Non si ferma l'opera riformatrice dell'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, nel lungo e delicato percorso di completa attuazione del piano di rientro della spesa sanitaria. Mentre sono in corso di valutazione le proposte formulate dalle aziende ospedaliere e sanitarie sul riordino della rete ospedaliera, a breve si assisterà ad un'altra importante operazione. Un provvedimento da attuare con lo strumento del "taglio", ma che dovrà incrementare e non impoverire l'offerta sanitaria. Questa, almeno, la speranza sia della Regione che dell'Azienda sanitaria provinciale, alla quale tocca nuovamente il non facile compito di confrontarsi con il territorio sull'ennesimo atto di ridimensionamento.
Stavolta, tocca ai Pte, i presidi territoriali d'emergenza, che almeno secondo l'attuale previsione dovranno essere ridotti da 14 a 5. Un taglio notevole, che – in tale configurazione – non potrà non avere ripercussioni sull'assetto dei servizi locali, specie su un territorio geograficamente infelice come quello della provincia messinese. I Pte tecnicamente rientrano nel novero delle postazioni di 118 e, almeno nella concezione originaria, dovevano essere dei presidi avanzati, per affrontare le emergenze più semplici senza ospedalizzarle. Nei fatti, però, l'unico elemento in più rispetto alle postazioni dotate di ambulanza era la presenza di un medico fisso: in sostanza, il Pte è una guardia medica stabile associata all'ambulanza mobile, anch'essa dotata di medico a bordo. E secondo la Regione che ce ne siano 15 sul territorio messinese è troppo.
Entro la fine dello scorso anno, l'Asp avrebbe dovuto individuare le postazioni da sopprimere, ma il provvedimento non è stato ancora esitato, e non lo sarà a breve. Numerose infatti le criticità nel frattempo emerse e per la cui risoluzione, come sottolineano il direttore generale dell'Azienda Salvatore Giufrfida e il direttore sanitario Santo Conti, si attendono ulteriori delucidazioni. Tra l'altro, alla luce di tale prospettiva nei giorni scorsi l'azienda ha pubblicato una delibera con un bando di mobilità per i medici, vista la rimodulazione del personale per la soppressione di 9 Pte. Bando che, però, con ogni probabilità sarà modificato: non è infatti indicata alcuna nuova destinazione, visto che non sono state ufficializzate le postazioni da abolire. Sull'argomento, tra l'altro, nei giorni scorsi è stata proposta un'articolata interrogazione da parte dell'on. Giuseppe Picciolo, che invitava l'assessore regionale a predisporre un piano di riordino globale, concordandolo con i sindaci e i sindacati e individuando criteri oggettivi per la soppressione delle postazioni in eccesso (come già fatto per le guardie mediche, ndc). Il deputato messinese, inoltre chiedeva lumi sulle risorse con le quali sarebbero stati assunti i nuovi infermieri professionali previsti dal riordino e quale sarebbe stato il destino dei 600 autisti soccorritori "appiedati" su base regionale dalle ambulanze. «Tutti quesiti legittimi – osserva il manager dell'Asp Giuffrida – e infatti attendiamo l'emanazione di nuove direttive da parte della Regione. Di certo, il riordino non può non passare dalla condivisione con i sindaci e il territorio e dall'assegnazione di specifiche risorse, che al momento non abbiamo».
Attualmente le postazioni di 118 sono 41 su tutto il territorio provinciale – e già lo scorso anno l'attività è stata rimodulata con la riduzione oraria di attività – e di esse 14 sono organizzate in Pte: quelle di Messina città (all'ex Mandalari e in via dei Mille), Scaletta, Brolo, Capo d'Orlando, Falcone, Francavilla, Fiumedinisi, Novara, S. Piero Patti, S. Teresa Riva, Salina, Tortorici e Torregrotta. Alcune modifiche sono state delineate nel corso di un incontro tenutosi a Palermo alla presenza del Comitato per l'emergenza di cui fa parte il responsabile regionale del 118 Dino Alagna. Si è proposto, in particolare, di trasferire la postazione di Antillo a Taormina, e quella di Taormina a Giardini Naxos, dove già si trova dislocata l'ambulanza taorminese. La postazione di Malvagna dovrebbe trasferirsi ad Ucria, dove verrebbe ripristinato il servizio h24, mentre quella di Patti passerebbe all'esterno dell'ospedale, ad esempio a Patti Marina o a S. Giorgio di Gioiosa Marea. Anche la postazione di S. Agata dovrebbe allontanarsi dall'ospedale, mentre le postazioni 118 di Malvagna, Montalbano e Gazzi potrebbero essere abolite. A Messina città la postazione Pte di via dei Mille (troppo vicina al Piemonte) dovrebbe trasferirsi al Distretto sud di Pistunina, mentre l'ambulanza del Policlinico si sposterebbe a Fondo Fucile; la postazione di Castanea, infine, dovrebbe trasferirsi nell'area di emergenza del Papardo, con utilizzo stagionale, ad esempio a Spartà nel periodo estivo. Valutazioni queste, non definitive e legate specificamente ai Pte, ma riferite in genere alle postazioni di 118: da vedere, ovviamente, quale tipo di servizio (solo l'ambulanza, o la guardia medica, o nessuno?) lasciare nelle località in cui i Pte vengono soppressi, in base alle esigenze della popolazione e alla vicinanza degli ospedali.
Si apre, dunque, un'accesa stagione di confronto, dopo quello sulle guardie mediche, in attesa delle linee guida della Regione e senza dimenticare che la tutela della salute dei cittadini è importante quanto e più del risparmio economico.