Stromboli, i suoi abitanti e i turisti hanno vissuto una notte di terrore.
Le fiamme sempre più alte, sempre più vicine, sin dentro le pertinenze delle abitazioni, lambendole pericolosamente.
Residenti impegnati a salvare le case, le attività, i sacrifici di una vita che rischiavano di andare in fumo per incoscienza e superficialità altrui; turisti in fuga verso la spiaggia, dove in tanti hanno passato la notte, o con le valigie pronte per lasciare l'isola; la nave "Antonello da Messina" inviata per una eventuale evacuazione.
Poi, piano piano, le fiamme sono andate spegnendosi, perchè non c'era più vegetazione da bruciare; perchè i cittadini hanno fatto "muro" per salvare le case, ma occorrerà tempo per spegnere la rabbia, il terrore che ha serpeggiato tra grandi e piccini.
Adesso, mentre scriviamo, mentre il canadair sta procedendo alla bonifica, Stromboli è spettrale; carbonizzata la vegetazione spontanea; così come le colture private, anche quelle a ridosso delle abitazioni.
Da Scari a Piscità, a San Vincenzo e , poi, sin sulla montagna è qualcosa di surreale, di inimmaginabile, ancora di più se si pensa che a causare tutto questo è stata una "messinscena" per una fiction.
Quel che ha fatto l'uomo non l'ha fatto neppure il vulcano: non trovo altra frase per descrivere ciò che è accaduto.
Adesso si farà la conta dei danni che non saranno certo di poco conto (distrutta la foresteria del COA), imponenti anche a livello ambientale e, poi, Stromboli e gli strombolani, con la forza che li ha sempre contraddistinti, ripartiranno: una certezza, questa.
Ma una domanda non può non essere posta: Doveva accadere tutto questo?
N.B. La prima foto, quella di Stromboli dal mare è dell'ARE (Associazione radioamatori eoliani); le altre due di Alessandro Ando Wegner
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