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domenica 3 aprile 2011

Scuola nelle isole minori. La signora Carmoz da Stromboli scrive all'on. Siragusa

Gentile Onorevole,
 Ho ricevuto da Saverio Merlino di Lipari, la Sua proposta di legge e mi permetto di scriverLe in merito.
 Sono cittadina francese ma abito l'Isola di Stromboili da quarant'anni, e  ho avuto  cento occasioni di aiutare  i bambini in età scolastica, avendo combattuto trent'anni fa per ottenere l'apertura di una scuola media inferiore sull'Isola, e anche dell'asilo scuola materna.
 La ringrazio per aver capito la situazione disastrosa provocata dall'impedimento  per gli insegnanti locali di esercitare la loro profesione sul posto stesso. Una misura che potrebbe forse essere praticata sul continente, ma che nelle isole non può che creare gravi disagi da ambedue le parti.
Le insegnanti, che vengono dalla provincia di Messina, dove hanno la loro famiglia, devono prendere un aliscafo che da Milazzo li porta a Stromboli, con partenza alle ore 6,10 di mattina. Durante l'inverno, frequentemente, l'insegnante che ha dovuto partire di casa qualchevolta alle quattro di  notte per arrivare in tempo a Milazzo, si sente dire que l'aliscafo non viene, causa mare mosso, o causa avaria, Gli resta solo di tornare a casa, oppure di aspettare per ore, nel caso in cui un mezzo successivo si recherebbe nelle isole,ho visto insegnanti passare mezza giornata seduti in un bar ad aspettare così l'eventualità di una partenza per il posto di lavoro, se il loro domicilio è troppo lontano non vale la pena di tornare a casa, e le agenzie non si pronunciano prima dell'ora della partenza, la quale dipende del capitano del mezzo.  Può anche capitare che dopo  una traversata burrascosa, l'aliscafo arrivato a Stromboli, non riesca ad attraccare e torni indietro, obbligando il povero insegnante ad un   viaggio  estenuante di parecchie ore, senza raggiungere lo scopo, e dovendo aspettare che si ritenti l'indomani. Le lascio imaginare il caso in cui il poveretto dovesse soffrire il mare...
Certe maestre si vedono obbligate di affittare una casetta sull Isola,per poter assicurare ai bambini il loro dovuto insegnamento. Con spese molto elevate, e restando fuori del proprio focolare per tempi lunghi.
 Queste situazioni estreme si possono presentare soltanto nelle piccole isole.
 Non si può chiedere agli insegnanti di essere eroici. Sovente appena possibile chiedono il, trasferimento. I bambini, non  seguiti a lungo dallo stesso insegnante, non raggiungono il livello dei bambini di città, dove l'insegnamento è più regolare.
 Ho potuto constatare, dai documenti che ho trovato sul posto e dei ricordi .delle persone più anziane, che  una volta gli insegnanti erano isolani, e hanno portato avanti classe di ragazzi che in seguito hanno fatto studi avanzati e raggiunto posizioni di riguardo, anche a livello scientifico. Invece, nelle condizioni di questi ultimi decenni, non si è prodotto più. Anzi i giovani non continuano lo studio dopo la terza media, non avendo nessuno sbocco possibile sul posto.
 Quindi non posso che ringraziarLa per il Suo interessamento, e pregarLa calorosamente di insistere nel chiedere per queste situazioni estreme, soluzioni anche fuori del comune, per mettere sullo stesso livello tutti i ragazzi che hanno diritto ad un  futuro, e insieme a loro i coraggiosi operatori che provano  di accompagnarli sull quel pezzo di strada-
 (PregandoLa anche di perdonare il mio italiano acquisito e temo, molto approssimativo).
 Con rispettosi e cordialissimi saluti,
 Aimée CARMOZ

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