Lettera del consigliere Pietro Lo Cascio di “Eolie nel cuore” sulla vicenda legata all'asilo nido di Via S. Giorgio. Il testo:
Gentile Direttore,
ho accolto con piacere l’invito della presidente Lo Rizio, rappresentante legale della Società Cooperativa “Margherita”, quando, suo malgrado coinvolta nella recente polemica sull’asilo nido comunale di Lipari, ha esortato i consiglieri (e, tra questi, certamente anche me) a “controllare gli atti […] prima di scrivere e sentenziare”.
Desidero premettere come, nel ricordare una notizia vecchia ormai di mesi relativa all’affidamento della struttura alla sua cooperativa, non intendevo attribuire a quest’ultima eventuali responsabilità dell’attuale degrado, ma conoscere l’esito dell’iniziativa, chiedendo in caso contrario quali fossero stati i motivi ostativi che – di fatto – ci privavano e ci privano ancora oggi di un asilo nido comunale.
Una più attenta lettura delle carte mi permette finalmente di ricostruire in maniera circostanziata la vicenda, ancora “tiepida”, della quale credo sia corretto informare la cittadinanza. La cooperativa, mostrando indubbia sensibilità verso il problema dei servizi per l’infanzia, manifesta già nel maggio del 2005 al Comune la propria disponibilità a un eventuale affidamento della struttura e propone un progetto, denominato “Baby’s Dream”, che prevede l’attivazione per un anno di un servizio di asilo nido aperto alla fascia pre-scolastica; offre all’ente la propria partecipazione, nella misura del 20%, agli oneri di gestione, e chiede 35.000 euro di finanziamento alla Regione. Il costo della retta, recita testualmente il progetto, “sarà determinato dalle diverse e reali esigenze di chi usufruirà del servizio” (???), ma questi sono dettagli. Il Comune risponde (22 gennaio 2007) informando la cooperativa di avere ottenuto per tale progetto un contributo della Regione pari a 28.000 euro, cui si sommano 7.000 euro a carico del bilancio comunale e altrettanti previsti a carico della “Margherita”, e invitandola pertanto a rimodulare il piano economico di “Baby’s Dream”. Qualche giorno dopo (6 febbraio) la cooperativa invia il piano economico rimodulato per un totale di 42.000 euro; di questi, 12.000 vengono previsti per interventi di manutenzione straordinaria (ripristino degli intonaci, pitturazione e sistemazione del giardino). Non si parla più di rette, forse dopo aver appurato che per predisporle nell’ambito di un servizio compartecipato da enti pubblici andrebbe approvato un apposito regolamento, ma anche questi sono dettagli. Nel frattempo (2 marzo e 16 aprile), l’Ufficio Servizi Sociali interpella l’Ufficio Tecnico, per un dovuto parere sullo stato e la possibile fruizione dei luoghi e per la quantificazione degli interventi di manutenzione; anche la cooperativa sollecita l’ufficio in tal senso (3 aprile), ricevendo risposta (24 maggio) complessivamente positiva, previa revisione degli impianti e isolamento della parte inagibile dello stabile, adiacente a quella affidata. Dopo l’assestamento post-elettorale, la nuova Giunta, con delibera n. 2 del 4 gennaio 2008, approva finalmente uno schema di convenzione per l’affidamento per un anno del progetto “Baby’s Dream”. La cooperativa, tuttavia, non la sottoscrive. Seguono mesi di “silenzio”, finché, dopo un ennesimo sollecito da parte del Comune (11 luglio) nel quale si fa presente, tra l’altro, come la Regione abbia richiesto la restituzione delle somme non utilizzate, la cooperativa scrive (22 luglio) di voler proseguire l’iniziativa ma di volere modificare lo schema di convenzione in alcuni aspetti (numero delle utenze e delle ore lavorative). Cooperativa e Ufficio Servizi Sociali si incontrano, concordano le modifiche e quest’ultimo invia (23 luglio) lo schema di convenzione finalmente rimodulato. A questo punto, sarebbe lecito attendersi una lieta conclusione della vicenda, anche perché la Regione continuerebbe a richiedere indietro i contributi straordinari non utilizzati. Invece non accade nulla, e il Comune scrive ancora (27 agosto) per conoscere le intenzioni della cooperativa ed – eventualmente – formalizzare la rinuncia al finanziamento. Nel frattempo scoppia il caso “asilo nido”, e il 5 settembre arriva laconica la risposta della “Margherita”, sempre intenzionata a realizzare il “Baby’s Dream”, ma specificando che “alla luce delle polemiche che si sono verificate in merito a tale servizio” si attende di essere convocati per un ennesimo sopralluogo nei locali. Ora, è davvero singolare che la storia di questo affidamento – finora mancato – sia una snervante altalena tra modifiche, lunghi silenzi (di meditazione?), e richieste di sopralluoghi. In merito a questi, mi risulta che un collega consigliere comunale – notoriamente vicino alla cooperativa – abbia curiosamente avuto in disponibilità le chiavi dell’asilo nido per settimane, se non addirittura per mesi; tralascio poi il fatto che i locali, se accessibili ai colleghi Megna e Fonti per il loro scoop, lo sarebbero stati certamente anche per i soci della cooperativa. Ma non è questo il punto.Quando la presidente Lo Rizio “riflette se non sono da ricercare negli organi competenti le inadempienze e le mancanze che non hanno fatto sì che il progetto avesse il suo seguito” (dalla lettera aperta del 3 settembre), mi sembra che il risultato di tale riflessione sia frettoloso e parziale. Il carteggio sopra esposto, più che la latitanza del Comune, evidenzia lunghi silenzi da parte della cooperativa, proprio nelle fasi più delicate e recenti dei passaggi necessari per la messa in funzione dell’asilo nido; ciò, peraltro, potrebbe comportare la revoca definitiva del finanziamento regionale assegnato, e quindi l’impossibilità di una prossima – e auspicabile – utilizzazione dell’asilo stesso da parte della cooperativa o di altri enti eventualmente interessati. Non ne faccio, tuttavia, una colpa alla presidente: ciascuno conosce le proprie ragioni e ha i propri tempi; ma, mi permetto di suggerirle, scriva con maggiore solerzia ed eviti – almeno questa volta – di sentenziare e puntare il dito sulle istituzioni".
Pietro Lo Cascio