L’avvocato Francesco Rizzo, candidato alle Elezioni Europee per il collegio Sicilia-Sardegna con la lista Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, esprime la propria adesione alla campagna per il “Made in Sicily” promossa da Coldiretti Sicilia, in seguito alla ricezione della documentazione per tramite della Sig.ra Cinzia Zerbini, inviata ai candidati in merito all’attuale situazione dell’agricoltura nella regione siciliana.
“La ringrazio” – scrive Rizzo - “per avermi fatto pervenire la documentazione di Coldiretti riferita alla situazione agricola della regione Sicilia. Grazie davvero. E lo dico perché il documento mi ha permesso di rendermi conto ancora una volta di come la situazione della mia Terra, anche in questo nevralgico settore, presenti delle problematiche che vanno assolutamente risolte nel più breve tempo possibile. A tal proposito, colgo l’occasione per riferirle che alcuni punti del mio programma elettorale analizzano queste tematiche e sono state formulate delle ipotesi risolutive pienamente corrispondono pienamente a quelle elencate nel documento stesso.
Ad esempio, una delle argomentazioni più “calde” si riferisce proprio al “protezionismo intelligente” e alla difesa in Europa del valore identitario ed economico dell’agricoltura italiana. Con Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiediamo infatti all’Unione Europea l’introduzione sistematica di regole che tutelino le denominazioni di origine e il “Made in Italy” dalla concorrenza sleale di prodotti contraffatti o privi di garanzie igienico-sanitarie. Riteniamo che interventi analoghi vadano compiuti sui mercati internazionali per evitare gli effetti economicamente disastrosi dello “italian sounding”, ovvero di prodotti che sembrano italiani ma che nulla hanno a che fare con l’Italia. Vogliamo promuovere la politica dello “italian testing”, perché ciò che è italiano, e quindi anche siciliano, venga innanzitutto “gustato” come tale, e non solo una vaga idea di colori e immagini che distruggono l’autenticità del Made in Italy, o ancora meglio, del Made in Sicily. Inoltre, come ribadito nel documento della Coldiretti, gli accordi presi dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, tesi a eliminare dazi e tasse alle importazioni di Paesi extra-UE, hanno danneggiato i nostri prodotti tipici, come le arance, a favore di paesi come il Marocco e la Tunisia, che non applicano norme sociali e ambientali paragonabili a quelle che vengono imposte alle nostre aziende, costituendo tanto un regime di concorrenza sleale quanto un pericolo per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale si impegna a lavorare con coerenza sulle regole di applicazione della nuova Politica Agricola Comune 2014-2020, nonché sul tema della trasparenza e dell’etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari che troviamo sugli scaffali.
Per sensibilizzare la popolazione al riguardo, qualche giorno fa abbiamo organizzato nel centro di Messina un flash-mob a tutela del Made in Sicily. Per l’occasione ha partecipato all’evento Giorgia Meloni, leader del partito, in visita in Sicilia. Tutti ci siamo uniti a bere un’aranciata siciliana, gesto simbolico per la difesa di ciò che le nostre terre producono. È inaudito che prodotti come i nostri, unici al mondo, vengano messi da parte e svalutati, sostituiti da altrettanti prodotti considerati “uguali”.
Un altro punto su cui siamo fermamente convinti è la necessità di gestire in modo migliore i finanziamenti concessi dall’Unione Europea. L’Italia continua a dare più di quello che riceve sui fondi comunitari, con uno squilibrio di oltre 4 miliardi € l’anno, situazione aggravata dalla nostra incapacità di utilizzare tutti i Fondi strutturali europei.
Serve una gestione dei fondi europei finalmente organizzata, che permetta ai siciliani di investire nelle proprie terre, che permetta di investire in infrastrutture volte al miglioramento della gestione dei terreni agricoli in modo tale da rendere la nostra regione unica e competitiva.
Serve una gestione dei fondi europei finalmente organizzata, che permetta ai siciliani di investire nelle proprie terre, che permetta di investire in infrastrutture volte al miglioramento della gestione dei terreni agricoli in modo tale da rendere la nostra regione unica e competitiva.
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