Appresa la notizia della morte di Lorenza, la ASP di Messina, nella persona del suo direttore generale dott. La Paglia, ha immediatamente nominato una commissione di indagine interna.
Nelle ultime ore, anche l’Assessorato Regionale ha aperto un fascicolo presso il dipartimento “ispezione e vigilanza”.
Immediatamente dopo l’evento, quando ancora non si conosceva alcun dettaglio sulla vicenda, il dott. La Paglia aveva già definito sui social l’oggetto delle indagini, puntando il dito verso le “dinamiche interne dell’ospedale di Lipari”
Lo stesso dott. La Paglia ha poi pubblicato, sempre sui social, la notizia dell’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di un infermiere dell’ospedale di Lipari che avrebbe indotto la ragazza a rivolgersi alla guardia medica invece che al Pronto Soccorso.
Ci chiediamo quale sia il senso dell’atteggiamento inquisitore assunto dalla Regione e dalla ASP 5, che ostentano pubblicamente il loro impegno e la loro solerzia nella ricerca dei colpevoli.
In un momento del genere ci saremmo aspettati che la ASP di Messina e l’Assessorato Regionale si preoccupassero di rassicurare gli eoliani e i numerosi turisti che frequentano le isole, impegnandosi a garantire la presenza del personale medico necessario per far funzionare sia i reparti che il pronto soccorso, in modo da evitare che tragici episodi del genere possano ripetersi.
Tutto ciò a prescindere dalla causa della morte di Lorenza e dalle eventuali responsabilità individuali, ma solo in base all’ovvia considerazione che in un ospedale a capacità ridotta, con personale dimezzato e con un clima da dismissione, il rischio che l’assistenza non sia adeguata, che i medici e gli infermieri siano stanchi, demotivati e inefficienti, è sempre più elevato.
Proprio negli stessi giorni in cui Lorenza stava male, al Pronto Soccorso c’erano sono due medici in servizio, che si alternavano per coprire i turni.
L’ASP 5 ha accordato ferie e trasferimenti, senza provvedere alla sostituzione del personale assente, lasciando l’ospedale allo sbaraglio, con medici indotti a lavorare oltre l’orario consentito e reparti costretti a prestare i propri medici al pronto soccorso.
A causa dei tagli alla spesa, il pronto Soccorso non ha potuto neanche contare sull’apporto dei medici del 118. Come comitato abbiamo denunciato questa pericolosa situazione il 18 Agosto, attraverso una pec indirizzata al dott. La Paglia, che non ha avuto alcuna risposta, e poi attraverso un esposto presentato presso i Carabinieri di Lipari.
Ci saremmo aspettati che la morte di Lorenza facesse finalmente riflettere sull’importanza di tutelare pienamente il diritto alla salute anche nei posti che, come Lipari, non hanno i numeri adeguati a giustificare la spesa sanitaria, visto che la vita di una ragazza di 22 anni non può valere nessun risparmio e nessuna razionalizzazione dei costi. Invece, l’atteggiamento assunto dalla ASP 5, nonostante non sia stata ancora accertata la reale dinamica dei fatti, è stato quello di cavalcare l’onda dell’indignazione dei cittadini, indirizzandola contro chi in ospedale, pur tra mille difficoltà, lavora, piuttosto che contro chi avrebbe la responsabilità, politica ed amministrativa, di garantirne il funzionamento.
Peraltro, l’Asp 5, che da una parte ha istituito immediatamente la commissione di indagine interna per verificare l’operato dei medici e degli infermieri, dall’altra non ha nominato neanche un proprio tecnico per partecipare agli accertamenti peritali disposti dalla Procura, ovvero non ha partecipato proprio a quelle operazioni (autopsia) preordinate alla verifica di eventuali responsabilità.
Abbiamo la netta sensazione che l’azienda sanitaria, più che chiarire l’accaduto e prevenire ulteriori tragedie, voglia approfittare del tragico evento e dell’inevitabile impatto emotivo sulla comunità eoliana, per alimentare la sfiducia nei confronti del personale sanitario operante presso l’ospedale di Lipari, in modo da giustificarne la chiusura, già più volte annunciata e farla accettare all’opinione pubblica.
Le indagini sulle negligenze dei medici le farà la Procura e l’azienda sanitaria adotterà, giustamente, i provvedimenti interni che riterrà opportuni nei confronti del proprio personale, ma quello che, come cittadini, pretendiamo di sapere sia dal Direttore Generale dell’ASP 5 sia dall’Assessore Regionale alla Sanità, che in questo momento sembrano così vigili rispetto ai problemi dell’ospedale eoliano, è come intendono intervenire affinchè tale ospedale sia in condizione di funzionare pienamente, con la presenza di tutto il personale in organico e con il rispetto dei livelli minimi di assistenza previsti dalla legge.
Siamo vicini ai familiari di Lorenza e speriamo che si faccia piena luce sulla sua morte, ma siamo convinti che se accetteremo che, in suo nome, venga invocata la chiusura dell’ospedale e calpestato il diritto alla salute, sarà come farla morire due volte.
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