno con fatica e sacrifici. Una volta individuati i problemi, va considerato il fatto che i risultati si ottengono con un lungo e costante impegno in prima persona e quasi sempre bisogna appoggiarsi a chi (nel vostro caso gli adulti) ha più esperienza, più potere di voi, anche se magari meno energia, entusiasmo e tempo. Più si uniscono gli sforzi, più si può sperare di raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. A proposito di obiettivi, non dovreste forse lottare per ricevere la più alta istruzione possibile per vivere meglio, assicurarvi un futuro felice ed essere liberi? Si, perchè, come ben sapete, l'ignoranza è schiavitù. La prima vera protesta per cui per voi varebbe la pena di lottare è ricevere un'istruzione adeguata. Ciò non significa forse impegnarsi il più possibile nello studio, rispettare le norme scolastiche, adoperarsi perchè la vostra scuola funzioni al massimo delle sue possibilità e delle sue risorse umane e materiali, lavorando per migliorarle, segnalando le inefficienze e le incompetenze, anche esponendovi in prima persona, ma dando il proprio contributo concreto alla soluzione dei problemi. Chi, tra i maggiorenni, volesse partecipare attivamente alla gestione della scuola perchè non propone un piano di "un'autogestione di emergenza" per sopperire al numero insufficiente di insegnanti nei giorni di maltempo ed evitare quindi di tornare a casa? L'obiettivo principale: non perdere neppure un minuto di vera scuola e adeguarsi ai livelli dei Paesi leader a livello mondiale! Com'è noto l'Italia e ancor più la Sicilia occupano posizioni molto basse rispettivamente in ambito mondiale e nazionale. Smettete di considerare l'Italia l'ombelico del mondo! Se non vi rimboccate le maniche seriamente non avrete alcuna chance rispetto ai giovani di altri Paesi. Certo gli edifici scolastici più o meno in tutta Italia sono ormai fatiscenti o c'è carenza di strutture. Vi ricordo però che i vostri nonni e anche alcuni dei vostri genitori sono stati istruiti in condizioni molto peggiori delle vostre con risultati talvolta anche migliori. Sono tempi di grave crisi economica mondiale in cui bisogna far tesoro di quello che si ha, esserne grati, conservarlo, utilizzarlo al meglio ed essere solidali. Amate, apprezzate, ringraziate e siate riconoscenti nei confronti di tutti coloro che nella vostra scuola, soprattutto degli insegnanti che, oltre a svolgere con professionalità il proprio lavoro, anche a costo di grandi sacrifici, non si accontentano di ricevere uno stipendio, sono consci della loro grande missione e cioè di formare gli uomini e le donne del domani e hanno a cuore voi e il vostro futuro. E a guardarci meglio questi insegnanti sono proprio quelli più esigenti e che voi bistrattate di più. O forse la cultura, l'istruzione, la conoscenza non vi interessano? E se è questo il caso, ma allora perchè voi ragazzi del triennio continuate ad andare a scuola per perdere solo tempo e con il vostro disinteresse per lo studio impedite a chi vuole veramente studiare di farlo? Uscite per un attimo col pensiero dai confini del nostro Paese, guardate cosa succede nel mondo, dove bambini e ragazzi della vostra età, non vanno a scuola perchè semplicemente non ce l'hanno, non ce l'hanno mai avuta o è stata distrutta dalla guerra o pensate a quelli che percorrono a piedi parecchi chilometri al giorno per andarci e fanno lezione in condizioni molto disagiate. (Vi consiglio a questo proposito di guardare il film "Sur le chemin de l'école".) Pensate a coloro i quali devono pagare per studiare o a quelli che invece di ricevere un'istruzione viene messo in mano un fucile per combattere. Riflettete, infine, sul caso di Malala, vostra coetanea, che all'età di 11 anni ricevette un proiettile in testa dai Talebani perchè si batteva per il diritto delle bambine di ricevere un'istruzione nel suo paese in Pakistan e che per il suo impegno è stata insignita nel 2014 del premio Nobel per la Pace.
Rivolgendomi a tutti i genitori e adulti di questa comunità voglio ricordare a me e a tutti voi che noi siamo responsabili di questi ragazzi, di come sono e saranno, e abbiamo il dovere morale di guidarli con il nostro buon esempio e esorto me e voi a farlo; loro sono il futuro, dobbiamo impedire che commettano i nostri stessi errori e incoraggiarli a migliorare il mondo in cui viviamo.
Concludendo vorrei che noi tutti, ragazzi e adulti, riflettessimo sulle celebri parole del grande filosofo Socrate: "Esiste un unico bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza".
Buona scuola ragazzi!
Marcella Di Marca
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