‘Muccalapuni e il futuro dei rifiuti siciliani
I contenuti di questa nota sono una lettera aperta al presidente Crocetta ed
all’assessore Contrafatto, i quali, ce lo auguriamo fervidamente,
dovrebbero rispondere alle domande concrete, poste più sotto, non a Zero Waste
Sicilia, ma a tutti i siciliani.
Dunque il dado è tratto: con l’ultima
ordinanza del presidente Crocetta, la Sicilia si piega all’imposizione del
governo Renzi e spiana la strada alla distruzione della risorsa pubblica
rifiuti. Hanno purtroppo prevalso pochi potenti speculatori a discapito delle
tasche dei siciliani, la follia sul buon senso, l’apparenza sulla verità, gli
effetti speciali sul mondo reale.
Se la forte spinta ai comuni a muoversi
sul fronte della raccolta differenziata (RD) va vista come un dato positivo
ancorché molto tardivo, bisognerebbe che il presidente Crocetta e l’assessore
Contrafatto rispondessero pubblicamente alle seguenti domande, invece di fare quotidianamente
annunci contraddittori:
1)
Senza
impianti di compostaggio, previsti già nel piano regionale del 2012, dove andrà
a finire la frazione umida (non combustibile!) che i comuni si affanneranno a
raccogliere? In discarica o fuori regione pagando conferimento e trasporto,
nonostante gli inceneritori?
2)
Senza
impianti di separazione e valorizzazione del secco (che servono a separare le
plastiche diverse, la carta dal cartone, l’acciaio dall’alluminio, ecc.) come
si gestiranno le materie prime seconde (MPS) recuperabili, che potrebbero
essere denaro sonante per i comuni?
3)
Senza
gli impianti di separazione del tal quale e di biostabilizzazione della
frazione organica (TMB), trattamento obbligatorio dal 2003 (DLGS 36/03), come e
quando si produrrà il famigerato combustibile solido secondario (CSS)?
4)
Senza
questo trattamento si potranno trasportare fuori Sicilia i rifiuti non
trattati?
5)
Chi
finanzierà questi impianti necessari al piano Regione-Governo, i comuni in
dissesto?
6)
Sanno,
il presidente e l’assessore, che prima di bruciarlo il CSS deve essere
classificato (5 valori di PCI, 5 di Cl e 5 di Hg, per un totale di 125 classi) mediante
analisi chimica dell’intera produzione di un anno divisa in almeno 10 lotti, in
base al protocollo UNI EN 15359:2011?
Ha l’ARPA gli strumenti e le risorse umane e finanziarie per tali analisi
chimiche?
7)
Hanno
spiegato ai cittadini che le loro TARI potrebbero esplodere aggiungendo alle
quote attuali il costo del TMB, il costo del CSS ed il conferimento del CSS
agli inceneritori? Ovvero aggiungendo il trasporto via nave ed il conferimento
in impianti fuori regione? E dove? E si sa se verranno accettati?
8)
Sanno
che a valle del TMB con pochissima spesa (separazione manuale ed estrusione
termo- meccanica, le fabbriche dei
materiali) è possibile produrre plastiche multicomposite di largo uso e
mercato per suppellettili e quali laterizi alternativi, più leggeri, resistenti
ed economici degli attuali?
9)
Dove
sono e chi gestirà le costosissime discariche speciali dove bisognerà conferire
le scorie dell’incenerimento, che sono rifiuti pericolosi? Si è pensato a dove
verranno installate queste bombe ecologiche?
10) Se i siciliani rinsavissero e
raggiungessero quote di riduzione dei rifiuti tal quale e recupero di materia non
come quelle di Treviso o delle Fiandre, ma come quelle di Zafferana Etnea (85%RD),
a cosa serviranno gli inceneritori? E i soldi per costruirli non sarebbero
buttati?
11) Sanno che il recupero di materia dagli
scarti è la base del’economia circolare che ci chiede l’Europa (“Pacchetto
del’economia circolare” del dicembre 2015)?
12) Ecc. (domande non banali su inquinamento
ambientale e sanità pubblica)
Le risposte sembrerebbero alquanto
ovvie, e sfatano sciocchezze sesquipedali come quella che gli inceneritori ci
affrancheranno dalla schiavitù delle discariche. Ora la politica può continuare
a trasformare risorse dei cittadini nel lucro dei soliti noti, ma si sappia che
in Sicilia ci sono sempre meno ‘muccalapuni.
Beniamino Ginatempo, pres. di Zero Waste
Sicilia
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