Cerca nel blog

venerdì 8 gennaio 2010

Le novità dallo sportello Epas di Lipari " Pensioni alle prese con conguaglie e coefficienti"

Le novità del 2010 creano qualche campanello d’allarme. La recessione economica ha portato l’inflazione ai minimi storici, e questo ha fatto sì che la scala mobile girasse in modo molto più lento del solito, con effetti negativi sulle pensioni. Ogni anno, infatti, gennaio è il mese del conguaglio fiscale, della trattenuta della prima rata dell’addizionale comunale e regionale e, molto spesso, degli errori di calcolo (ad esempio, molti pensionati non si sono visti riconoscere la detrazione per moglie a carico perché non avevano compilato lo specifico modulo, ormai obbligatorio). Ma se le trattenute, fino allo scorso anno, erano compensate dallo scatto di scala mobile e, quindi, le pensioni venivano adeguate all’inflazione in modo tale da conservare il loro potere d’acquisto, quest’anno le cose sono andate diversamente.
Se nel 2009 lo scatto in questione è stato del 3,3%, con un aumento di 15 euro mensili per le minime, il 2010 ha fatto registrare un misero +0,7% che, tradotto in denaro, significa 3 euro in più al mese per i pensionati al minimo, i titolari dell’assegno sociale e i beneficiari della rendita maggiorata fino al vecchio milione di lire. Inoltre, l’aumento del 2009 era stato calcolato al 3,3%, ma il tasso d’inflazione reale è stato pari al 3,2%, inferiore quindi dello 0,1%, percentuale che i pensionati hanno percepito per ogni mese del 2009 e che ora saranno costretti a restituire.
Le novità del 2010 però non si esauriscono qui: il decennio appena iniziato è stato indicato come quello dell’austerità previdenziale. Il nuovo corso non riguarda chi è già in pensione, ma chi ancora sta lavorando. Innanzitutto, scatta la revisione triennale dei coefficienti di calcolo della pensione contributiva, che verranno agganciati alle aspettative di vita: in tal modo, le pensioni verranno incassate per più tempo e saranno di minore importo. L’altra novità, forse quella che ha fatto più “rumore”, è relativa all’età pensionabile: questa verrà infatti elevata per adeguarla all’allungamento della vita media.
“In un Paese in cui le nascite sono sempre in diminuzione e l’età media cresce, bisogna necessariamente adeguare la normativa alla realtà sociale esistente- afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del patronato Epas- e l’innalzamento dell’età pensionabile è diretta conseguenza di questa realtà”. Nel settore pubblico, infine, le donne arriveranno ad andare in pensione alla stessa età degli uomini, vale a dire 65 anni: a questo risultato si arriverà gradualmente, raggiungendolo nel 2018.
Dal 2010, intanto, dai 60 anni attuali si passerà ai 61.
Per il 2010 rimangono invariati i requisiti per la pensione di anzianità. La quota che permette di andare in pensione è 95, numero che somma gli anni di contribuzione e l’età anagrafica: i paletti al riguardo sono 35 anni come periodo minimo di contribuzione e 59 anni come età. La quota per gli autonomi è leggermente più alta, poiché l’età minima per poter andare in pensione è 60 anni, e la quota diventa 96. Nel calcolo per raggiungere la quota valgono anche le frazioni di anno.