Protestano dal 2004, anno in cui e’ stata ventilata per la prima volta la possibilita’ di taglio delle corse di trasporto marittimo quotidiano che collegano tra loro e con la terra ferma, la Sicilia, le isole dell’arcipelago delle Eolie. Sono gli abitanti di Lipari, Alicudi, Filicudi, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano, le vere vittime del piano che prevede la privatizzazione della Tirrenia, proprietaria della Sidemar, la societa’ che svolge quotidianamente i servizi di cabotaggio nelle isole minori siciliane. Temono, a ragione, di doverne subire le conseguenze, che qui significano isolamento in mezzo al mar Tirreno. La scorsa settimana hanno protestato in coro davanti al ministero alle Infrastrutture, guidato da Alvaro Matteoli. Il ministro ha assicurato che martedi 27 gennaio, data prevista dell’incontro con la Direzione generale dei Trasporti UE, sblocchera’ la situazione ottenendo il “diritto alla continuita’”previsto dal Trattato di Amsterdam… Ma la stampa isolana rivela retroscena inediti, e gli abitanti dell’arcipelago si sentono trattati da cittadini di serie B… "Diritto alla continuita'". Una voce nel coro degli Eoliani. E’ Silvia Carbone, la protagonista della nostra breve inchiesta, una donna che vent’anni fa ha fatto una scelta, abbandonare la città di Siena, dove era nata, per venire a vivere, e lavorare a Lipari, riscoprendo in un’ intenso percorso interiore, l’amore per quell’ isola, dove era nato il padre .Maestra di ruolo in un asilo a Siena, nel 1989 decide che la sua vita lì e‘ finita. Bisogna dare una svolta. Detto fatto, si trasferisce a Lipari dove incontra il suo attuale marito, investe nel 92’ il piccolo patrimonio ereditato per aprire un albergo, e si avvia alla carriera di imprenditrice nell’isola di Lipari, capoluogo delle Eolie. Sette isole, Lipari, Alicudi, Filicudi, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano, che vivono esclusivamente dell’economia turistica estiva.“La mia è stata una scelta di vita”, racconta adesso Silvia. “Ho scommesso fortemente su me stessa, e sullo Stato Italiano, ho fatto un ‘investimento non solo economico, ma di ideali e valori e ora mi sento truffata dalle istituzioni”, si sfoga amareggiata. “Dove sono andati a finire quei diritti che la Costituzione dovrebbe garantire a noi cittadini delle Isole minori, residenti nel territorio nazionale visto che noi isolani siamo italiani a tutti gli effetti? Dove sono le pari opportunità di sviluppo, di crescita garantite dalla legge? Il punto e’ che i collegamenti marittimi fondamentali, forniti fino ad oggi dalla Sidemar, e necessari agli abitanti delle isole Eolie per la vita quotidiana, potrebbero essere drasticamente tagliati. Con le consegienze che si possono immaginare. “Dagli alimenti, all’istruzione, fino alle cure mediche, tutto ci arriva tramite il mare”, aggiunge Silvia, e racconta ancora, “Ci sono bambini delle isole piu’ piccole, lontane da Lipari, che non possono seguire le lezioni e studiare con regolarità perché sono limitati negli spostamenti, a causa delle ridotte corse verso le isole più grandi delle Eolie. Ci sono insegnati costretti a rifutare gli incarichi nelle poche scuole presenti perché impossibilitati ad andare e venire in uno stesso giorno… Per non parlare delle conseguenze che una riduzione delle corse può portare sull’approvvigionamento alimentare, sulle cure mediche, sui pochi dottori disposti a spostarsi tra le isole, sull’aumento dei disagi dei residenti che gia’ per farsi visitare devono attendere nei porti i pochi aliscafi disposti a viaggiare…”. Silvia e’ dunque una voce nel coro degli Eoliani. Gli stessi, donne e uomini, che la scorsa settimana, riuniti in un Comitato popolare, hanno raggiunto Roma, e muniti di cartelli di denuncia, hanno sostato per ore davanti al ministero alle Infrastrutture, guidato dal ministro Altero Matteoli, per avere risposte sulla complicata faccenda che vede protagonista la Sidemar, la società del Gruppo Tirrenia che svolge quotidianamente servizi di cabotaggio marittimo nelle isole minori della Sicilia.Ma le manifestazioni popolari degli ultimi giorni, rappresentano in realtà solo l’ultimo tocco di coda del caso Sidemar, il cui inizio risalirebbe addirittura al 2004. Metti poi il lassimo delle nostre istituzioni, locali e nazionali, nel risolvere definitivamente i problemi, quando si creano, ed ecco che la questione “mobilità nelle piccole isole” si ripresenta tutta intatta, anzi peggiorata, con l’inizio del 2009.Che intanto registra una possibile ipotesi di privatizzazione della Tirrenia con scorporo della Sidemar. Quest'ultima dovrebbe essere trasformata in una compagnia a capitale regionale e/o statale, in grado di assicurare i servizi di trasporto marittimo quotidiani tra le isole minori della Sicilia. Sia in estate che in inverno. Ovvero anche in quel periodo dell'anno considerato poco remunerativo, ma ovviamente fondamentale come il resto per la gestione della vita di migliaia di cittadini che ci vivono e lavorano, e non possono vederle i servizi interrotti.Diciamo “dovrebbe” perché di certo al momento ci sono solo le ultime dichiarazioni del ministro. Matteoli si è detto fiducioso rispetto alla possibilita' di ottenere una proroga per Tirrenia, e quindi per Sidemar, in sede Unione europea (contraria come si sa ai prestiti statali), confermando che per il 2009 verranno trovati i 49 milioni di euro necessari per garantire i servizi verso le isole Eolie.Intanto, a Lipari e nelle altre isole tutti aspettano l’incontro del ministro, il prossimo martedì 27 gennaio, con la Direzione Generale UE per i Trasporti. Mattioli ha gia’ dichiarato che sosterrà per l’Italia la pertinenza del Trattato di Amsterdam del 2000 sul diritto alla “Continuità Territoriale”.Gia applicato a Malta e Grecia, il suddetto diritto “riconosce le sofferenze e gli svantaggi dell’insularità come ostacoli per lo sviluppo socio-economico delle relative popolazioni..” e aggiunge “la possibilità di adattare norme comunitarie specifiche a favore di queste regioni che per la loro insularità soffrono di svantaggi strutturali..”. Se concesso anche al nostro paese . ha sottolineato il ministro, permetterebbe una migliore gestione della mobilità marittima dei residenti dell’arcipelago delle Eolie, salvaguardandone il lecito diritto alla “normalità”.Ma indiscrezioni giornalistiche locali mormorano invece di un probabile passaggio della gestione dei servizi Sidemar a organismi privati, già deciso prima dell’incontro del 27 in sede europea. Il timore, per gli abitanti, è che la privatizzazione possa tradursi anche in un peggioramento per l’occupazione, per le tariffe di viaggio, oltre al taglio di tutte quelle tratte considerate poco remunerative, perché magari utilizzate nei mesi imvernali solo da poche centinaia di residenti. Una voce nel coro, dunque quella di Silvia, ma forte perché fatta delle sensazioni, delle speranze di vita di tanti cittadini e cittadine come lei, amati d’estate ma dimenticati d’inverno, che nutrono dubbi sulla possibilità di una soluzione a loro favorevole di una vicenda che li vede primi protagonisti. Non resta che aspettare e vedere che succede.
Il link per accedere all'articolo e a women in the city