Con la gara vicina al fallimento, si aprono nuovi scenari per la cessione di Tirrenia. Ieri pomeriggio c’è stato l’incontro tra i rappresentanti della Cin e il commissario della compagnia di Stato Giancarlo D’Andrea. L’ipotesi che circola è che la cordata Moby - Aponte - Grimaldi Napoli metta sul piatto il pagamento del prezzo pieno per Tirrenia (cioè la base d’asta: 380 milioni di euro) anziché i 250 offerti in precedenza. Ma il pagamento sarebbe effettuato a rate. Una misura cautelativa: i privati infatti vorrebbero cautelarsi circa i contributi pubblici - 72 milioni di euro per otto anni - sui quali pende il giudizio dell’Unione europea. Siccome lo Stato non sembra essere in condizione di poter dare garanzie, la proposta dei privati potrebbe essere il pagamento, subito, di una prima tranche, e il resto solo se e quando ci saranno i contributi. Il motivo di questa mossa si può rintracciare nelle parole del presidente e ad di Cin, Ettore Morace, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come il valore di Tirrenia varia in maniera sensibile a seconda della presenza o meno nel pacchetto proprio dei contributi pubblici.
Sull’altro fronte, quello della vendita di Siremar, valutata 55milioni di euro e la cui gara per l’aggiudicazione è scaduta lunedì, D’Andrea ha fatto sapere che «le offerte pervenute sono due nel rispetto del termine prorogato. Queste consentono la prosecuzione dell’ulteriore fase che precede l’aggiudicazione». Tutto lascia intendere che le offerte si riferiscano alla Compagnia delle Isole (costituita da Mediterranean Holding, La Cava del gruppo Franza, Tarnav e un gruppo di operatori siciliani) e a Ustica Lines, di cui Morace è presidente. La Compagnia delle Isole avrebbe presentato una regolare offerta.
Ustica Lines avrebbe invece fatto pervenire una lettera in cui si dichiara interessata a Siremar, in grado di fornire un’offerta concreta secondo quanto richiesto dal bando ma avrebbe anche invocato un po’ di tempo per presentare un dettagliato piano finanziario, perché i mezzi di Siremar, particolarmente deteriorati, richiederebbero l’inserimento nella flotta di ulteriori unità per poter operare la prossima estate.
Al di là di quello che sarà l'esito, interessante appare a nostro avviso il pieno coinvolgimento nella Compagnia delle isole della famiglia eoliana dei La Cava. Una famiglia, che attraverso la NGI, ha dimostrato, abbinando efficacia e professionalità, di essere al servizio delle isole e degli isolani, "tappando" spesso i buchi della Siremar e permettendo, tante volte, il rientro a casa dei residenti.
L'impegno dei La Cava, di Sergio in particolare (che potrebbe avere un ruolo importante nella direzione e gestione della società), dovrebbe essere, quindi, garanzia dell'effettuazione di collegamenti efficaci, che tengano ben presenti quelle che sono le reali necessità degli isolani.
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