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mercoledì 14 maggio 2014

Caso Genovese, no al voto subito su arresto. Grillo: “Non fatelo fuggire”

L’arresto di Francantonio Genovese può aspettare. Prima meglio far passare le elezioni europee del 25 maggio. La Camera continua a discutere del decreto lavoro dopo aver respinto la richiesta del Movimento cinque stelle di passare subito al seguente ordine del giorno, ossia la richiesta di arresto del deputato Pd, sui cui pendono le accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa formulate dalla procura di Messina. Il 7 maggio scorso la Giunta delle autorizzazioni della Camera aveva autorizzato la richiesta di arresto per il deputato con una maggioranza formata da Pd, M5S e Sel: 12 i voti favorevoli, 5 quelli contrari all’arresto. 
Grillo in un video sul suo blog scrive: “Non lasciatelo scappare” 
Perché il voto su Genovese potrebbe slittare - Secondo quanto confermano fonti della maggioranza, dovrebbe essere data la precedenza in Aula al voto sulla riforma di Maurizio Lupi sull’ emergenza abitativa, approvata oggi al Senato e in calendario già per questa sera alle 20.30 in commissione alla Camera. Il decreto scade infatti il 27 maggio, ma la prossima settimana è previsto uno stop dei lavori parlamentari per gli ultimi giorni di campagna elettorale. Dunque, dovrebbe essere fatta presente l’esigenza di approvare già questa settimana, entro il 16 maggio, il dl Casa. Intanto, in Aula prosegue l’ostruzionismo di Sel sugli ordini del giorno al decreto Lavoro e il voto finale sul provvedimento rischia di slittare a domani. Questo dato, insieme alla necessità di approvare in tempi brevi il decreto sulla casa – viene spiegato – potrebbe portare a un’inversione dell’ordine dei lavori dell’Aula e al conseguente slittamento a dopo le europee del voto sull’arresto di Genovese.
‘Allarme garantisti’ nel Pd – Il voto della Camera a meno di due settimane dal voto europeo mette il Pd in grande difficoltà. Per un motivo principalmente: perché, si dice in Transatlantico, comunque vada per Genovese, i Cinque stelle avranno da quel voto vantaggi per la campagna elettorale. Tanti se verrà arrestato; ancor di più se nella votazione segreta l’Aula negasse l’autorizzazione. Una possibilità che spaventa il Pd non così convinto di avere i voti necessari per l’arresto visto che, al suo interno, sarebbe corposa la presenza di “garantisti” sì disposti a votare un’autorizzazione a procedere, ma non l’arresto in sé e per sé creando un “caso Alfonso Papa“anche nel Pd. Eletto alla Camera con il Pdl e coinvolto nello scandalo P4, Papa si fece 101 giorni di carcere, anche se il tribunale del Riesame successivamente dichiarò illegittimo quell’arresto. Papa fu il primo deputato ad andare in carcere dopo 25 anni: prima di lui bisogna risalire al caso di Massimo Abbatangelo, del MSI.
Genovese, ex sindaco di Messina e campione delle preferenze (con 19.590 voti fu il più votato d’Italia alle primarie parlamentari del Partito democratico), è il primo parlamentare di questa legislatura, la XVII, per il quale è stato chiesto l’arresto. La procura messinese indaga su di lui dal giugno 2013 per truffa e peculato nell’ambito un’inchiesta sui finanziamenti alla formazione professionale, inchiesta che ha portato all’arresto tra gli altri della moglie Chiara Schirò.

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