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lunedì 5 maggio 2014

Questione educativa è diventata emergenza. Educatori e pedagogisti APEI denunciano una situazione paradossale in una lettera al premier Renzi

Oggetto: la Scuola e lo Sport sono luoghi educativi per eccellenza e devono prevedere il Pedagogista di Base, che garantisca sulla corretta funzione educativa dell’Ente.
Ill.mo Matteo Renzi,
la questione educativa è diventata emergenza: gli educatori e i pedagogisti APEI denunciano una situazione paradossale che sta diventando sempre più allarmante per le nuove generazioni.
Tutte le istituzioni educative e sportive interpretano i bambini e i ragazzi attraverso l’ottica della malattia/disturbo: insegnanti e operatori, allenatori sportivi e assistenti di ogni ordine e grado, catalogano gli studenti in base a test preconfezionati che non tengono minimamente conto delle differenze individuali e di apprendimento. Stiamo andando verso una società di etichette dove l’unico merito che hanno, è quello di avallare l’incapacità educativa degli adulti.
Ogni bambino e ogni ragazzo potrebbe dire: “sono perfetto così come sono”, ma non ne ha la possibilità.
Attraverso test psicoattutudinali, lo facciamo sentire malato, pieno di problemi. Il genitore che si sente dire che suo figlio ha un problema, che non è al passo con i livelli di maturazione, che non apprende correttamente, che non si comporta correttamente, che non si muove correttamente vive uno stato di inadeguatezza, e di allarmismo ed è portato a riconoscere la sua presunta incapacità educativa.
Non è questa la scuola che vogliamo, la società che vogliamo, e non può essere questa la situazione sociale nella quale intendiamo vivere.
La scuola e tutte le istituzioni educative e sportive non possono essere un territorio interpretato dall’ottica della medicalizzazione.
Dove si fa educazione (scuola, società sportive, comunità) deve rimanere alta l’eccellenza della Pedagogia.
Non vogliamo trasformare la scuola in un ambulatorio con la presenza di figure sanitarie (psicologi, medici, psichiatri), ma ridarle il ruolo educativo e formativo costituzionalmente previsto.
Le società sportive, che allenano centinaia di migliaia di ragazzi, devono avere ben presente il loro ruolo educativo e formativo, da cui necessita la presenza di un pedagogista.
Il pedagogista e l’educatore sono le figure professionali capaci di osservare e leggere le differenze individuali che sono e rimangono la vera ricchezza della nostra società.
La formazione specifica di queste figure professionali (Educatori e Pedagogisti)
• valorizza la capacità educativa dell’istituzione/Ente• osserva e legge correttamente le esigenze educative del bambino;
• crea progetti educativi personalizzati garantendo lo sviluppo di tutte le abilità/capacità del minore; • fornisce agli insegnanti e agli allenatori sportivi strumenti didattici ed educativi appropriati rispettando il suo normale processo di sviluppo. 
Chiediamo la presenza stabile di un pedagogista in tutte le società sportive e nella scuola a garanzia del rispetto del diritto di crescere in armonia con le proprie capacità e potenzialità, in una società che valorizza tutti in egual modo, senza distinzione alcuna.
Concludiamo con una frase della Montessori, pedagogista per eccellenza, “L’educazione dei bambini è il problema più grande dell’umanità... Bisogna ricostruire una nuova educazione che cominci fin dalla nascita. Bisogna ricostruire l’educazione basandola sulle leggi della natura e non sui preconcetti e sui pregiudizi degli uomini”. 
Il Presidente dell'Associazione pedagogisti educatori italiani Alessandro Prisciandaro
Il Referente provinciale Samuele Amendola

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