(Christian Del Bono) Se dovessero rivelarsi corrette le notizie che sembrano trapelare dal Ministero dei trasporti, l'1 gennaio 2010, nonostante le nostre reiterate ed implorate richieste, ci ritroveremo con la Siremar rimpiazzata da uno o più vettori privati che affiancati ad Usticalines ed NGI dovrebbero garantire i nostri collegamenti marittimi.
Qualora questa plausibile ipotesi dovesse concretizzarsi, ritengo che sarebbe urgente organizzare un convegno di livello internazionale che ci consenta di confrontarci con i massimi esperti del settore ai vari livelli: locale, regionale, nazionale e comunitario.
Diventerebbe infatti urgente - prima di intraprendere ulteriori iniziative - avviare un confronto serio sulle tematiche che maggiormente ci preoccupano. Alcune tra queste meriterebbero infatti un certo grado di approfondimento:
a. Qualora tra un anno (o tra 4 e mezzo) si dovessero affidare i servizi ad uno o più soggetti privati, quali strumenti avremo per garantire che tali servizi possano davvero soddisfare in modo durevole le nostre legittime aspettative? Sarà sufficiente avere delle garanzie in fase di concepimento del bando di gara? Su quali meccanismi di monitoraggio delle nuove convenzioni e quindi di valutazione dei servizi erogati potremo contare? Avremo la garanzia di poter governare questi processi?
b. Siamo davvero certi, come vogliono farci credere, che l'unico modo per non violare le normative europee sia quello di privatizzare? Liberalizzare non significa necessariamente privatizzare come razionalizzare non significa necessariamente tagliare. Siamo davvero certi che la strada della privatizzazione a tutti i costi entro il 2010 o al massimo (per come avevamo sperato) nel 2013 sia l'unica percorribile?
c. Come potremmo procedere ad una seria e radicale razionalizzazione dei nostro sistema trasporti (inteso in senso ampio)?
d. E' perseguibile l'ipotesi di una compagnia delle Eolie? In che termini?
Sono sicuro che molti altri avranno quesiti ancora più interessanti da sottoporre e ritengo che la tematica che ci occupa e ci preoccupa si presenti talmente ispida e complessa da meritare un approccio scientifico e sistematico. Un convegno di esperti, nell'ambito del quale interrogarsi e confrontarsi su teorie e su buone prassi adottate a livello nazionale ed europeo potrebbe permetterci di meglio quantificare e qualificare le nostre istanze. Diversamente, tra un anno o molto meno, saremo costretti ad affrontare quanto sopra in assoluta emergenza e, ancora una volta, impreparati.
Christian Del Bono