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giovedì 27 ottobre 2011

Sindaci coalizzati contro il divieto di combustione per le sterpaglie e per i residui vegetali delle potature.

COMUNICATO STAMPA
Si è svolta ieri, 26 ottobre, a Capo d’Orlando un importante riunione che ha visto la presenza di molti Sindaci dei Comuni della fascia costiera tirrenica, per tentare di trovare una soluzione alla grave problematica che da diversi mesi, ormai, affligge tutti proprietari di fondi della Regione Siciliana: il divieto di combustione per le sterpaglie e per i residui vegetali delle potature.
Coinvolto nell’iniziativa anche il Comune di Santa Marina Salina che, attraverso il Sindaco e Coordinatore ANCIM Regionale, Massimo Lo Schiavo, da diversi mesi tenta di trovare una soluzione per risolvere la questione, che è diventata insostenibile.
Sono numerosi, infatti le note di protesta e le missive inviate al Presidente della Regione Siciliana, agli Assessori Regionali all’Ambiente e all’Agricoltura e al Ministro del’Ambiente, giungendo il Consiglio Comunale di Santa Marina Salina, nella seduta del 24 settembre u.s., a proporre eventuali forme di protesta nei confronti dell’applicazione dell’art. 13 del D. Lgs 205/2010.
 Non si contano più sul territorio comunale i cumuli di sterpaglie e di residui di potature che giacciono in attesa che si possa trovare il metodo per smaltirli correttamente, senza che i cittadini incappino nelle sanzioni previste per lo “smaltimento illecito di rifiuti” ( arresto da tre a mesi ad un anno o l’ammenda da 2.600,00 a 26.000,00 euro): infatti, da una interpretazione, da parte del Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana del nuovo articolo 185 del D.Lgs 152/2006, modificato dal D.Lgs. 205/2010, art.13, si stabilisce che "la combustione sul campo dei residui vegetali configura il reato di illecito smaltimento di rifiuti, sanzionato penalmente dall'art. 256 del e. 1 del D.lgs. 152/2006";
Tale interpretazione colpisce tutti gli abitanti del territorio siciliano, e danneggia in modo irreparabile tutti coloro che, sia per lavoro sia per passione, sono proprietari o conduttori di fondi coltivati, perché si priva loro di attuare una pratica vecchia quanto l’agricoltura stessa, ossia quella di eliminare in loco i residui delle coltivazioni attraverso un procedimento di combustione, i cui residui, da che mondo e mondo, servono ad apportare nuova linfa ai terreni stessi.
Dalla riunione di ieri, è emerso chiara la volontà dei Sindaci di operare in maniera univoca e concorde, attraverso l’emanazione di apposite ordinanze che possano arginare tale problematica.
Il rischio che le nostre comunità stanno correndo è quello dell’abbandono progressivo dei terreni e delle coltivazioni, che nel caso specifico di Salina sarebbe un danno economico e sociale di notevoli dimensioni, visto che l’Isola è famosa per alcune produzioni di eccellenza come il vino, il malvasia, il cappero e l’olio di oliva.
Il Sindaco Lo Schiavo è propenso all’emanazione di tale ordinanza sul proprio territorio, e in queste ore se ne sta studiando una formulazione corretta, ma senza tralasciare la “via istituzionale”, ossia il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente e gli Assessorati Regionali all’Ambiente e al’Agricoltura, affinché si possa procedere speditamente nella formulazione  di apposite deroghe per le isole minori o addirittura una modifica del nuovo art. 185 del D.Lgs 152/2006, lasciando così la possibilità ai coltivatori di poter eliminare senza problemi, di natura economica o penale, i residui vegetali delle proprie coltivazioni.

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