(Salvatore Sarpi- Gazzetta del sud) La chiesa delle Anime del Purgatorio di Marina Corta, tornata a "vivere" in questi giorni grazie all'Associazione SS. Cosma e Damiano e all'iniziativa legata al presepe del mare, è un patrimonio della collettività eoliana che non si può perdere.
Purtroppo il rischio che ciò accada è alto. Aldilà della chiesa in se stessa e della sacrestia, che necessitano di una serie di interventi, piuttosto grave appare la situazione degli antichi magazzini delle decime (XVI-XVII secolo) che una volta rappresentavano il piano terreno della costruzione ed oggi invece, per via del bradisismo, sono diventati scantinati.
L'idea dell'associazione sarebbe quella di realizzare un museo del mare e, sfruttando la parte attraverso la quale dal mare si penetra nella struttura, un acquario. Idee di notevole importanza ma per realizzare le quali bisogna intervenire per vincere lo stato precario (a dir poco) in cui si trovano i magazzini nonostante i lavori fatti effettuare negli anni 90 dalla Sovrintendenza di Messina (mai completati).
L'incredibile è – come ha avuto modo di evidenziare l'ex sindaco Michele Giacomantonio – che allora si disse che era stato fatto «un lavoro di recupero imponente perché si erano adoperate tecniche di impermeabilizzazioni all'avanguardia che erano state sperimentate in Giappone. Tecniche che avrebbero permesso di rendere abitabili e vivibili magazzini che ormai erano scesi sotto il livello del mare. Purtroppo, a vederli oggi, si capisce subito che queste tecniche hanno avuto una efficacia solo parziale».