Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, è stato ascoltato stamattina a Roma dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali, in merito alle problematiche legate all’attuazione dello statuto speciale della Regione. Nel corso dell’audizione davanti alla Bicamerale, presieduta dal Gianpiero D’Alia, Ardizzone ha sottolineato l’importanza di un’attualizzazione dello Statuto, evidenziando, però, come prioritarie una serie di modifiche dal punto di vista procedurale.
“L’iter di approvazione delle norme di attuazione dello Statuto - evidenzia Ardizzone - risulta spesso lungo, con conseguenze negative rispetto alla soluzione dei problemi affrontati e con ritardi che hanno pesato sulla posizione delle Regioni a statuto speciale per i temi che necessitavano di questo strumento di attuazione. Ritengo si debba intervenire sul procedimento di formazione, stabilendo un termine entro il quale il Consiglio dei Ministri si pronunci sulle norme proposte dalla Commissione paritetica Stato-Regione”.
Nell’ambito delle modifiche dello Statuto, Ardizzone ha proposto anche la soppressione del Cga, che attualmente svolge, caso unico in Italia, le funzioni di appello della giustizia amministrativa.
“Bisogna assicurare - spiega - uniformità di giudizio in tutta Italia, pertanto dopo le sentenze del Tar Sicilia, sia il Consiglio di Stato a decidere eventuali ricorsi in appello”.
Tra le norme dello Statuto che necessitano di un adeguamento, secondo il presidente dell’Ars, ci sono le disposizioni in materia di rapporti finanziari, la cui interpretazione ha generato, nel corso di questi anni, un cospicuo contenzioso con la Corte costituzionale.
“In particolare, per l’articolo 36 bisogna procedere a una modifica statutaria - conclude Ardizzone - così come abbiamo proposto con il ddl voto già approvato dall’Ars lo scorso anno e adesso all’attenzione del Senato, affinché le imposte di produzione restino nell’Isola. Bisogna, in ogni caso, che si chiarisca definitivamente anche la portata dell’articolo 37: alla Regione spetta non solo il gettito di tutte le imposte erariali riscosse nel proprio territorio, bensì anche quello delle imposte "maturate" in Sicilia, ancorché versate al di fuori per ragioni di carattere amministrativo”.
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