Sotto esame i manager delle Asp di Messina, Siracusa, Catania, Agrigento ieri mattina da parte dell'assessore regionale Massimo Russo con il quale c'erano i dirigenti Guizzardi, Porcaro, Arcadipane e Sammartano. Hanno dovuto relazionare sulla situazione attuale e sull'insufficiente contenimento delle spese che non ha premesso di raggiungere quel budget concordato al momento dell'incarico, cioè un anno fa. Tempo troppo ridotto in verità per tagliare così in profondità.
Nel caso di Messina, il direttore generale Salvatore Giuffrida ha fatto presente che solo cancellando uno o due ospedali della Provincia si sarebbe potuto ottenere il risultato sperato, ma con un costo doloroso e ripercussioni sui livelli di assistenza che invece è riuscito a mantenere pur riducendo in modo cospicuo i costi complessivi tanto da portare ad un drastico ridimensionamento, rispetto al disavanzo ereditato di circa sessanta milioni.
All'incontro in sede assessoriale ha presenziato lo stesso presidente della Regione Raffaele Lombardo pur senza intervenire.
Alla fine Russo e il suo staff si sono riservati di decidere ma non è escluso che si vada comunque verso una soluzione commissariale che potrebbe però aggravare i problemi, perché in questo caso sarebbe costretto a provvedimenti non tanto impopolari quanto gravi sul piano assistenziale e occupazionale. D'altronde al di là del necessario contenimento della mobilità passiva che dovrà essere l'azione del management qualunque sia, i dati di confronto sono la pianta organica (praticamente intocabile), la pesa farmaceutiva, già ridotta dallo staff di Giuffrida, I livelli minimi da garantire e la medicina del territorio. Sevizi su cui rimane molto poco da ridurre. Anzi da potenziare e migliorare in efficienza.
Il commissariamento è un provvedimento traumatico e forse finirebbe per interrompere un percorso virtuoso iniziato e che ha bisogno di più tempo per essere realizzato.
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